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martedì 19 marzo 2024

Il corpo della donna.


 

Il vostro corpo è un’ara.

La Montagna incantata di Thomas Mann, un poemetto di Whalt Whitman,  un’Ode di Jòzsef Attila  poeta ungherese del Novecento. Sono inni al corpo umano, in particolare quello femminile.

Il disincanto di Cesare Pavese. Femminicidi nefandi in guerra e in “pace”.

 

 

Umanesimo da opporre all’anti- umanesimo che è odio per il meglio di quanto è umano.

 

Le malattie dell’organismo sociale rendono malati gli individui.

La malattia sociale più grave e deleteria è la guerra.

Si esulta per le missioni spaziali mentre qui sulla terra si commettono omicidi, massacri, genocidi. Aleggia tra i droni e altri “abominosi ordigni”, prodotti da una “scienza abbrutita”,  il disprezzo per la vita umana.

 Si distruggono i corpi di bambini e adulti, quando invece l’amore per la vita, per il corpo umano è l’attitudine  umanitaria che dovrebbe entrare in ogni paideia e in ogni catechismo.

La bellezza organica delle bambine, dei bambini, delle donne e degli uomini, la meraviglia dei capelli, dei volti, degli sguardi, delle membra, dovrebbe suscitare la nostra venerazione.

 Invece vediamo che se ne fa orrendo scempio.

 

Hans Castorp quando corteggia Claudia Chauchat di cui è innamorato le parla celebrando l’armonia del corpo umano:  “Oh incantevole bellezza organica che non è fatta né di pietra né di colori a olio, bensì di materia vivente e corruttibile, colma del segreto febbrile della vita e della decomposizione! Guarda la simmetria meravigliosa dell’umano edificio, le spalle e i fianchi e le floride mammelle ai due lati del petto, e le costole graziosamente appaiate e l’ombelico nel bel mezzo del tenero ventre, e il sesso buio tra le cosce! Osserva le scapole che si delineano sotto la pelle  della schiena, e la spina dorsale che scende verso la duplice e fresca magnificenza delle natiche, e i grandi rami delle vene e dei nervi che partendo dal tronco si diramano fino alle ascelle e come la struttura delle braccia corrisponda a quella delle gambe”.

 Quindi le chiede: “lascia che io posi devotamente la mia bocca sull’Arteria femoralis che batte sulla parte anteriore della tua coscia  per diramarsi più in basso nelle due arterie della tibia!”

Queste parole sono dette in francese da Hans,  ma io ho copiato la traduzione. Non ho mai studiato questa lingua e non la conosco.

(T.  Mann, La Montagna incantata, Quinto capitolo, Notte di Valpurga)

.

T. Mann ha tratto ispirazione per l’inno al corpo umano, quello femminile in particolare, dal poemetto di Walt Whitman  I Sing the Body Electric io canto il corpo elettrico del 1855 contenuto in Leaves of Grass, Foglie d’erba.

Cito gli ultimi versi della V parte.

As I see my soul reflected in Nature,
As I see through a mist, One with inexpressible completeness, sanity, beauty,/
See the bent head and arms folded over the breast, the Female I see.

Come vedo la mia anima riflessa nella Natura,

come vedo attraverso la nebbia, un Essere dalla inesprimibile completezza, salute, bellezza,/

vedo il capo ricurvo e le braccia piegate sul petto, la Donna vedo.

 

C'è una poesia di uno dei massimi poeti del Novecento, l'ungherese Jòzsef Attila  (1905-1937) che elogia la materia stessa di cui è fatta la donna:"I circoli del tuo sangue/tremano senza cessazione , come cespugli di rose./Portano l'eterna corrente,/perché sbocci l'amore sulle tue guance,/perché sia benedetto il tuo frutto./Il sensibile terriccio delle tue viscere/è tutto intessuto di mille radichette/che uniscono in brevi nodi/i fili sottili, sbrogliandosi, /perché le cellule accolgano i molti succhi/e le belle propaggini dei tuoi polmoni a foglia/sussurrino il canto della gloria loro!/L'eterna materia percorre felice/le gallerie delle viscere lunghe/e le scorie lasciano una ricca vita/nelle polle bollenti delle reni laboriose!/A onde si alzano in te le valli,/tremano in te le costellazioni,/si muovono i laghi, operano fabbriche,/s'agitano milioni di animali viventi,/insetti, /erbe lunghe,/crudeltà e bontà:/brucia il sole e incupisce la pallescente luce polare/e trascorre nei tuoi contenuti/l'eternità inconscia"[1].

La donna dunque è cosmo e dea. Poi, come il re carnevalesco, si ribalta nella visione dell’uomo che magari l’ha amata. Lo spiega Giasone a una giovane ierodula del tempio sull'Acrocorinto in un dialogo di C. Pavese:"Piccola Mèlita, tu sei del tempio. E non sapete che nel tempio-nel vostro- l'uomo sale per essere dio almeno un giorno, almeno un'ora, per giacere con voi come foste la dea? Sempre l'uomo pretende di giacere con lei-poi s'accorge che aveva a che fare con carne mortale, con la povera donna che voi siete e che son tutte. E allora infuria-cerca altrove di essere dio"[2].

Ultimamente non pochi uomini abbrutiti come la scienza di cui sopra ammazzano le donne. Anche questo orrore si associa al tramonto dell’umanesimo

 

 

Noi troppo spesso invece di corpi interi vediamo corpi mutilati, soprattutto di bambine bambini e  donne macellati, come in un mattatoio, dall’appetito disonesto di potere e denaro di quanto vogliono la guerra. Ora si sta preparando quella mondiale da una parte e dall’altra

 

Bologna 19 marzo 2024 ore 18, 20  giovanni ghiselli.

p. s.

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[1]Ode, 4 , in Lirica ungherese del '900 .

[2]Dialoghi con Leucò, Gli Argonauti .

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