domenica 31 marzo 2024

Ultima parte degli argomenti della Montagna incantata.


 

Argomenti della Montagna incantata II- per la conferenza dell’otto aprile

Questo è il link per seguire online l'incontro dell'8 aprile sulla seconda parte del romanzo di T. Mann La Montagna incantata https://meet.google.com/dtq-ssvm-ewv?authuser=0

Saluti

 

 

 

Sesto capitolo da Mutamenti (VI 1 a Da soldato a uomo VI 8)

Quella sera dunque Hans torno in camera sua molto tardi. Aveva conosciuto Claudia, il genius loci, in un’ora di dolci enormità.

Avrebbe voluto accompagnare Claudia al di là del Caucaso ma lei non glielo aveva consentito.

Del resto il genius loci funziona solo in un luogo.

La febbre di Hans si era rialzata. Claudia nemmeno gli scriveva

Behrens lo consola: quella gattina miagola in nodo amabilissimo il francese e il tedesco ma non sa scriverli.

In fondo l’idea di scriversi era stata borghese

Settembrini domanda a Hans se gli sia piaciuta la melagrana.

Cfr. l’Inno omerico A Demetra dove Ade diede a Persefone un chicco di melagrana dolce come il miele perché tornasse da lui- e[dwke fagei`n roih`~ kovkon melihdeva 372

Siamo arrivati alla Pasqua del 1908

Settembrini celebra l’ybris di Prometeo, quella della ragione contro le potenze oscure. Il martirio di Prometeo è il più sacro dei martìri.

In primavera alcuni malati lasciano il sanatorio e Radamanto si chiede se siano appassionati di sport invernali invece che dei malati.

Si chiede anche se lui faccia il tenutario di un bordello invece che un primario di ospedale

Arriva il solstizio d’estate quando di fatto inizia l’autunno. La beffa del calendario. Invero l’eternità gira in tondo “Ricurvo è il sentiero dell’eternità” (Zarathustra)

Hans conosce un altro studioso che vorrebbe educarlo: Naphta di una bruttezza caustica quasi corrosiva tale da lasciare stupefatti i due cugini.

E’ un mistico che propugna l’antiragione. Forse una caricatura del filosofo  ungherese comunista eretico Lukàcs

Tra lui e il razionalista Settembrini nascono discussioni e anche scontri.

Era un diacono gesuita e insegnava latino in un ginnasio

Hans ascolta sia il razionalista illuminista Settembrini sia il reazionario cattolico e comunista Naphta. Gli piace riflettere sulla sedia a sdraio e trova che Naphta abbia più ragione di Settembrini ma sia meno buono.

Stando seduto e riflettendo si impara più che nel mulino della vita mondana

Settembrini esecra il pigro giaciglio del monaco mentre Naphta sostiene che i monaci hanno lavorato salvando l’Europa dal diventare una distesa di paludi e foreste. Rimprovera agli italiani di avere inventato le banche e agli inglesi la dottrina economica. Dio non potrà perdonarli.

Settembrini è per gli stati nazionali, Naphta per gli imperi multinazionali compreso quello austriaco.

Hans guardava il dono vitreo di Claudia: l’interno di quella carne che contro ogni ragionevolezza aveva gustato il martedì grasso.

I cugini vanno a trovare Naphta che teneva in casa un servitorello e una Pietà che Hans trovò terribilmente bella-deinhv- Era del basso Medioevo.  Secondo Settembrini era un lussurioso.

I due pedagoghi discutono: Naphta difende i roghi dell’Inquisizione che salvavano le anime. Dice che la scienza aveva degradato l’uomo togliendolo dal centro dell’universo.  Cfr. “Maledetto sia Copernico!”  di Pirandello-

Vero è solo ciò che giova all’uomo. Il bene dell’uomo deve essere misura di tutte le cose. Quale vantaggio può avere l’uomo dal sapere per esempio dove si trova la sorgente del Nilo? Questo diceva Lattanzio che educava il figlio di Costantino.

Nell’età dell’oro c’era uguaglianza tra gli uomini. Fuoco d’inferno è la ricchezza capitalistica, mostruosa l’usura che fa pagare in ragione dello scorrere del tempo. Disonorevole è il commercio; onorevoli solo l’agricoltore e l’artigiano. Questo sta ritornando nel movimento comunista. La dittatura del proletariato mira al regno dei cieli.

Comunismo nel  cristianesimo antico

Cfr.  Ambrogio: (340-397)  Non de tuo largiris paperi sed de suo reddis (…) Nescit natura divites quae omne pauperes generat De Nabutae

Cristianesimo e comunismo sono opposti che si conciliano. Inconciliabili sono le cose mediocri, fatte a metà.

Hans dice che pure Naphta è un riottoso figlio della vita.

La più ignorante è la Stöhr (p. e.: cosmico per cosmetico: la Erotica di Beethoven)

Scandali nel sanatorio: Polypraxios il greco dalle belle gambe e le due amanti.

L’allegra brigata dei tisici diventava sempre più lasciva

Joachim torna in pianura a fare il sottotenente e si aggrava

Un capitolo (VI, 6) racconta la vita e carriera di Naphta, nato nella Galizia (Ucraina occidentale) figlio di un macellaio ebreo. Aveva studiato da gesuita ma era arrivato solo al subdiaconato per la scarsa salute.

Naphta era favorevole alla bastonatura che trasferiva l’anima dalla carne allo spirito che deve avere la supremazia.

Torna il platonismo volgarizzato dal cristianesimo (cfr. Nietzsche)

Il corpo secondo Naphta è solo la cortina di carne e ossa che ci divide dall’eternità.

Platone nel Cratilo -400-  scrive che il corpo sw`ma  è sh`ma  tomba e segno peché attraverso il corpo l’anima shmaivnei  dà segnali.

Settembrini biasima la regola che risale a Ignazio di Loyola e prescrive di obbedire al superiore perinde ac cadaver. L’italiano è contro lobbedienza cieca e la  pena di morte.

 

 

Post.

Desiderio di pace. Parole di pace nei testi sacri.

 

Contro la pena di morte

Il personaggio Settembrini  parla contro la pena di morte: “citò persino il versetto “Mia è la vendetta”.

