NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 7 marzo 2024

Breve introduzione a La montagna incantata di T. Mann.


Lunedì 18 marzo dalle 17 alle 18, 30  presenterò l’intero romanzo nella biblioteca Ginzburg di Bologna. Si può seguire anche on-line. La partecipazione è gratuita ma bisogna prenotarsi.

Il telefono della biblioteca è 051-466307

 

Thomas Mann  1875-1955

Il fratello maggiore Heinrich 1871-1950.

 

 

La montagna  magica (Der Zauberberg.) 1924.

Mondadori, Milano, 2010

Traduzione di Renata Colorni che ha cambiato il titolo cui sono abituato.

In effetti Il flauto magico in tedesco è Die Zauberflöte

 

Il protagonista è  Hans Castorp. La vicenda si svolge alla vigilia della prima guerra mondiale, negli anni 1907-1914.

T. Mann vuole fare centro con la parola che scocca dall’arco teso e si conficca nel bersaglio dove rimane oscillante.

 

Cfr. Alfonso Nitti di Una vita (1892) di Svevo: “Scriveva, ma poco; il suo stile poco solido ancora, la parola impropria che diceva di più e di meno e che non colpiva mai il centro, non lo soddisfaceva” (p. 63)

 

La Montagna incantata è scritta molto bene dal punto di vista retorico ed è molto ricca tanto culturalmente quanto politicamente.

 

Cfr. insperata atque inopinata verba praeter spem atque opinionem audentium aut legentium  di Frontone. Ep. Ad M. Caesarem ossia al giovane Marco Aurelio 4, 3, 3. sarà augusto da 161 al 180.

Parole inaspettate e inattese estranèe all’opinione comune di quelli che ascoltano e leggono.

E’ lo xenikovn, il peregrino raccomandato da Aristotele.

 

La metafora per esempuo possiede in massimo grado chiarezza (to; safev~), piacevolezza (to; hJduv) e stranezza (to; xenikovn), e non è possibile prenderla da altri (Retorica , III, 1405a).

 

Orazio Ars poetica 47- 48:: “dixeris egregie notum si callida verbum-reddiderit iunctura novum”, avrai detto molto bene se una concordanza avveduta avrà rinnovato una parola già usata.

 

Lo stile bello distingue il greco dal barbaro.

Parlare e scrivere male fa male all’anima (Platone, Fedone 115e).

 Culto della parola: il sofista Gorgia.

Cfr. Enrico VIIII   di Shakespeare: It is a kind of good did to say well III, 2, 153. E’ il re che pala con Wolsey

 

 Freud: “Quando siamo bambini, l’Io assume meccanismi difensivi dai pericoli e da adulto li conserva anche se quei pericoli non sussistono.

Il protagonista Hans Castorp è stato abituato all’ordine e teme il disordine ma è attirato da Claudia Chauchat una giovane donna dalla vita disordinata fino a essere equivoca.  

 

Questo romanzo contiene il discorso educativo ricco di letteratura, quello culturale- storico-politico,  e quello amoroso ricco di  psicologia.

 

Personaggi

Nafta il comunista mezzo gesuita e Settembrini rappresentano il conflitto tra la reazione (con simpatia per il Medioevo) e l’illuminismo umanistico.

Hans si innamora di Clawdia Chauchat dai sottili occhi kirghisi, dagli alti zigomi slavi, dalla voce velata. Questa donna è il genius loci: quel genius loci la cui intima silhouette egli recava su un cuore violentemente scosso (in Mutamenti, p. 515).

 Il genius loci è un’entità naturale o sovrannaturale legata a un luogo

L’aveva conosciuta in un’ora di dolci enormità, cui nessuna lieta canzoncina delle terre basse poteva adattarsi.

