venerdì 1 marzo 2024

Umanesimo e brutalità. Sesta parte della conferenza che terrò alla Ginzburg.


 

“Il bruto è più tenace servo dell’assuefazione” secondo Leopardi (Zibaldone, 1762)

 

 

Brutale è la mancanza di spirito critico associato all’ignoranza, al conformismo e al servilismo. Non senza idiozia.

 

Ilaria Salis è in carcere a Budapest  mentre delle scritte con una croce celtica sono comparse qualche sera fa su un muro nei pressi dell’ambasciata d’Ungheria a Roma. Tra le frasi oltre a “Ilaria muori” , anche “Camerati liberi” e “Il fascismo non si processa”.

Ritorno su un post pubblicato diversi giorni fa.

 

Edith Bruck e Furio Colombo sul caso di Ilaria.

 

Nello quotidiano “la Repubblica” del 10 febbraio c’è un’intervista di Furio Colombo  a Edith Bruck, una scrittrice ebrea e ungherese che subì la persecuzione nazista.

Questo è l’esordio  di Colombo:

Edith Bruck, a te che hai avuto un’esperienza lunga e tremenda di deportazione che effetto ha fatto quello che è successo in Ungheria, il paese in cui sei nata? Parlo di Ilaria Salis, portata in un’aula di tribunale a Budapest incatenata mani e piedi e con il giuinzaglio, come fosse un animale. E’ una cittadina italiana che non ha commesso alcun reato importante, se non quello di manifestare conto i neonazisti”.

 

L’intervistata dichiara di essere “indignata, scioccata, addolorata” per “il trattamento medievale nei confronti di una donna che ha partecipato a una manifestazione antifascista. Non c’è nessun reato. Il vero problema è il clima che c’è oggi in Ungheria (…) Sono tornati il fascismo e l’antisemitismo (…) Ilaria è stata trattata come l’ultimo dei banditi senza avere commesso nulla di grave (…) Non dimentichiamo che l’Ungheria storicamente era fascista. Gli ungheresi hanno deportato noi ebrei nel ghetto, poi, dopo la guerra, hanno insegnato a scuola che furono i tedeschi a portarci via. Ma sono stati i gendarmi e i fascisti ungheresi che collaborarono con i nazisti a confinarci, prima che fossimo condotti nei lager”.

 

Furio Colombo ricorda “Poi è arrivata l’armata rossa”

 

Quindi Edith Bruck: “E improvvisamente sono tutti diventati comunisti. Caduti i muri nel 1989 sono diventati fascisti di nuovo (…) Il popolo applaude sempre il potere del momento. Quindi la democrazia non ha il tempo di crescere.

 

Furio Colombo interviene notando: “Il padre di Ilaria Salis finora ha agito con molta delicatezza e attenzione, ma il suo desiderio di riportare la figlia in Italia è stato respinto. Non c’è stata una richiesta esplicita di liberazione da parte della Presidente del consiglio, né da parte di ministri, parlamentari e politici italiani di destra”.

 

Chiarisco quanto ho premesso: questo servilismo nei confronti del potere, di ogni potere, per conformismo, per viltà, o per mancanza di spirito critico è un aspetto della brutalità associata all’ignoranza.

 

 

 

Riferisco l’ultima risposta di Edith Bruck nata in Ungheria nel 1931 e deportata nei lager nel 1944: “Purtroppo l’atteggiamento di questo governo di destra non mi meraviglia. Anche perché la ragazza è antifascista. Quindi non mi aspetto grandi gesti. Ma c’è un dovere dello Stato  ed è quello di fare tutto il possibile per questa cittadina italiana. Nessun paese può comportarsi così, trascurando un suo cittadino e lasciandolo marcire in una prigione disumana. E’ una cosa dolorosa, vergognosa per un’Europa cosiddetta civile. Essere antifascisti non è un delitto. Essere fascisti lo è”.

 

 

Cerco di fare “tutto il possibile”, il mio possibile, per suscitare lo spirito critico di chi mi legge nei confronti della prepotenza esercitata su una giovane donna in attesa di giudizio e maltrattata da un anno

 

Il giornale pubblica  anche una lettera dal carcere di Ilaria Salis. Questa giovane donna dà prova di  cultura letteraria, educazione umanistica e sensibilità umana. E’ accusata di essere una picchiatrice, non so se giustamente.

So che è tenuta in una  galera da un anno senza processo. Aggiungo che è  carina e ha uno stile elegante. Certo, se fosse chiarito e provato che è una belva incline a massacrare chi non la pensa come lei, non mi piacerebbe più.

Ma per ora mi sembra una vittima e  ho sempre parteggiato per le vittime se non altro perché lo sono stato più di una volta senza cedere mai del resto alle calunnie e alle prepotenze.

 Me la sono sempre cavata meglio dei miei detrattori.

Ilaria mi è simpatica, cioè condivido la sua sofferenza-sun+pavqo~- anche per il sorriso con il quale reagisce al dolore della cattiva clausura.

Sa reagire anche lei come l’eroe antico cedere nescius.

Trascrivo le ultime parole della sua bella lettera:

Mi dico: “Coraggio, Ila! Sempre a testa alta e con il sorriso. E quando uscirai di qui sarai più forte di prima”. Nei mesi seguenti mi impegnerò a fondo a onorare questa promessa e a crescere giorno dopo giorno, preparandomi per il momento in cui finalmente tornerò “a rivedere le stelle”.

 

 

Bologna primo marzo  2024 ore 17, 39 giovanni ghiselli

 

p. s.

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