(cfr. Deuteronomio 32 n. d. r).

E conclude: “Lo Stato non può ripagare il male con il male” (T. Mann, La Montagna incantata,  p. 679.

 

Ora cfr. Paolo Ai Romani. “Nolite esse prudentes apud vosmet ipsos, nulli malum pro malo reddentes  (…) si fieri potest , quod ex vobis est, cum omnibus hominibus pacem habentes;  non vosmetipsos vindicantes , carissimi, se date locum irae, scriptum est enim: “mihi vindicta, ego retribuam, dicit Dominus. Sed si esuriet inimicus tuus ciba illum; si sitit, potum da illi (…) Noli vinci a malo , sed vince in bono malum  12, 16-21.

Non reputatevi saggi da voi stessi, non rendete a nessuno male per male (…) Se possibile, per quanto sta in voi, rimanendo in pace con tutti; non vendicandovi da soli , carissimi, bensì lasciate fare all’ira divina, infatti sta scritto: “ a me la vendetta, sarò io a ricambiare, dice il Signore.

Piuttosto se il tuo nemico avrà fame (peina`/ in greco, ha fame), nutrilo (ywvmize ajutovn); se ha sete dagli da bere (…) Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

Dovrebbero essere parole prescrittive tanto per gli Ebrei quanto per i Cristiani cattolici, protestanti e ortodossi

Plutarco nello scritto I ritardi della punizione divina cita un proverbio: “i mulini degli dei macinano tardi” (550) La formulazione completa è che essi macinano tardi, però macinano finemente. L’autore dei Moralia spiega tale lentezza con la volontà divina di dare un esempio “per eliminare la violenza e il furore delle nostre vendette. Il dio insegna a non aggredire chi ci ha offeso” (550 E).

 

 

Hans rileva sofisticherie causidiche nei discorsi di entrambi i duellanti pedagogici. A volte la discussione diventava una buffa ridda

 

 Neve (VI, 7)

La mancanza di sole danneggiava la bellezza e la salute. L’abbronzatura dava un’apparenza sportiva e spingeva alle conquiste.

I fiocchi di neve frullavano in una vorticosa e folle sarabanda-danza orientale

Hans compra degli sci per muoversi un po’ e non mischiarsi al popolino dei turisti. Cercava la solitudine e il silenzio primordiale

Pensa ai due pedagoghi che si accapigliavano per la sua povera anima come Dio e il diavolo nel Medioevo.

 

 Cfr. l’episodio di Guido da Montefeltro:  “un de’ neri cherubini” sottrasse a Francesco l’anima del capo dei ghibellini di Romagna che “diede il consiglio frodolente” a Bonifacio VIII (Inferno XVII, 113 e 116)  “Lunga promessa con l’attender corto-ti farà triunfar nell’alto seggio”. (111-112). Morì nel 1298.

 

Hans si trova solo e sperduto nel deserto bianco. Si spaventa e cerca di tornare ma si perde. Si appoggia alla porta di un fienile e sogna immagini belle poi brutte. Vero è che l’Olimpo ha le sue radici nel Tartaro. Sta per cedere al freddo e alla morte ma poi reagisce pensando che in nome della bontà e dell’amore l’uomo non deve concedere alla morte il dominio sui suoi pensieri.

 

VI Da soldato a uomo. Sono le parole di Valentino morente a Margherita: ora me ne vado a Dio da soldato e da uomo- ich gehe zu Gott als Soldat und Brav 3775.

La morte di Joachim. Torna in sanatorio accompagnato dalla madre. A Monaco hanno incontrato Claudia: graziosa e con un certo fascino nonostante la trasandatezza: neglegentia-ajmevleia.

I due maestri duellano sulla massoneria che secondo Naphta una volta aveva aspetti religiosi ma ora è la miseria borghese in forma di club.

Settembrini invece trova che  le logge abbiano ancora la funzione politica di combattere ogni intolleranza

Hans trova che questa lotta all’intolleranza sia proprio una forma di intolleranza. L’intolleranza della metafisica p. e. è una intolleranza della libertà di pensiero.

Claudia sta per tornare: Settembrini annuncia a Hans la sua Beatrice e gli chiese di non dimenticare però Virgilio, cioè lui stesso.

Naphta allora definisce Virgilio il leccapiedi della stirpe Giulia e un retore pomposo.

Il sistema scolastico con il suo mandarinismo culturale è solo un corollario, una conseguenza del predominio della classe borghese.

Il mandarinismo è la difesa dei privilegi di una casta di funzionari quali erano quelli civili e militari nella Cina imperiale

Settembrini invece si oppone all’osurantismo che vuole lasciare il popolo nell’analfabetismo.

Ma Naphta come farà Tolstoj  rifiuta l’idea europea dello sviluppo: si sentiva a suo agio nella sarmatica selvatichezza.

Anche l’analfabetismo non deve essere disprezzato in toto.

 Cfr. quanto dice Andrej sul contadino in Guerra e Pace.  

 

Naphta dice che l’analfabetismo non è il capo della Gorgone. Grandi poeti sono stati analfabeti.

Settembrini vorrebbe eliminare l’irrazionale.

Nafta lo accusa di nichilismo.

 L’assenza di un mondo ultrasensibile è il nulla. Il nichilismo sta nel fatto che i valori supremi perdono ogni valore. Il liberale è l’uomo del Nulla e del demonio perché rinnega l’Assoluto e abbraccia il diabolico controassoluto.

Joachim intanto è moribundus. Radamanto consola la madre dicendole che quel ragazzo avrà un exitus dolce. Quando è morto, Behrens gli fa l’elogio funebre: un giovane gagliardo. Ha voluto forzare: pazzo, figliolo, monello”.

 

VII, 1 Passeggiata sulla spiaggia.

Hans passeggia e pensa che Settembrini non abbia tutti i torti quando dice che la metafisica è il male: conta solo la vita.

 Invero nel manifestarsi della Natura è già presente il senso profondo della

 vita.

VII, 2 Mynheer Peeperkorn

Era un sessantenne, olandese delle colonie scuro di pelle grande e grosso. Era l’amante ufficiale di Claudia. Sono arrivati insieme.

