venerdì 1 marzo 2024

Desiderio di umanesimo. Quinta parte. Antiumanesimo e umanesimo.


 

Tre segni di antiumanesimo.

Il primo e più grave è a Gaza  dove si massacra un popolo intero. In quattro mesi di bombardamenti sono state uccise 28 mila persone in gran parte donne, bambine e bambini. Sono crimini che fanno rabbrividire ogni persona umana come ci hanno fatto rabbrividire quelli subiti dai bambini e dagli adulti ebrei.

Trovo ripugnante che ci siano politici e commentatori italiani i quali considerano la strage degli innocenti bambini palestinesi la giusta vendetta per le stragi subite dagli ebrei innocenti.

Bestialità feroce invece di umanità, brutalità piuttosto che umanesimo.

 

Altro fatto antiumanistico e antiumano il trattamento subito a Budapest da Ilaria Salis.   “la Repubblica”  del 10 febbraio scorso cita: “il principale giornale conservatore ungherese, il Magyar Nemzet, ha pubblicato un editoriale contro Ilaria Salis: “Per questi simili reati 100 anni fa si sarebbe fatto ricorso alla lapidazione. Invece si sta tenendo un processo regolare per una ragazza stupida come una zucca”.

Infatti 100 anni fa era reggente d’Ungheria Miklós Horthy antisemita che poi divenne alleato di Hitler e Mussolini.

 

Un  segno di decadenza dell’umanesimo  molto meno grave dei due descritti sopra, ma per me comunque spiacevole, è il calo di iscrizioni al liceo classico di cui leggo a pagina 11 della cronaca di Bologna sempre del 10 febbraio: “Chi fa i conti con una perdita di neoiscritti (ma c’è ancora oggi) è il Minghetti, che continua a pagare la crisi del classico. “Lo scorso anno abbiamo chiuso a 250, siamo a 220, ma se crescono i tecnici è una buona cosa” dice il preside Roberto Gallignani”.

Credo che un preside di liceo classico non dovrebbe essere contento di una decrescita della sua scuola umanistica in favore di altre scuole.

Del resto la Presidente del consiglio tempo fa disse che il vero liceo classico è l’Istituto agrario. Scuola rispettabilissima, per carità, ma sono scuole diverse.

Io sono di parte, del resto ho dedicato la vita allo studio delle lingue e letterature classiche come fondamento della cultura europea.

Tengo diverse conferenze facendo tutto il mio possibile per tenere vivo il ricordo della sapienza umana degli autori che mi hanno insegnato a vivere umanamente. Dovrebbero essere maestri di popoli interi rimasti senza educatori.

 

Ritorno sul tema umanesimo  per non restare a metà come troppo spesso succede nelle dichiarazioni di molte persone dalla visibilità assidua e inconcludente, ininfluente..

Costoro suggeriscono mezzi espedienti o mezze misure e mezze azioni che non pongono termine, spesso nemmeno un limite ai massacri che sono tanti. Il più distruttivo è quello delle guerre di cui molto si parla ma pochi sono quelli che le condannano senza mezzi termini appunto, sicché le distruzioni continuano senza risparmiare nemmeno le bambine e i bambini. Anche l’uccisione delle bambine con le bombe sono femminicidi esecrandi ma non vengono fatti rientrare nell’orribile categoria.

 La velocità scatenata dei mezzi motorizzati è un’altra causa di morte e di lutti: escono dalle loro case persone vive, in gran parte giovani, e non vi tornano più.

 Quindi i limiti imposti alle corse su strada di automobili e motociclette, e le misure per attuare tale rallentamento, possono salvare tante vite di chi conduce questi veicoli e delle loro possibili vittime: pedoni e ciclisti.

Dunque pure questa misura presa per rallentare la velocità, il rumore, i disagi e i decessi è un atto di umanesimo.

 

L’umanesimo, l’ho detto più volte, è amore per l’umanità. 

Un amore che deve escludere ogni forma di violenza.

Non basta avere una forma umana. E’ necessario sapere di essere uomo

L’espressione più  sintetica di umanesimo è quella che il vecchio Sofocle attribuisce a Teseo  nell'Edipo a Colono : "e[xoid  j ajnh;r w[n"(v.567), so bene di essere un uomo.

Come si traducono in atti queste poche parole? Nell’accoglienza che il re di Atene offre a Edipo esule cieco, vagabondo, mendico e malfamato.  

In latino abbiamo il verso più noto e citato dell’Heautontimorumenos (77)  di Terenzio"  :"Homo sum: humani nil a me alienum puto ", sono uomo: tutto ciò che è umano mi riguarda.

E’ la risposta dell’anziano Cremete al vicino Menedemo che gli ha domandato perché si interessi tanto al suo eccessivo affaticarsi nel lavoro.

 

"Umana cosa è l'aver compassione degli afflitti" sono le prime parole del Decameron.

 

Ho citato tre testi tratti dalle letterature che un tempo si studiavano  per significare che è necessario anche resuscitare la scuola mortificata se si vuole davvero passare dalla cultura della violenza, ora divulgata perfino apprezzata e di moda, a quella dell’umanesimo.

Dobbiamo riprendere a leggere, studiare, imparare più e meglio di allora gli auctores accrescitori delle nostre vite, per non precipitare nella brutalità che sta dilagando.

 

Bologna primo  marzo 2024 ore 11, 55 giovanni ghiselli

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