Come alchemico lapis philosophorum , Claudia accende Hans; come Beatrice è “la sua guida attraverso le nove sfere rotanti del paradiso”

Ma è anche Lilith, Circe e Venere. Glielo dice Settembrini che vuole essere il Virgilio di hans Castorp- Dante (Da soldato a uomo, p- 767)

Claudia lo conduce lungo un sentiero di formazione spirituale.

Nafta è un misto corrosivo di comunismo radicale e cattolicesimo oscurantista.

Settembrini , illuminista liberale, amico della vita cattura la simpatia di Castorp che però non si schiera perché entrambi sono privi di ordine e chiarezza e perdono di vista l’uomo concreto. Sono lontani dalla vita che è amore. C’è nel romanzo una oscillazione continua del pendolo tra l’amore la malattia e la morte.

I due aspiranti educatori sono invero degli umbratici doctore siccome non hanno esperienza di vita.

 

Cito intanto una frase chiave che può riguardare anche la prossima conferenza sull’umanesimo.

L’amore si oppone alla morte, lui solo, non la ragione è più forte della morte” (p. 733, Neve) “In nome della bontà e dell’amore, l’uomo non deve concedere alla morte il dominio sui suoi pensieri” (p. 734) è l’unica frase interamente in corsivo di tutto il romanzo.

Cfr. Sofocle, Antigone, 523" ou[toi sunevcqein ajlla; sumfilei'n e[fun", (v. 523), certamente non sono nata per condividere l'odio, ma l'amore

Freud in Al di là del principio del sapere scrive che l’eros  è la forza che spinge a “connettere tra loro le sostanze organiche in unità sempre più vaste”. Cfr. Empedocle Filovth~ e Nei`ko~.

   

Peeperkorn venera la vita come una divinità calata nell’immanenza

“Parla da ubriaco con Hans e dice che la vita è femmina “una femmina che si offre distesa coi turgidi seni accostati, e il grande e soffice ventre tra i fianchi larghi, le braccia sottili, le cosce tornite e gli occhi semichiusi, una femmina che con questa magnifica e irridente provocazione reclama il nostro massimo ardore, e tutta la tensione e il vigore del nostro desiderio, che dinanzi a lei si afferma o crolla” (p. 840, Vingt et un)

“tendeva le palme verso l’esterno come per una preghiera pagana. La sua grandiosa fisionomia ancora soffusa di gotico dolore, assunse un’espressione voluttuosa, d’un tratto apparve sulla sua guancia perfino una fossetta sibaritica (p. 846)

Se fallisci è una bancarotta, un’orrenda mortificazione. Infatti poi , dato che è malato, suicida.

Cfr. L’ira di Priapo nel Satyricon 132, 9-10 con l’apostrofe indirizzata al pene contumace.

Encolpio inveisce  contro la mentula che ha disertato:"erectus igitur in cubitum hac fere oratione contumacem vexavi:"quid dicis-inquam-omnium hominum deorumque pudor? nam nec nominare quidem te inter res serias fas est." (132, 9-10), drizzatomi dunque sul gomito strapazzai il renitente con queste parole più o meno:" che cosa dici-faccio- vergogna degli uomini tutti e degli dèi? Infatti sarebbe un sacrilegio perfino nominarti tra le cose serie.

Nietzsche nell’aforisma 339 della Gaia scienza ha scritto  “Sì, La vita è una donna”.

Il convito presieduto da Peeperkorn in Vingt et un, terzo episodio del Settimo capitolo, è un baccanale dionisiaco ed è  pure l’ultima cena di Cristo.  Questo uomo che mantiene Claudia è un olandese proveniente dalle colonie. Di fronte a lui Hans si sente piccolo ma riesce a far valere il diritto alla costumatezza. L’olandese allora moderò quel suo gesto di collera antidiluviana (p. 844 ).

Aveva alzato il pugno come il dio biblico.

Claudia si era assentata dal sanatorio ed era tornata con l’olandese

I due educatori richiamano ampie regioni della mappa spirituale dell’Europa: Settembrini l’umanesimo e l’illuminismo, la scienza moderna e il liberalismo, Naphta invece il culto arcaico e la religione medioevale, il Romanticismo e il Comunismo.

