venerdì 29 marzo 2024

Parole di pace nei testi sacri.

 

Il personaggio Settembrini  parla contro la pena di morte: “citò persino il versetto “mia è la vendetta”.

(cfr. Deuteronomio 32 n. d. r).

E conclude: “Lo Stato non può ripagare il male con il male” (T. Mann, La Montagna incantata,  p. 679.

 

Ora cfr. Paolo Ai Romani. “Nolite esse prudentes apud vosmet ipsos, nulli malum pro malo reddentes  (…) si fieri potest , quod ex vobis est, cum omnibus hominibus pacem habentes;  non vosmetipsos vindicantes , carissimi, se date locum irae, scriptum est enim: “mihi vindicta, ego retribuam, dicit Dominus. Sed si esuriet inimicus tuus ciba illum; si sitit, potum da illi (…) Noli vinci a msalo , sed vince in bono malum  12, 16-21.

Non reputatevi saggi da voi stessi, non rendete a nessuno male per male (…) Se possibile, per quanto sta in voi, rimanendo in pace con tutti; non vendicandovi da soli , carissimi, bensì lasciate fare all’ira divina, infatti sta scritto: “ a me la vendetta, sarò io a ricambiare, dice il Signore.

Piuttosto se il tuo nemico avrà fame (peina`/ in greco, ha fame), nutrilo (ywvmize ajutovn); se ha sete dagli da bere (…) Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

Dovrebbero essere parole prescrittive tanto per gli Ebrei quanto per i Cristiani cattolici, protestanti e ortodossi

 

Bologna 29 marzo 2024 ore 11, 58 giovanni ghiselli

p. s.

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