Sentiamo Teognide:"La cosa migliore di tutte per quanti vivono sulla terra è non essere nato (mh; fu'nai)/e non vedere i raggi del sole abbagliante,/ma una volta nati, al più presto varcare le porte dell'Ade,/e giacere sepolto sotto gran massa di terra" (Silloge , vv. 425-428).
Che cosa ci salva da questa triste saggezza del Sileno?
Secondo Hans Castorp di T. Mann salvifico è l’amore: L’amore si oppone alla morte, lui solo, non la ragione è più forte della morte (…) In nome della bontà e dell’amore, l’uomo non deve concedere alla morte il dominio sui suoi pensieri ” (La montagna incantata, Sesto capitolo, Neve).
Nietzsche invece sostiene che è stata la bellezza a giustificare l’esistenza umana. La bellezza contro il terrore del Caos primordiale.
“Il Greco conobbe e sentì i terrori e le atrocità dell’esistenza: per poter comunque vivere, egli dové porre davanti a tutto ciò la splendida nascita sognata degli dèi olimpici. L’enorme diffidenza verso le forze titaniche della natura, la Moira spietatamente troneggiante su tutte le conoscenze, l’avvoltoio del grande amico degli uomini Prometeo, il destino orrendo del saggio Edipo, la maledizione della stirpe degli Atridi, che costringe Oreste al matricidio, insomma la filosofia del dio silvestre con i suoi esempi mitici, per la quale perirono i malinconici Etruschi –fu dai Greci ogni volta superata, o comunque nascosta e sottratta alla vista, mediante quel mondo artistico intermedio degli dèi olimpici. Fu per poter vivere che i Greci dovettero, per profondissima necessità, creare questi dèi: questo evento noi dobbiamo senz’altro immaginarlo così, che dall’originario ordinamento titanico del terrore fu sviluppato attraverso quell’impulso apollineo della bellezza, in lenti passaggi, l’ordinamento divino olimpico della gioia, allo stesso modo che le rose spuntano da spinosi cespugli" (F. Nietzsche, La nascita della tragedia, capitolo 3)
Queste due posizioni trovano una sintesi in quello che dice Diotima a Socrate nel Simposio di Platone: Amore è la tendenza a possedere il bene per sempre (206 a).
Amore è un parto nella bellezza secondo l'anima e secondo il corpo:"tovko" ejn kalw'/ kai; kata; to; sw'ma kai; kata; th;n yuchvn" ( 206 b).
Per la procreazione è necessaria la bellezza che è Moira e Levatrice nella procreazione. Amore infatti è desiderio di generazione e di parto nel bello (206 d).
Concludo con la gratitudine: una donna mi ha partorito, questa donna con altre mi hanno tenuto al mondo e mi hanno aiutato a trovare la bellezza e la gioia della vita.
E così sia.
Bologna 15 marzo 2024 ore 11, 40 giovanni ghiselli
p. s.
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