Non le risposi e mi avviai verso il povero ostello.
Allora ella cambiò di nuovo maschera e scena.
Disse: “Ho soltanto ventisei anni: sono piccola io e mi piace giocare”
“Io invece sono vecchio e stanco e ho bisogno di dormire. Tu sei la donna più giovane e bella dell’universo; io non ti merito ma non sono nemmeno disposto a lasciarmi tiranneggiare. Ora vado a letto. Domani mattina ci vedremo alle sette. Un quarto d’ora di tolleranza, poi partirò da solo, se non ci sarai. Sei avvisata”
Mi seguiva con aria sottomessa e sussurrò: “Tu proprio non mi vuoi bene”. Non mi fermai, lei procedeva pedissequa al mio fianco e ripetè: “Amore, tu non mi vuoi bene per niente. E’ una disgrazia per me, una catastrofe”.
Mi fermai e risposi: “Infatti, quando tu fai queste commedie io smetto di volertene. Oltre tutto così perdi buona parte della tua bellezza rara e preziosa per me”
Si asciugò il volto bagnato di lacrime e sorrise.
Avevo trovato le parole che ci volevano. Spesso funziona con le donne, anche con le bambine. Quando insegnavo alle medie, se una della prima si metteva a piangere, le dicevo: “su, smetti: quando fai i capricci diventi meno bellina!”.
Smetteva subito.
Ifigenia dunque disse: “Hai ragione , gianni, andiamo a dormire: tu domani devi guidare la nostra automobile. Prima però facciamo l’amore almeno una volta! Non sono diventata troppo brutta, vero?”
“No, così sei tanto bella quanto buona, molto buona”.
Pesaro 6 ottobre 2024 ore 16, 29 giovanni ghiselli.
p. s
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