E’ una lunga stagione. La prima che ho seguito davanti alla televisione è quella della banca dell’Agricoltura di Milano nel dicembre del 1969. Insegnavo da un mese lettere in una scuola media. Quella sera avevo la febbre e guardavo tristemente la televisione in una stanza dell’hotel Palace di Cittadella. Apparve assai presto Bruno Vespa, giovane ma già saputello, e disse subito che il mostro era già stato individuato e catturato: era il ballerino anarchico Pietro Valpredsa. Quando mi alzai e tornai in circolazione dissi che Valpreda doveva essere un capro espiatorio innocente siccome additato all’odio, al ludibrio e al linciaggio morale prima che venissero fatte delle indagini. Fui minacciato dal preside ma non rinnegai la prima impressione e i fatti mi diedero ragione.
Ieri c’è stata la strage di Mosca e di nuovo, per l’ennesima volta, saltano fuori tanti “esperti” che additano il colpevole, questo o quello. Sanno subito chi è stato. Hanno il coccodrillo pronto sia con il compianto dei morti sia con l’esecrazione degli stragisti.
Non possono non suggerire i nomi per lo meno dei probabili mandanti.
Tale procedimento è servito molte volte a coprire quasi sempre i mandanti veri.
Rivendico e ripropongo il metodo che mi diedi a venticinque anni e un mese di vita: chiedersi a chi giova la strage, poi indagare a tutto campo.
Bologna 23 marzo 2024 ore 17, 50 giovanni ghiselli
p. s.
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