Hans nota che la sua faccia sembrava una maschera tragica con uno squarcio al posto della bocca. Parlava in modo quasi incomprensibile ma faceva gesti espressivi di comando. La sua testa bianca appariva regale. Era malato e alcolizzato. Bevevo gin fin dalla colazione chiamandolo pane, quindi caffè extraforte.

 

VII, 3 Vingt et un

Hans osservava la reduce con ammirazione ma sentiva angoscia per la presenza di Peeperkorn.

Mentre soffriva da solo l’atroce beffa subita dalla sua attesa  sentì una voce incantevole che gli domandava molto formalmente del cugino.

Morto fu la prima parola di rilievo caduta tra loro.

Poi Hans cita Claudia della notte di Valpurga: “perdere e rovinarsi è più morale che preservarsi”.

Poi le dà del tu e Claudia: “Come si permette?

E’ tornata a essere pudibonda.

“Ho aspettato te” fa Hans.

Claudia gli ricorda che non gliel’ha mai chiesto.

Quindi denigra la Spagna dove è stata dicendo che il Cremino è più bello dell’Escorial di Filippo II. Un castello “disoomano”.

Arriva Peeperkorn che ordina Hans di chiamare tutti quelli che trova perché vuole dare una festa: potremo mangiare, giocare e bere. Festa per non cedere alla malattia e alla morte. Ordina uova fumanti nell’omlette, vino, pane e un distillato di grano trasparente.

Dioniso e Cerere non senza Cristo- le nozze di Cana- Vinum non habent.

Hans vede nei suoi occhi lampi di angoscia.

Il malato dice che la vita è una femmina che si offre nuda con magnifica e irridente provocazione, e se non siamo più idonei a lei questa è una bancarotta che non merita pietà. Aveva la fronte segnata da arabeschi come un idolo. Ogni tanto appariva sulle guance una fossetta sibaritica. Ordinava champagne e invitava: “chi non è vil mi segua!”.

Appariva come l’anziano sacerdote di un culto misterico, capace di danzare davanti all’altare con le vesti alzate e con una grazia inusitata.

Fanno molto tardi e quando sentono dire che sta arrivando Radamanto c’è un fuggi fuggi. Allora l’anfitrione grida: “schiavi codardi!” e si appoggia a Claudia chiamandola “bambina mia”. Hans antepone questa figura mitica ai due pedagoghi chiacchieroni e si lascia influenzare da quella figura funzionale al suo percorso di formazione.

Parlava con grandiosa sconclusionatezza e gesti persuasivi. Claudia aveva un modo di camminare languido e incantevole e guardava con le sue  meravigliose fessure da tartara .

Settembrini cerca di smontare il vecchio malato dicendo al pupillo che in quella maschera che lui crede mistica c’è solo mistificazione.

Dice: mundus vult decipi, ergo decipiatur.   

I due pedagoghi discutono non senza confusione e l’anfitrione invoca un’aquila l’uccello di Giove, l’alato leone dell’aria con il becco adunco di ferro e le grinfie di forza immane. Deve venire con il becco che grondi di sangue.

Una sera Claudia si avvicina a Hans chiedendogli un francobollo.

Lui non ce l’ha e lei gli fa “tanto peggio per voi” con il voluttuoso languore della donna viziata.

Lui dice che è rimasto nel sanatorio aspettando lei

Io non l’ho incoraggiata.

No ma il mio amore per te mi ha costretto ad aspettarti

Continuano a parlare di amore, genio umanità

Hans dice che l’umanità comincia dove la gente priva di genio pensa che finisca. Per me umano significa libertà, genialità e bontà.

Claudia riconosce la scaltrezza del ragazzo  e gli dà del tu

A un certo punto si baciano anche, un bacio alla russa, il bacio di quel paese ricco di sentimento.  Non si può dire se andarono oltre: se fu amor sacro o profano. Sarebbe goffo distinguere l’amore sacro dalla passione.

L’amore è scaltro attaccamento alla vita, è simpatia per l’elemento organico è il commovente e voluttuoso abbraccio di due corpi destinati alla putrefazione.

Nella scena seguente c’è Peeperkorn.

Settembrini è povero e ha sempre lo stesso abito con i pantaloni a quadri ma li porta con decoro. E’ un trionfo sulla povertà il suo modo di indossarli.

L’uomo è l’organo attraverso il quale Dio celebra le sue nozze  con la vita. Se fallisce l’onta ricade su Dio. E’ una catastrofe cosmica, un orrore inimmaginabile.  Peeepr chiede a Hans se lui e Claudia abbiano gustato la metà di un medesimo frutto. Cfr. Teocrito, Le incantatrici “Fu fatto il massimo-

Hans risponde che quella notte di follie lui e Claudia si diedero del tu e quel tu assunse il suo pieno significato

Un modo assai garbato di dirlo riconosce il vecchio..

La faccia squarciata nella bocca semiaperta era una vera maschera tragica.

Cfr. la figura in terracotta di Maria Maddalena situata a destra di chi guarda nel compianto di Cristo di Nicolò dell’Arca 1470- 90 nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna.

Peeper dice a Hans che non lo sfida a duello siccome è vecchio e malato.

Anzi gli offre il tu, la fratellanza nel sentimenti e fanno un brindisi a braccia incrociate.

 

 VII, 4 Myner peeperkorn (Conclusione)

Gita alla cascata

Arriva maggio, il mese delle delizie. Progettano una gita alla cascata in sette. Claudia aveva un velo verde oliva annodato sotto il mento: le donava tanto da risultare doloroso soprattutto per l’innamorato Whesal-

Costui soffre e dice che l’amore per il viso è amore che viene dall’anima. Arrivano i due pedagoghi. La cascata era una catastrofe continua di schiuma e fragore che stordiva con il suo rombo. Peeper oramai sembrava l’Ecce homo ma ad un tratto comparvero le fossette sibaritiche e la sacra scostumatezza del sacerdote pagano con le vesti sollevate nella danza.

La notte Peeper morì e Claudia fece chiamare Hans. Una mors voluntaria dice Behrens, con un siringa ipodermica che agisce con la meccanica degli incisivi dei cobra con gli occhiali.

