Avevo dimenticato di citare fra’ Cristoforo di Manzoni sulla disputa della bastonabilità di un messo. Siamo nel V capitolo del romanzo.
Quello spensierato del conte Attilio sostiene “che un messo il quale ardisce di porre in mano a un cavaliere una sfida senza avergliene chiesta licenza, è un temerario, violabile, violabilissimo, bastonabile, bastonabilissimo”.
Come si è fatto giorni fa con le ragazzine e i ragazzini liceali che sfilavano pacificamente senza averne chiesto il permesso, aggiungo.
Il podestà sostiene che un ambasciatore è “persona sacra” e batterlo non è azione da cavaliere”. Quindi chiede il parere del frate. Poi aggiunge l’esempio dei “feciali” cioè i fetiales che i Romani mandavano a intimar le sfide agli altri popoli e non chiedevano licenza d’esporre l’ambasciata.
Infine pure Don Rodrigo assegna l’ardua sentenza al frate: “A lei, padre disse con una serietà mezzo canzonatoria”.
Frate Cristoforo cerca di sottrarsi al ruolo di giudice supremo. “Ho già fatto le mie scuse col dire che non me n’intendo” “Scuse magre” gridarono i due cugini: “vogliamo la sentenza”
“Quand’è così” riprese il frate, “il mio debole parere sarebbe che non ci fossero né sfide, né portatori, né bastonate” (I promessi sposi, V capitolo, righe 283-284)
.
Io sono d’accordo con “né bastonate”. Le sfide invece sono necessarie e sono altresì necessari i portatori delle sfide a tutte le crudeltà e le ingiustizie.
Bologna 9 marzo 2024 ore 11, 28 giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1468411
Oggi147
Ieri541
Questo mese3613
Il mese scorso10454
Nessun commento:
Posta un commento