I personaggi presentano una profonda stratificazione mitopoietica

Hans Castorp ripercorre le orme di Odisseo, Enea, Dante, Faust e Wilhelm Meister con il suo apprendistato.

Claudia Chauchat è una russa francesizzata ed è pure Venere, Persefone, Circe, Lilith, lapis philosophorum e Beatrice.

 Il consigliere aulico Beherens funge da Radamanto, giudice dell’Ade,

 e dietro MYNHEER Peeperkorn si profilano le possenti ombre di CRISTO E Dioniso.

Devono dare un’immagine dell’Europa al tramonto.

Settembrini rappresenta l’Italia del Rinascimento e del Risorgimento, ma anche l’italiano tipico, il suonatore di organetto, la Francia dell’illuminismo e perfino l’economia di stampo inglese.

Naphta gli Ebrei dell’est, la Russia rivoluzionaria, la Spagna cattolica.

Hans la Germania che cerca di appianare i contrasti dei due educatori contrapposti.

Settembrini simpatizza con Prometeo e Satana quali ribelli e vindici della ragione

 Anche Claudia si situa nel mezzo con la sua indifferenza asiatica, gattina morbida e voluttuosa.

Castorp è contro la sanguinosa barbarie.

 

La montagna magica   (1924) precede di un anno il Processo  1925 di Kafka, di cinque anni Berlin Alexander Platz 1929 di Döblin, di sei anni il primo volume dell’Uomo senza qualità 1930 di Musil e inaugura quella grande stagione del romanzo tedesco. (Neumann). Del 1922 sono l’Ulisse di Joyce e  The waste land di T. S. Eliot. Hanno in comune il tema della decadenza.

 

Nel 1939 Mann tenne un discorso agli studenti dell’Università di Princeton: “Castorp è un sempliciotto, un amburghese figlio di papà e un mediocre ingegnere. Ma nel febbrile ermetismo della montagna sperimenta un accrescimento che lo rende capace di avventure morali, spirituali e sensuali che nel mondo detto ironicamente “terre basse” egli non avrebbe osato neppure sognare. Il protagonista è preda di un ermetico incantamento. Carattere onirico in quanto Ermes è il dio del sonno e dei sogni. Ma si può pensare anche alle Baccanti e Alla morte a Venezia (1912)

Ermetico significa che chiude impedendo ogni passaggio, dall’invenzione attribuita a Ermete Trismegisto di chiudere le ampolle di vetro usate in alchimia fondendone i bordi.

A p. 756 (Da soldato a uomo) Castorp parlando con Naphta dice che “ermetismo è una parola magica. Gli fa venire in mente i barattoli di vetro  che la governante di Amburgo teneva allineati sugli scaffali della dispensa. Barattoli con chiusura ermetica pieni di frutta, di carne e di molte altre cose. Conservano il cibo per anni. Così la magia sta nel fatto che il contenuto è sottratto al tempo, ne è stato ermeticamente isolato (p. 756).

C’è cultura con ricordo di libri letti ma ci sono anche ricordi dei fatti della vita.

Nel Fuoco 1882 di D’Annunzio c’è l’immagine dell’estate defunta che racchiusa in un involucro opalino da un vetraio di Murano attende l’ora di risorgere.

Ermetismo è una dottrina mistico-filosofica tardo ellenistica. Risale agli scritti del Corpus Hermeticum. attribuiti a Ermete Trismegisto ρμς oJ trismevgisto~ Mercurius ter Maximus.