Claudia parte di nuovo e Hans si trova impelagato in un mar morto di ebetudine. Questa è un generale è un intorpidimento come il veternus della I Georgica. I malati si dedicavano a varie occupazioni oziose come giocare a carte.  Freud sostiene che è un sostituto simbolico della masturbazione. Hans faceva i solitari.  Ha pure un’infezione del sangue e Behrens lo cura con un siero ricavato dallo stesso sangue di Hans: un abominio incestuoso.

 

VII, 5 Dovizia di armonie. Hans passa molto tempo ascoltando musica presso un grammofono. Tutte opere che cantano amori tragici: Orfeo agli inferi di Offenbach 1858; la Traviata; il Barbiere di Siviglia questa magari gli ricorda la notte di Valpurga; poi il Tannhäuser di Wagner con il trovatore prigioniero sul monte di Venere, l’Aida, la Bohème di Puccini, la Carmen di Bizet.. Hans si identifica con gli amanti infelici.

Carmen è l’oppositrice primordiale del principio maschile.

Quella musica suggeriva la morte data dall’amore proibito

 

VII, 5

Esperienze quanto mai discutibili

Ktrokowski teneva una conferenza sul subconscio che sarebbe opportuno chiamare superconscio perché va oltre il limitato sapere cosciente.

Fecero anche sedute spiritiche

 

VII, 6  la grande suscettibilità

Nell’aria aleggiava la suscettibilità. Settembrini e Naphta stavano sempre peggio. Naphta dice che la giustizia di cui parla Settembrini è il guscio vuoto della retorica borghese. Poi che la scienza è la fede più fasulla, è il vero nichilismo: la caduta di tutti i valori. A Naphta era più cara la semplicità del bambino che considera le stelle buchi nel cielo dai quali risplende la luce eterna.

C’era più verità in questo che nell’insensato e arrogante chiacchiericcio della scienza

Un pomeriggio di febbraio i pedagoghi con Castorp e Weshal  fanno un a gita su due slitte. Entrano in una locanda dove Naphta si esibisce in un monologo contro il classicismo e la vecchia scuola della ragione. Elogiava invece il Romanticismo.

Settembrini gli chiede di mettere fine alle sue scurrilità, di non molestare più un giovane indifeso.

Naphta ribatte che un educatore deve istillare il dubbio e, poi digrigna i denti e sfida il rivale a duello con le pistole.

Stettembrini spara in aria mentre Naphta si spara in testa.

 

VII, 7. Il tuono

Sono passati 7 anni dall’arrivo di Hans che non pensava più di tornare.

Ma al compimento del settimo anno udì un

Rombo. Fa pensare al fragore udito da Tannhäuser  di Wagner sul Venusberg , dopo di che si ritrova in una bella valle

Nell’Edipo a Colono  di Sofocle ktuvphse Zeuv~ cqovnio~ (1604)  tuonò Zeus infero poi  si udì una voce diretta Edipo: tiv mevllomen cwrei`n; che  cosa aspettiamo a muoverci? E’ un pezzo che indugi  1627-1628.

Nel Cimbelino di Shakespeare si sentono dei tuoni poi Zeus scende su un’aquila  tra i fulmini e dice: “whom best I love I cross” (V, 4, 101)

Dunque Hans si risveglia. La vita richiamava il suo  figliolo colpevole e riottoso. Il giovane giunto a 30 anni. Esce da dalla caverna della montagna del peccato. Cfr. il mio pianto al tramonto di debrecen nel luglio del 1975.

Settembrini andò a salutarlo, lo baciò su entrambe le guance come un meridionale o come un russo e lo chiamò Giovanni italianizzandone il nome.

L’ultima scena presenta Hans in guerra. Si getta in terra quando sente avvicinarsi il prodotto di una scienza abbrutita che cade a 30 passi da lui. L’autore lo saluta: “Addio riottoso figlio della vita. Addio che tu viva o soccomba! Le prospettive che hai non sono buone. Però hai sentito e provato l’amore. Potrà forse da questa sagra mondiale della morte innalzarsi un giorno l’amore?

Finis Operis.  

 

Bologna 31 marzo 2024 ore 18, 32 giovanni ghiselli

 

p. s.

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Argomenti della Montagna incantata II- per la conferenza dell’otto aprile


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Parti del Quinto capitolo.

Da Capricci di Mercurio V, 4 a Notte di Valpurga (V, 9) 

 

I tisici dissoluti. Le storie d’amore erano attraenti in quanto avventurose.

Quando si aspetta. il tempo è un ostacolo. Chi vuole essere amato fa aspettare

Settembrini se la prende con l’inattività asiatica. Vorrebbe erigere nell’atrio un altare a Pallade Atena contro l’asiatismo presente nel sanatorio.

Cfr. Simmaco e l’altare della Vittoria nel senato (IV secolo d. C.)

Nel sanatorio prevale l’Asia. Claudia è Circe. Entrambe di provenienza asiatica (Circe maga figlia del sole, sorella del re Eeta della Colchide sotto il Caucaso)

Settembrini suggerisce di onorare la bellezza e la felicità del corpo umano, e invece disprezzarne la gravità e l’inerzia, aborrirne la malattia e la morte.

Il ritratto di Claudia fatto da Radamanto ingelosisce Hans e gli fa dire che la medicina è una disciplina umanistica. Cfr. Carlo Flamigni.

Per imparare le discipline umanistiche, aggiunge Hans, bisogna studiare le lingue antiche che curano l’elemento formale. Il latino è contro l’incuria.

Claudia indossava costumi che richiamavano quelli del mugik russo, armonizzati con la sua fisionomia tartara e i suoi occhi da lupo della steppa. La posizione degli occhi era finnico-mongolica.

 

Hans e Joachim fanno i Samaritani. Visite da fratelli di carità ai malati gravi. Buffa la cosiddetta Strapiena stupida moribonda e allegra. Quasi bella del resto. Nelle malattie non manca un aspetto comico.

 

La notte di Valpurga un capitolo chiave (V, 9). E’l’ultima notte di carnevale del 1908

Settembrini manda a Hans versi del Faust di Goethe

Come vede Claudia con le braccia scoperte delicate e fresche, di un bianco straordinario, Hans ne rimane sconvolto e mormora “Oh mio Dio!” p. 479

Settembrini lo mette in guardia da quella Lilith, la prima moglie di Adamo poi cacciata secondo una leggenda rabbinica,  ma il giovane va dall’amata a chiederle in prestito una matita.

