Il latino come il formalismo della corte spagnola di Don Carlos di Schiller, è contro l’incuria ed è per la disciplina
Hans spiega al cugino Joachim: il latino torna in auge quando si parla dei morti, diventa la lingua ufficiale. La morte è una cosa speciale
Ma la lingua dei morti non è il latino aulico bensì quello della liturgia, un dialetto di monaci, un sordo e monocorde canto catacombale.
Questo latino non piacerebbe a Settembrini, non è roba da umanisti repubblicani o pedagoghi del suo tipo.
Esistono diversi orizzonti intellettuali: quello religioso e quello del libero pensiero. Io sono ostile al libero pensiero che Settembrini mi ha reso antipatico per la sua convinzione di avere l’appalto esclusivo della dignità umana, mentre anche l’orizzonte religioso ha una dignità umana e nobili formalità anche più del pensiero libero.
Nel Don Carlos di Schiller il re di Spagna Filippo II è molto formale e la regina gli dice: “Da me in Francia era diverso”.
Lei preferirebbe una vita più gaia, più umana. Ma che significa poi umano? Tutto è umano. Il timor di Dio e il compassato rigore di Filippo sono una degnissima forma dell’umano. Del resto talora “la parola “umano” può mascherare ogni specie di incuria e fiacchezza. In questo mi darai ragione” dice al cugino Joachim che è un militare, è per la disciplina e gli dà ragione. Hans gli dice che l’uniforme attillata, linda con il colletto rigido conferisce bienséance, decoro. Voi militari avete le gerarchie e l’obbedienza e vi rendete cerimoniosamente onore l’uno con l’altro il tutto con spirito ispanico che dovrebbe esserci anche tra noi borghesi. Sarebbe morale. Settembrini crede di avere l’esclusiva anche della morale.
Ma ognuno può rivendicare il diritto di pensare a modo suo.
Hans cita il Don Carlos: “Sire concedete libertà di pensiero” detto a Filippo II dal Marchese di Posa (III, 10).
Hans con questa citazione afferma la libertà di scegliere che Settembrini vorrebbe negare. (T. Mann, La montagna incantata, quinta parte, capitolo Danza macabra, p. 432 e 433)
Bologna 8 marzo 2024 ore 11, 52 giovanni ghiselli
p. s.
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