Ieri
sera, 16 aprile intorno alle 22, si è visto in televisione un teppistico
Salvini nemico dei “non italiani”. Anzi nemico dell'umanità. Della mia di
sicuro.
Continua ad affermare che è giusto sparare a un ladro anche inginocchiato davanti a una rivoltella. Senza contare: "chi non ha mai rubato spari per primo". Ma Salvini è sedicente cristiano e non c'è bisogno di ricordarglielo.
La plebaglia e la teppa presente nello studio lo applaudiva e lo incitava. Il presentatore non lo ha cacciato. Disgustato da quella feccia triviale, potenzialmente criminale, mi sono messo a leggere Ibsen per la conferenza di venerdì 19. Devo educare al bene e alla bellezza le persone che mi ascoltano e mi leggono. Vorrei educare anche Salvini e i suoi seguaci ma credo che sia gente refrattaria. Il bene non è insegnabile a tutti, purtroppo.
Solo a quelli che ce l'hanno già dentro.
baci ai buoni che amano l'umanità, l'umanesimo, insomma la vita
Continua ad affermare che è giusto sparare a un ladro anche inginocchiato davanti a una rivoltella. Senza contare: "chi non ha mai rubato spari per primo". Ma Salvini è sedicente cristiano e non c'è bisogno di ricordarglielo.
La plebaglia e la teppa presente nello studio lo applaudiva e lo incitava. Il presentatore non lo ha cacciato. Disgustato da quella feccia triviale, potenzialmente criminale, mi sono messo a leggere Ibsen per la conferenza di venerdì 19. Devo educare al bene e alla bellezza le persone che mi ascoltano e mi leggono. Vorrei educare anche Salvini e i suoi seguaci ma credo che sia gente refrattaria. Il bene non è insegnabile a tutti, purtroppo.
Solo a quelli che ce l'hanno già dentro.
baci ai buoni che amano l'umanità, l'umanesimo, insomma la vita
p.s. due esempi di pessimismo pedagogico
Pindaro nell’Olimpica II chiarisce il suo pessimismo pedagogico :" sofo;" oJ polla; eijdw;" fua':-maqovnte" dev, lavbroi-pagglwssia/ kovrake" w{" a[kranta garuveton - Dio;" pro;" o[rnica qei'on ” (vv. 86-89), saggio è chi sa molto per natura, voi due addottrinati invece, intemperanti, vaghi di ciance, come corvi di fronte al divino uccello di Zeus, gracchiate parole vuote.
Nell’Ecuba (del
424) di Euripide la protagonista sente raccontare da Taltibio il sacrificio di
Polissena e prova “una strana consolazione” per la nobiltà con la quale la
ragazza è morta, splendendo di bellezza, come un’opera d’arte, e parlando con
il coraggio di un eroe.
Poi Ecuba
dice: “Non è strano che se la terra è cattiva,/ma ottiene buone condizioni
dagli dèi, produce buona spiga,/mentre se è buona, ma non riceve quanto essa
deve ottenere,/ dà cattivi frutti, tra gli uomini invece, sempre/il malvagio
non è nient'altro che cattivo,/ mentre il buono è buono, né per una
disgrazia/guasta la sua natura, ma rimane sempre onesto?/Dunque i genitori
fanno la differenza o l'educazione?/Certamente anche essere educati bene,
porta/insegnamento di onestà; e se uno ha l’ha imparata bene,/ sa che cosa è
turpe, avendolo appreso con il metro del bello. /Ma questi pensieri la mente li
ha scagliati invano"( Ecuba, vv.
592-603).
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