Corteggiamento da vedere tutto pagine 42-49 nei miei appunti

Claudia è ritrosetta come la giovinetta Andalusa di cui si canta nella Traviata di Verdi-Piave ma Hans, pur follemente innamorato, non è da meno

del personaggio

“Piquillo un bel gagliardo
biscaglino mattador:
forte il braccio, fiero il guardo,
delle giostre egli è signor”.

Claudia attribuisce ai tedeschi maggior riguardo per l’ordine che per la libertà ma Hans replica in maniera geniale: “ Ciò che tutta l’Europa chiama libertà è forse qualcosa di piuttosto pedante e borghese, se lo si confronta con il nostro  bisogno di ordine”.

Hans dice all’amata che starle vicino è come un sogno.

Claudia Chauchat  dice a Hans che la corteggia che è un  borghese, umanista e poeta: è  il tedesco come si deve.

Hans le contrappone la qualifica ricevuta da Settembrini “non siamo per niente come si deve. Siamo forse, assai semplicemente, riottosi figli della vita”.

 

Post

L’artista rischia l’inumanità.

 

 Tonio Kröger  di T. Mann quale “borghese sviato”.

Quando è arrivato poco oltre la trentina Tonio si reca a Monaco trovare un’amica coetanea: Lisaveta Ivanovna.

L’uomo indossava un abito di singolare accuratezza e solida semplicità e i lineamenti dal taglio meridionale apparivano già profondamente marcati.

Tonio dice all’amica: “E’ necessario essere qualcosa di extraumano , di  inumano, bisogna trovarsi in una situazione stranamente lontana e neutrale, per essere in grado, per essere anche solo tentati di rappresentarlo, per raffigurarlo con gusto ed efficacia.

Parole citate da un personaggio   di Rainer Werner  Fassbinder  non ricordo in quale film.

Ma torniamo a Tonio Kröger: “Ve l’assicuro, spesso mi sento mortalmente stanco di rappresentare l’umano senza prendervi parte. C’è da chiedersi se l’artista sia un uomo (…) la  letteratura non è affatto una vocazione; è una maledizione. Uno comincia a sentirsi segnato, a rendesi conto di essere in incomprensibile contrasto con gli altri, con la gente ordinaria, sempre più a fondo si scava l’abisso d’ironia, di incredulità, di opposizione, di lucidità, di sensibilità che lo separa dagli uomini; la solitudine lo inghiotte e da quel momento non c’è più possibilità d’intesa (…) Lisaveta, io amo la vita. Il possedere un amico tra gli uomini mi renderebbe orgoglioso e felice. Ma finora ho avuto amicizie soltanto tra demoni e coboldi, creature sotterranee e fantasmi ammutoliti dal conoscere: ossia, fra i letterati. Ho errato nel credere che si potesse cogliere anche una sola foglia di alloro senza pagarla con la vita.

 

Lisaveta lo ascolta poi gli dice. “Sie sind ein Bürger”, voi siete un borghese, un borghese sviato- ein verirrter Bürger” (T. Mann, Tonio Kröger, capitolo IV)

 La vita borghese insomma è diversa e lontana da quella dell’ artista, eppure questo deve arrivare a conciliarsi, a un compromesso con l’ordinaria vita umana per non cadere nella disumanità.

 

 Nel IX e ultimo capitolo Tonio scrive a Lisaveta: Io ammiro quelli che, impassibili e fieri vivono di avventure  sui sentieri della grande e demoniaca bellezza-der groben, der demonischen Schönheit e che disprezzano l’uomo, ma non li invidio.  Perché se c’è qualcosa che è in grado di fare di un letterato un poeta, -einen Dichter zu machen-questo è il mio amore borghese- meine Bügerliebe- per tutto ciò che è umano, vivo, ordinario. Da esso deriva ogni calore, ogni bontà e ogni sorridente affetto, e io credo quasi che sia quello stesso amore di cui è stato scritto che se uno parlasse con tutte le voci degli uomini e degli angeli ma ne fosse privo, altro non sarebbe che un vibrar di metallo e un tintinnar di sonagli” (Rizzoli, 2009, p. 213)

Le ultime parole ricordano un periodo della Lettera ai Corinzi I di Paolo(13):" jEa;n tai'" glwvssai" tw'n ajnqrwvpwn lalw' kai; tw'n ajggevlwn, ajgavphn de; mh; e[cw, gevgona calko;" hjcw'n h] kuvmbalon ajlalavzon", se parlo in tutte le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho l’amore, sono diventato un bronzo che riecheggia o un cembalo che risuona.

Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens.

 

Analoghi problemi, ostacoli alla vita vissuta sente Trigorin il letterato e scrittore del dramma Il gabbiano (1895)  di Čechov: “Che ha di bello la mia vita? (…) Giorno e notte sono posseduto da un unico pensiero ossessionante: devo scrivere, devo scrivere, devo scrivere, devo, devo (…) C’è un profumo di girasole. Subito faccio un nodo al fazzoletto “Profumo caramelloso, fiore vedovile, ricordarsene per un tramonto d’estate”. Annoto, annoto. Prendo appunti. Sto con fucile puntato, acchiappo al volo, pesco da voi, da me, ogni frase, ogni parola, e corro immediatamente a chiudere tutte queste frasi nella mia cassaforte letteraria: chi sa, possono servire!” Vero è che questo scrittore ha un certo successo e trova il tempo di approfittarne per sedurre e poi lasciare una ragazza portandola via a un giovane, Kostantin che aspirava anche lui a diventare uno scrittore di successo ma si uccide perché fallisce e constata che “le donne non perdonano l’insuccesso. Ho bruciato fino all’ultimo foglio”  e alla fine si spara.

 

Claudia gli dà del piccolo sognatore abbastanza speciale e annuncia la sua partenza per il giorno dopo.

Poi l’amata rintuzza la gelosia di Hans dicendo che la morale non va cercata nella virtù, nella ragione, nella disciplina, nei buoni costumi ma nel peccato, nell’abbandonarsi al pericolo che ci distrugge. E’ più morale perdersi che conservarsi. I grandi moralisti sono uomini che si sono avventurati nel male, grandi peccatori che hanno imparato e insegnano a inchinarsi verso la miseria.

