NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 12 marzo 2024

L’umanità compiuta comporta anche la maturità.


 

Questo significa avere trovato un metodo, avere individuato la strada-ojdov~- da seguire senza traviarsi e mancare di giungere al completamento della propria identità

A questo proposito ripropongo alcune parole del Siddharta di Hermann Hesse : “La maggior parte degli uomini, Kamala, sono come una foglia secca, che si libra e si rigira nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino (...) Io sono come te. Anche tu non ami, altrimenti come potresti fare dell'amore un'arte? Forse le persone come noi non possono amare. Lo possono gli uomini-bambini: questo è il loro segreto" (Siddharta (del 1922 pp. 88-90).

 

Quanto all’impossibilità di amare degli uomini maturi credo che a loro non sia possibile amare quante e quanti vorrebbero fuorviarli dalla loro strada. Odisseo per esempio non può amare Calipso che lo tiene prigioniero, né Circe, la maga che trasforma gli uomini in porci- hJ suw`n morfwvtria la chiama Cassandra nelle Troiane di Euripide (v. 437)-

 

La strada che ha scelto Ulisse è quella del ritorno a Itaca: il marito di Penelope e padre di Telemaco si è imposto di non dimenticare il ritorno che per l’aedo significherebbe dimenticare l’Odissea.

L’Itacese desiderava il ritorno sopra ogni cosa. Il tabù, il divieto che Odisseo si è imposto e sente con maggior forza è  novstou  laqevsqai (Odissea, IX, 97) “dimenticare il ritorno”. E’ il rischio che alcuni suoi compagni corrono dando retta ai Lotofagi, i mangiatori di loto, una droga che induce amnesia.

“L'espressione che Omero usa in questi casi è "scordare il ritorno". Ulisse non deve dimenticare la strada che deve percorrere, la forma del suo destino: insomma non deve dimenticare l'Odissea. Ma anche l'aedo che compone improvvisando o il rapsodo che ripete a memoria brani di poemi già cantati non devono dimenticare se vogliono "dire il ritorno"; per chi canta versi senza l'appoggio di un testo scritto "dimenticare" è il verbo più negativo che esista; e per loro "dimenticare il ritorno" vuol dire dimenticare i poemi chiamati nostoi , cavallo di battaglia del loro repertorio"[1]. 

 

 

 

Odisseo  è un uomo stabilizzante e ristabilizzante già nell’Iliade

Nel secondo canto ristabilisce l’ordine nell’esercito greco in preda alla confusione

Egli parla alla truppa disordinata, ricompattandola.

Sono caratterizzanti le parole che l’Itacese rivolge all'assemblea  dopo avere imposto il silenzio. Egli accusa i soldati di essere come bambini piccoli o come donne vedove w{" te ga;r  h] pai'de" nearoi; ch'raiv te gunai'ke"", Iliade  II, v. 289.

 Con queste parole mette in luce una distinzione tra l' uomo compiuto[2], egli stesso, capace di riflettere, parlare, agire, e  l'uomo bambino o l'uomo-comare querula, creature dalla ragione meno sviluppata.

Nel I canto dell’Odissea, i compagni di ritorno di Ulisse, tutti morti, vengono ricordati come:"stolti (nhvpioi) che divoravano i buoi del Sole/Iperione: ma quello tolse loro il dì del ritorno" (vv. 8-9).

-nhvpioi: è formato dal prefisso negativo nh-(simile ad aj-privativo)+ la radice ejp- sulla quale si forma e[po", "parola" e dunque corrisponde al latino infans  (formato dal prefisso negativo in- +fans  di fari =parlare). La manifestazione più evidente della stoltezza è dunque l'incapacità di parlare poiché chi non possiede la parola non ha neppure le idee e non controlla la mente.

Odisseo invece è l’uomo capace di parlare catturando l’attenzione e  affascinando: Alcinoo dice a Odisseo che ha morfh; ejpevwn, bellezza di parole kai; frevne~ ejsqlaiv e saggi pensieri e che il suo racconto è fatto con arte, come quello di un aedo (Odissea, XI, vv. 367-368).

 

Bologna 12  marzo 2024 ore 17, 52 giovanni ghiselli

 

p. s.

Il sole nel mio studio tramonta alle 18, 03.  Una bellissima borsa di studio.

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[1]I. Calvino, Perché leggere i classici , pp. 15-16.

[2] l' a[ndra del primo verso dell'Odissea

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