Nel suo complesso, la "letteratura ermetica" è una categoria di papiri contenenti incantesimi e procedure di iniziazione. Nel dialogo Asclepio (dal dio greco della salute), facente parte del Corpus Hermeticum, è descritta ad esempio l'arte della telestiké cioè di richiamare o imprigionare gli angeli o i demoni all'interno di statue, con l'aiuto di erbe, gemme e profumi; sono descritti anche i metodi per far parlare e profetizzare tali figure

Ermetico è dunque ciò che si sottrae allo scorrere del tempo, ma anche alla morte (Ermes psicopmpo),  alla medicina, al commercio, ai rapporti tra i popoli. Tutto nel romanzo è avvolto in un’aria mitica, tutto è sfiorato dal caducĕo di Ermes, dal suo scettro (una verga con due serpenti attorti).

Tutto il romanzo ha consistenza mitologica: una discesa agli inferi o alla ricerca del santo Graal.

I due medici del Berghof sono paragonati a Minosse e Radamanto, Settembrini è il Satana razionalista, che ha tratti in comune con il Prometeo di Eschilo, con il Mefistofele del Faust; Clawdia è Venere, e Castorp ha somiglianze con Tannhäuser (Wagner 1845), il cavaliere  cantore trattenuto da Venere sulla montagna (Venusberg)

 

Mann in una conferenza tenuta nel 1942 su Giuseppe e i suoi fratelli  (4 parti uscite tra il 1933 e il 1943) disse che Castorp era solo in apparenza l’eroe;  è invece  l’uomo con i suoi interrogativi religiosi su se stesso e sul significato della vita. L’uomo come problema

 Cfr. polla; ta; deinav  lo squilli iniziale del I stasimo dell’Antigone, dell’Antigone. Castorp vede tutto in modo problematico.

 Un romanzo umanistico, romantico e mistico.

Esiguità dell’intreccio e vastità delle riflessioni che rendono degni di nota dettagli insignificanti. Il dettaglio viene messo in primo piano dagli inusitata e inopinata verba. P. e. . Radamanto, il dottore che dice al paziente di turno da visitare: “avanti il prossimo delinquente!”

Non mancano aspetti comici

 

Già negli anni Settanta dell’Ottocento c’era stata la reazione neoromantica allo spirito positivista del XVIII SECOLO.

 Erano tornati il fiabesco, il simbolico, il mistico

Mann lo definì Zeitroman, “romanzo sul tempo, romanzo di un’epoca.

Il tempo nel sanatorio è un eterno ritorno delle stagioni-

Anche “storia ermetica” nello stesso epilogo del romanzo (p. 1069). Probabilmente intende una storia onirica in quanto Ermes era il dio dei sogni. Nel IV dell’Eneide compare in sogno a Enea.

Castorp è un giovane uomo come tanti che nel sanatorio di Davos conosce l’iniziazione erotica alla vita. Egli cerca una ragione sufficiente per respingere la morte. Cfr. La sapienza silenica secondo Nietzsche è superata dalla bellezza e si ribalta nell’XI canto dell’Odissea.

 La simpatia per la morte può contenere un’energia creativa senza pari.

L’ascesa a Davos è anche una discesa agli Inferi.

Gli ospiti di Davos non vogliono tornare nella pianura dove il mondo è più malato che nel sanatorio ed è predestinato alla guerra mondiale. Cfr. i romanzi di Joseph Roth La marcia di Radetzky con la finis Austriae.

All’inizio Castorp non  vede niente: nemmeno quanto siano alte le cime delle montagne. Deve dunque imparare a vedere. Cfr Edipo re, Edipo a Colono: “ fwnh`/ ga;r oJrw`/  139Alla voce vedo-

Settembrini ammiratore dell’Inno a Satana del Carducci è una delle tante incarnazioni del razionalismo “diabolico” che popolano la letteratura tedesca, infatti cita spesso le battute di Mefistofele nel Faust di Goethe.

Faust che è senza Dio: “Gottlos ist er”, 11131 dice Bauci di Faust, “gli fa gola la nostra capanna e il nostro bosco”

Egli ricorda la prospettiva della pianura. Rappresenta quello che in Considerazioni di un impolitico T. Mann aveva definito “letterato della civilizzazione”. Naphta rappresenta piuttosto la cultura.