 

Un giorno lontano l’amica Antonia mi predisse che dopo tanto libertinaggio sarei diventato santo come Agostino. Credo anche io che per superare davvero il male, per ripudiarlo, bisogna conoscerlo.

 

Hans insiste a darle del tu. Dare del lei gli sembra la quintessenza della pedanteria.

Finalmente Claudia si scioglie. Gli fa: “sei un ragazzo per bene dai modi attraenti”.

Hans dice che la sua febbre, il  cuore accelerato e il tremito delle sue membra sono i sintomi dell’amore che sente per lei da quando l’ha vista e riconosciuta.

Amare, come ho già detto, è riconoscere e ricordare. Abbiamo nella mente e nel cuore della figure archetipiche simboli di amore, oppure odio, o paura.

Siccome il simbolo è la metà di un contrassegno, come vediamo l’altra metà lo completiamo e riconosciamo.

Hans le dice che aveva già amato l’immagine di lei quando l’aveva vista in un compagno di scuola, Hippe Pribislav al liceo, uno mezzo slavo, con gli occhi da Kirghiso anche lui.

“Io ti amo da sempre”.

“Piccolo borghese,  davvero mi ami tanto?” e gli accarezza i capelli sulla nuca.

Hans esaltato da quel contatto fa un’apoteosi del corpo umano, della sua bellezza, della sua simmetria. Amarlo è una tendenza estremamente umanitaria, una potenza educativa più che tutta la pedagogia. Descrive di fatto il corpo femminile con le floride mammelle e il sesso oscuro fra le cosce.

Quindi la preghiera finale: “lascia che io posi devotamente la mia bocca sull’Arteria femoralis che batte sulla parte anteriore della tua coscia per diramarsi più in basso nelle due arterie della tibia! Lascia che io senta il profumo che esala dai tuoi pori e sfiori la tua peluria umana immagine di acqua e di albumina destinata all’anatomia della tomba e lascia che muoia le mie labbra sulle tue!”

A questo punto Claudia lo incoraggia e infine lo invita in camera sua

“Sei un tipo galante che sa fare la corte in maniera approfondita, proprio alla tedesca”. Poi mise sulla testa il cappellino di carta che si era tolta e aggiunse

“Addio mio principe Carnevale Le predìco che stasera avrà qualche brutta linea di febbre”

Si avviò verso la porta e con la mano sullo stipite disse N’oubliez pas de me rendre mon crayon

 

Bologna 31 marzo  2024 ore 18, 15  giovanni ghiselli

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L’artista rischia l'inumanità


 

 Tonio Kröger  di T. Mann quale “borghese sviato”.

Quando è arrivato poco oltre la trentina Tonio si reca a Monaco trovare un’amica coetanea: Lisaveta Ivanovna.

L’uomo indossava un abito di singolare accuratezza e solida semplicità e i lineamenti dal taglio meridionale apparivano già profondamente marcati.

Tonio dice all’amica: “E’ necessario essere qualcosa di extraumano , di  inumano, bisogna trovarsi in una situazione stranamente lontana e neutrale, per essere in grado, per essere anche solo tentati di rappresentarlo, per raffigurarlo con gusto ed efficacia.

Parole citate da un personaggio   di Rainer Werner  Fassbinder  non ricordo in quale film.

Ma torniamo a Tonio Kröger: “Ve l’assicuro, spesso mi sento mortalmente stanco di rappresentare l’umano senza prendervi parte. C’è da chiedersi se l’artista sia un uomo (…) la  letteratura non è affatto una vocazione; è una maledizione. Uno comincia a sentirsi segnato, a rendesi conto di essere in incomprensibile contrasto con gli altri, con la gente ordinaria, sempre più a fondo si scava l’abisso d’ironia, di incredulità, di opposizione, di lucidità, di sensibilità che lo separa dagli uomini; la solitudine lo inghiotte e da quel momento non c’è più possibilità d’intesa (…) Lisaveta, io amo la vita. Il possedere un amico tra gli uomini mi renderebbe orgoglioso e felice. Ma finora ho avuto amicizie soltanto tra demoni e coboldi, creature sotterranee e fantasmi ammutoliti dal conoscere: ossia, fra i letterati. Ho errato nel credere che si potesse cogliere anche una sola foglia di alloro senza pagarla con la vita.

 

Lisaveta lo ascolta poi gli dice. “Sie sind ein Bürger”, voi siete un borghese, un borghese sviato- ein verirrter Bürger” (T. Mann, Tonio Kröger, capitolo IV)

 La vita borghese insomma è diversa e lontana da quella dell’ artista, eppure questo deve arrivare a conciliarsi, a un compromesso con l’ordinaria vita umana per non cadere nella disumanità.

 

 Nel IX e ultimo capitolo Tonio scrive a Lisaveta: Io ammiro quelli che, impassibili e fieri vivono di avventure  sui sentieri della grande e demoniaca bellezza-der groben, der demonischen Schönheit e che disprezzano l’uomo, ma non li invidio.  Perché se c’è qualcosa che è in grado di fare di un letterato un poeta, -einen Dichter zu machen-questo è il mio amore borghese- meine Bügerliebe- per tutto ciò che è umano, vivo, ordinario. Da esso deriva ogni calore, ogni bontà e ogni sorridente affetto, e io credo quasi che sia quello stesso amore di cui è stato scritto che se uno parlasse con tutte le voci degli uomini e degli angeli ma ne fosse privo, altro non sarebbe che un vibrar di metallo e un tintinnar di sonagli” (Rizzoli, 2009, p. 213)

Le ultime parole ricordano un periodo della Lettera ai Corinzi I di Paolo(13):" jEa;n tai'" glwvssai" tw'n ajnqrwvpwn lalw' kai; tw'n ajggevlwn, ajgavphn de; mh; e[cw, gevgona calko;" hjcw'n h] kuvmbalon ajlalavzon", se parlo in tutte le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho l’amore, sono diventato un bronzo che riecheggia o un cembalo che risuona.

Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens.

