Nella Fedra di Seneca, Ippolito menziona il diritto del più forte tra gli aspetti della decadenza succeduta alla fine dell’età dell’oro: “ venit imperii sitis/cruenta; factus praeda maiori minor; pro iure vires esse" (vv. 544-545), arrivò la sanguinaria sete di impero; il più piccolo divenne preda del più grosso: al posto del diritto c'era la forza.
Manzoni riprende il tovpo" della violenza del potere nell' Adelchi quando il protagonista ferito consola il padre sconfitto:"Godi che re non sei; godi che chiusa/all'oprar t'è ogni via: loco a gentile,/ad innocente opra non v'è: non resta/che far torto, o patirlo. Una feroce/ forza il mondo possiede, e fa nomarsi/Dritto.." (V, 8). E' il diritto del più forte. Oggi prevale la forza di armi ben più potenti di quelle del tempo di Carlo Magno e di Manzoni
Parini in Il Mattino (prima parte di Il Giorno) aveva già ricordato questo “dritto” stravolto: “e ben fu dritto/se Cortes e Pizzarro umano sangue/non istimar quel ch’oltre l’Oceàno/scorrea le umane membra, onde tonando/e fulminando/, alfin spietatamente/balzaron giù da’ loro aviti troni/re messicani e generosi Incassi;/poiché nuove così venner delizie,/o gemma degli eroi, al tuo palato!” (vv. 149-157).
Bologna 7 marzo 2024 ore 11, 58 giovanni ghiselli.
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