Comunque Settembrini richiama Castorp alla vita

Claudia è malata e non può avere figli, dunque rappresenta una tentazione erotica legata anche alla sfera della morte e pure della omosessualità in quanto il suo volto esotico ricorda a Hans quello di un suo compagno di scuola dagli occhi a mandorla.

E’ una donna sciatta e incantevole che si avvicina al tavolo da pranzo “con un passo curiosamente morbido e sinuoso” (p. 111).

Aveva una mano con un che di primitivo e infantile, come quella di una scolaretta, e quando si voltò, fece vedere zigomi larghi e occhi stretti

Il ritratto di Claudia aveva zigomi iperborei e occhi simili a tagli incisi in una pasta lievitata (127).

Claudia diventa per Hans l’immagine sublime della vita stessa.

 Poi Claudia parte ed entra in scena Leo Naphta che deve rilanciare le ragioni della morte. Mann ne fa un De Maistre aggiornato: esprime il principio reazionario intrinseco al Romanticismo tedesco. Eppure guarda con simpatia al comunismo.

 

I due maestri costituiscono le oggettivazioni di due parti della  coscienza di Hans. Cfr. i dissoi; lovgoi, i discorsi contrapposti di Protagora.

 Razionalismo europeo contro le argomentazioni del gesuita

I due pedagoghi si scontrano: Naphta è portavoce di Medioevo, Inquisizione, Romanticismo, autoritarismo e comunismo.

Settembrini di Rinascimento, illuminismo, liberalismo, democrazia.

 Castorp rimane scettico verso entrambi

Il sogno di Castorp sepolto dalla neve. Non manca la presenza di simboli erotici indicati da Freud come la scala dove Hans insegue Claudia.

Il sogno di Hans sotto la neve è uno snodo del romanzo ed è stato una vera crux per la critica interpretativa. Vede prima un paesaggio ameno, poi entra in un tempio dove due streghe seminude dilaniano le carni di un bambino e lo divorano. Poi pensa una frase che lo scuote dal torpore e lo spinge a salvarsi la vita: “In nome della bontà e dell’amore, l’uomo non deve concedere alla morte il dominio sui suoi pensieri” (p, 734).

E’ l’unica frase in corsivo di tutto il romanzo.

Quindi:  solo l’amore suggerisce buoni pensieri, non la ragione. Anche la  bella forma molto curata è  fatta di amore e bontà: forma e costumatezza di una comunità affabilmente assennata e di una bella condizione tra gli uomini” (p. 733). Buono è ciò che favorisce la vita e si oppone alla morte

Nel discorso Della Repubblica tedesca del 1922, Mann definisce il corpo umano come “il solo tempio del mondo” e la più sacra delle forme viventi.

Muore il cugino Joachim, e torna Claudia con Pietre Peeperkorn un olandese di Giava. Potrebbe essere portatore di un messaggio religioso.

L’olandese è profeta della vita. Arriva con Claudia che agli occhi di Hans è una vestale dell’amore. L’olandese è il nume tutelare di un credo vitalistico. Eppure è malato: ha la febbre quartana e una disfunzione della milza. Considera la propria malattia una catastrofe cosmica, un orrore inimmaginabile (p. 898)

“Il nostro sentimento è la potenza virile che risveglia la vita. La vita sonnecchia. Vuole essere ridestata alle ebbre nozze col sentimento divino”  Chi non ha più la forza di amare la vita deve uccidersi e lasciare il posto ai giovani. Sicché l’olandese si uccide. La vita è il dovere dell’uomo ma la morte è una verità superiore. Alla fine Hans parte per la guerra.

Forse l’intera Montagna incantata è la storia di un sogno.

 

Bologna 7 marzo 2024 ore 18, 49 giovanni ghiselli.

p. s.

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