 

Analoghi problemi, ostacoli alla vita vissuta sente Trigorin il letterato e scrittore del dramma Il gabbiano (1895)  di Čechov: “Che ha di bello la mia vita? (…) Giorno e notte sono posseduto da un unico pensiero ossessionante: devo scrivere, devo scrivere, devo scrivere, devo, devo (…) C’è un profumo di girasole. Subito faccio un nodo al fazzoletto “Profumo caramelloso, fiore vedovile, ricordarsene per un tramonto d’estate”. Annoto, annoto. Prendo appunti. Sto con fucile puntato, acchiappo al volo, pesco da voi, da me, ogni frase, ogni parola, e corro immediatamente a chiudere tutte queste frasi nella mia cassaforte letteraria: chi sa, possono servire!” Vero è che questo scrittore ha un certo successo e trova il tempo di approfittarne per sedurre e poi lasciare una ragazza portandola via a un giovane, Kostantin che aspirava anche lui a diventare uno scrittore di successo ma si uccide perché fallisce e constata che “le donne non perdonano l’insuccesso. Ho bruciato fino all’ultimo foglio”  e alla fine si spara.

 

 Bologna 31 marzi 2024 ora legale 11, 07 giovanni ghiselli

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sabato 30 marzo 2024

Oggi abbiamo ricevuto un altro segno dal presidente Mattarella.


 

Questo è una dimostrazione di umanità rivolta al babbo di Ilaria Salis: gli ha promesso di interessasi alla sorte della figliola trattenuta da mesi senza processo e trattata in maniera disumana.

I  segnali buoni del capo dello Stato mi fanno pensare al rombo udito da Hans Castorp nell’ultimo capitolo del romanzo La montagna incantata di T. Mann.

Hans cadde sulle ginocchia levando al cielo il viso e le mani.

Un segno simile a quello ricevuto da Edipo esule a Colono: “ktuvphse Zeuv~ cqovnio~ (Sofocle, Edipo a Colono, 1604)  tuonò Zeus infero poi spronò il vecchio vagabondo: tiv mevllomen cwrei`n;” che  cosa aspettiamo a muoverci? E’ un pezzo che indugi  1627-1628.

Edipo obbedisce.

 

Spero che anche i segni buoni dati da Mattarella a partire dal discorso di fine anno scuotano le coscienze di molti e contribuiscano a smontare questa orribile moda della prepotenza, della violenza, questo trionfo della morte che avvilisce tante persone e mortifica troppe creature.

Bologna 30 marzo 2024 ore 20, 5 giovanni ghiselli

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Errata corrige: il link della prossima conferenza.

Errata corrige: questo è il link per seguire online l'incontro dell'8 aprile sulla seconda parte del romanzo di T. Mann La Montagna incantata https://meet.google.com/dtq-ssvm-ewv?authuser=0

Saluti

giovanni ghiselli.

 

Luce e oscuramento. Desiderio di Pace.


 

Domani torna l’ora legale. Ne sono contento per l’aggiunta di luce fin oltre le otto di sera. Potrò fruire dalle 19 e 30, dopo il lavoro pomeridiano, di  una seconda borsa di studio illuminata.

La prima è il giro ciclistico meritato con lo studio delle ore antimeridiane.

 

Purtroppo un’altra luce si sta invece spengendo.

Sembra che stia calando la notte su gran parte dell’umanità. E’ tanto oscurata, acciecata e assordata nell’anima e nel corpo da non essere più in grado di vedere e sentire la mancanza di pace come mancanza che colpisce noi tutti.

 

“Forse che anche da questa sagra mondiale della morte, da questa voluttà smaniosa e maligna che incendia tutt’intorno il piovoso cielo della sera, potrà un giorno innalzarsi l’amore?

FINIS OPERIS ”

Sono le parole conclusive  del romanzo di Thomas Mann La montagna incantata uscito 100 anni or sono.

 

Bologna 30 marzo 2024 ore 10 giovanni ghiselli

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l’otto di aprile dalle 17  esporrò e commenterò nella biblioteca Ginzburg la seconda parte del romanzo centenario che parla di noi 

 

 

Bologna 30 marzo 2024 ore 9, 55 giovanni ghiselli

Si può seguire anche collegandosi da lontano

Link della riunione

meet.google.com/xss-fwkm-kzu

 

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venerdì 29 marzo 2024

Parole di pace nei testi sacri.

 

Il personaggio Settembrini  parla contro la pena di morte: “citò persino il versetto “mia è la vendetta”.

(cfr. Deuteronomio 32 n. d. r).

E conclude: “Lo Stato non può ripagare il male con il male” (T. Mann, La Montagna incantata,  p. 679.

 

Ora cfr. Paolo Ai Romani. “Nolite esse prudentes apud vosmet ipsos, nulli malum pro malo reddentes  (…) si fieri potest , quod ex vobis est, cum omnibus hominibus pacem habentes;  non vosmetipsos vindicantes , carissimi, se date locum irae, scriptum est enim: “mihi vindicta, ego retribuam, dicit Dominus. Sed si esuriet inimicus tuus ciba illum; si sitit, potum da illi (…) Noli vinci a msalo , sed vince in bono malum  12, 16-21.

Non reputatevi saggi da voi stessi, non rendete a nessuno male per male (…) Se possibile, per quanto sta in voi, rimanendo in pace con tutti; non vendicandovi da soli , carissimi, bensì lasciate fare all’ira divina, infatti sta scritto: “ a me la vendetta, sarò io a ricambiare, dice il Signore.

Piuttosto se il tuo nemico avrà fame (peina`/ in greco, ha fame), nutrilo (ywvmize ajutovn); se ha sete dagli da bere (…) Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

Dovrebbero essere parole prescrittive tanto per gli Ebrei quanto per i Cristiani cattolici, protestanti e ortodossi

 

Bologna 29 marzo 2024 ore 11, 58 giovanni ghiselli

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giovedì 28 marzo 2024

Argomenti della Montagna incantata II- per la conferenza dell’otto aprile.


 

Parti del Quinto capitolo.

Da Capricci di Mercurio a Notte di Valpurga.

 

I tisici dissoluti. Le storie d’amore erano attraenti siccome avventurose. (Escludevano la tristezza del matrimonio) .

