Ho visto Zona d’interesse, un film non del tutto privo di qualità ma comunque sgradevole: ne sono uscito depresso. Tornando a casa in bicicletta in un primo tratto di strada mi è venuto in mente lo slogan abusato tratto dal saggio di Hannah Arendt che pochi hanno letto “la banalità del male”.
Sono tra i molti che non lo ha letto e non ho mai ripetuto la formula. Ieri ho capito perché. Arrivato qui a casa ho pensato che in certi momenti della storia il male non è solo banale, ma è pure normale, ossia è una moda seguita o subìta dalla maggioranza. Altrimenti non potrebbero accadere orrori come lo sterminio degli Ebrei o quello odierno dei civili palestinesi o il bombardamento delle città ucraine cui e ora anche russe, preludi, temo di una guerra mondiale che distruggerà l’Europa eppure è auspicata da molti.
Il male è normale oggi. Non solo il male più grosso delle guerre ma anche quello delle donne uccise, degli operai che muoiono sul lavoro, degli omicidi stradali impuniti perché ammazzare è normale, la prepotenza oggi è “normale” secondo troppe persone.
Dire la banalità del male a proposito degli stermini non è abbastanza; il male in certi periodi è la norma.
Il Pontefice che invoca la pace e auspica trattative è trattato come un delinquente, siccome volere il male e fare il male è normale, è di moda. Duemila anni di cristianesimo non hanno cambiato il mattatoio della storia umana.
Bologna 14 marzo 2024 ore 9 giovanni ghiselli
p. s.
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