Quando si aspetta. il tempo è un ostacolo. Chi vuole essere amato fa aspettare

Settembrini se la prende con l’inattività Asiatica. Vorrebbe erigere nell’atrio un altare a Pallade Atena. Cfr. Simmaco e l’altare della Vittoria nel senato (IV secolo d. C.

Nel sanatorio prevale l’Asia. Claudia è Circe. Entrambe di provenienza asiatica (Circe maga figlia del sole, sorella del re Eeta della Colchide sotto il Caucaso)

Settembrini suggerisce di onorare la bellezza e la felicità del corpo umano, e invece disprezzarne la gravità e l’inerzia, aborrirne la malattia e la morte

Il ritratto di Claudia fatto da Radamanto ingelosisce Hans e gli fa dire che la medicina è una disciplina umanistica. Cfr. Carlo Flamigni

Per imparare le discipline umanistiche, aggiunge Hans, bisogna studiare le lingue antiche che curano l’elemento formale. Il latino è contro l’incuria

Claudia indossava costumi che richiamavano quelli del mugik russo, armonizzati con la sua fisionomia tartara e i suoi occhi da lupo della steppa. La posizione degli occhi era finnico-mongolica.

 

Hans e Joachim fanno i Samaritani. Visite da fratelli di carità ai malati gravi. Buffa la cosiddetta Strapiena. Nelle malattie non manca un aspetto comico.

La notte di Valpurga un capitolo chiave. E’l’ultima notte di carnevale del 1908

Settembrini manda a Hans versi del Faust di Goethe

Come vede Claudia con le braccia scoperte delicate e fresche, di un bianco straordinario, Hans ne rimane sconvolto e mormora “Oh mio Dio!” p. 479

Settembrini lo mette in guardia da quella Lilith, ma il giovane va dall’amata a chiederle in prestito una matita.

Corteggiamento da vedere tutto pagine 42-49 nei miei appunti

Claudia è ritrosetta come la giovinetta Andalusa di cui si canta nella Traviata ma Hans pur follemente innamorato non è da meno

del personaggio

“Piquillo un bel gagliardo
biscaglino mattador:
forte il braccio, fiero il guardo,
delle giostre egli è signor”.

 

Claudia attribuisce ai tedeschi maggior riguardo per l’ordine che per la libertà ma Hans replica in maniera geniale: “ Ciò che tutta l’Europa chiama libertà è forse qualcosa di piuttosto pedante e borghese, se lo si confronta con il nostro  bisogno di ordine”.

Hans dice all’amata che starle vicino è come un sogno

Claudia gli dà del borghese, umanista e poeta, il tedesco come si deve

Hans le contrappone la qualifica ricevuta da Settembrini “non siamo per niente come si deve. Siamo forse, assai semplicemente, riottosi figli della vita”. Cfr. Tonio Kröger come “borghese sviato”. Un problema presente in molti romanzi di Thomas Mann.

Quindi Claudia gli dà del piccolo sognatore abbastanza speciale e annuncia la sua partenza per il giorno dopo.

Poi l’amata rintuzza la gelosia di Hans dicendo che la morale non va cercata nella virtù, nella ragione, nella disciplina, nei buoni costumi ma nel peccato, nell’abbandonarsi al pericolo che ci distrugge. E’ più morale perdersi che conservarsi. I grandi moralisti sono uomini che si sono avventurati nel male, grandi peccatori che hanno imparato e insegnano a inchinarsi verso la miseria.

 

Un giorno lontano l’amica Antonia mi predisse che dopo tanto libertinaggio sarei diventato santo come Agostino. Credo anche io che per superare davvero il male, per ripudiarlo, bisogna conoscerlo.

 

Hans insiste a darle del tu. Dare del lei gli sembra la quintessenza della pedanteria.

Finalmente Claudia si scioglie. Gli fa: “sei un ragazzo per bene dai modi attraenti”.

Hans dice che la sua febbre, il  cuore accelerato e il tremito delle sue membra sono i sintomi dell’amore che sente per lei da quando l’ha vista e riconosciuta.

Amare, come ho già detto, è riconoscere e ricordare. Abbiamo nella mente e nel cuore della figure archetipiche simboli di amore, oppure odio, o paura.

Siccome il simbolo è la metà di un contrassegno, come vediamo l’altra metà lo completiamo e riconosciamo.

Hans le dice che aveva già amato l’immagine di lei quando l’aveva vista in un compagno di scuola, Hippe Pribislav al liceo, uno mezzo slavo, con gli occhi da Kirghiso anche lui.

“Io ti amo da sempre”.

“Piccolo borghese,  davvero mi ami tanto?” e gli accarezza i capelli sulla nuca.

Hans esaltato da quel contatto fa un’apoteosi del corpo umano, della sua bellezza, della sua simmetria. Amarlo è una tendenza estremamente umanitaria, una potenza educativa più che tutta la pedagogia. Descrive di fatto il corpo femminile con le floride mammelle e il sesso oscuro fra le cosce.

Quindi la preghiera finale: “lascia che io posi devotamente la mia bocca sull’Arteria femoralis che batte sulla parte anteriore della tua coscia per diramarsi più in basso nelle due arterie della tibia! Lascia che io senta il profumo che esala dai tuoi pori e sfiori la tua peluria umana immagine di acqua e di albumina destinata all’anatomia della tomba e lascia che muoia le mie labbra sulle tue!”

A questo punto Claudia lo incoraggia e infine lo invita in camera sua

“Sei un tipo galante che sa fare la corte in maniera approfondita, proprio alla tedesca”. Poi mise sulla testa il cappellino di carta che si era tolta e aggiunse

“Addio mio principe Carnevale Le predìco che stasera avrà qualche brutta linea di febbre”

Si avviò verso la porta e con la mano sullo stipite disse N’oubliez pas de me rendre mon crayon

 

Bologna 28 marzo 2024 ore 19, 40 giovanni ghiselli

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La gita “scolastica” a Eger. Prima parte. Silvia e i disegni di una bambina.

  Sabato 4 agosto andammo   tutti a Eger, famosa per avere respinto un assalto dei Turchi e per i suoi vini: l’ Egri bikavér , il sangue ...