mercoledì 3 settembre 2025

Nietzsche argomenti vari 65 Ecce homo. Perché io sono un destino 5, 7, 8.

Nietzsche argomenti vari  65 Ecce homo. Perché io sono un destino 5.

Osare la diversità affrontando la realtà vera e schivando quella falsa dei Lotofagi drogati. Come Odisseo

“Se l’animale d’armento brilla nello splendore delle più pure virtù, l’uomo eccezionale deve per forza essere degradato a malvagio. Se la falsità pretende a ogni costo che la sua ottica sia chiamata “verità”, l’uomo propriamente veritiero lo ritroveremo sotto i nomi peggiori. Zarathustra non permette dubbi su questo punto: egli dice proprio che la conoscenza dei buoni, dei “migliori”, è stato ciò che gli ha dato l’orrore per l’uomo in genere (…) egli non nasconde che il suo tipo di uomo, relativamente un tipo superumano, è superumano proprio in rapporto con i buoni, e  che i buoni e giusti chiamerebbero diavolo il suo superuomo”.

I “buoni” di oggi sono quelli di sempre: i conformisti che approvano il potere qualunque esso sia. Il conformista del romanzo di Moravia e del film di Bertolucci: l’eterno conformista Marcello Clerici.

Quelli che applaudivano Mussolini poi hanno approvato piazzale Loreto, quelli che erano comunisti a milioni nei primi anni Settanta e ora dicono che il comunismo è stato peggiore del nazismo. E così via.

Quindi Nietzsche cita alcune parole dallo Zarathusra 2- Dell’accortezza verso gli uomini. Il superuomo viene considerato come diavolo dai buoni conformisti.

Dove vige il provincialismo, una deviazione anche piccola dal conformismo è considerata un crimine.

A Pesaro diversi anni fa dissero a una mia conoscente che dovevo essere una carogna perché mi avevano visto pedalare sulla Panoramica verso mezzanotte. Non andavo ad ammazzare i grilli ma volevo smaltire il cibo prima di andare a dormire. Volevo anche osservare le stelle andando sul molo del porto dopo la salita e la discesa.

“ Il superuomo concepisce la realtà come essa è: è abbastanza forte per farlo-non è estraniato, separato da essa, è identico a essa, contiene in sé tutto ciò che la realtà ha di terribile e problematico e ciò solo può fare la grandezza dell’uomo”.

Fa pensare a Odisseo questo trovare in se stesso e osare nei fatti la complicità con la realtà vera, schivando quella finta dei Lotofagi drogati.

Nietzsche 126. Ecce homo. Perché io sono un destino 7

“La morale cristiana-la forma più maligna della volontà di menzogna, la vera Circe dell’umanità: la sua corruttrice”.

Credo che se fosse ancora vivo Nietzsche troverebbe l’attuale morale anticristiana ben più corruttrice di quella cristiana. C’è anche da dire che la morale clericale non ha niente di cristiano, niente di quanto si legge in gran parte del Nuovo Testamento. La morale di non pochi pontefici precedenti Francesco è piuttosto quella del Caiphas  pontifex, l’ ajrciereuv~ Kaiavfa~ citato sopra (da N. T. Giovanni, 11, 50).

“Non è l’errore in quanto errore a spaventarmi in questo quadro (…) è la mancanza di natura, è il fatto assolutamente raccapricciante che la contronatura stessa ha avuto gli onori supremi in quanto morale e ha continuato a pesare sull’umanità sotto specie di legge, di imperativo categorico”

Contronatura è fare morire in guerra tante persone di tutte le età e inviare sempre altre armi invece di strumenti di pace, contronatura è spendere miliardi per le armi quando ci sono miliardi di persone che soffrono il freddo, la fame, l’incuria, contronatura è mangiare più del necessario diventando brutti e malati. Contronatura è camminare per strada, pedalare la bicicletta, guidare l’automobile, mangiare seduti a un tavolo con altre persone e fissare il telefonino smanettandoci sopra.

Altri fatti contro natura secondo Nietzshe:“Che si sia imparato a disprezzare gli istinti primari della vita; che si sia finta l’esistenza di un’ ”anima”, di uno “spirito” , per far andare in rovina il corpo”.

  Non  credo che l’esistenza dell’anima sia finta anche perché molto diverse sono le anime tra loro, né credo che l’anima debba essere messa in competizione con il corpo, anzi sono convinto che l’una possa valorizzare l’altro.Vedo al cinema attrici non belle che sono talmente brave da apparire più che belle con il passare dei minuti.

Torno a Nietzsche: contronatura è “che si sia imparato a considerare come qualcosa di impuro ciò che è il presupposto della vita, la sessualità; che si sia andati a cercare il principio del male nella profondissima necessità del crescere”.

Ora devo ricordare una frase di Cesare Pavese che ho scolpito nelle storie dei miei amori perché con questa attirai l’attenzione di una donna che mi piaceva molto. Elena mi domandò che cosa fosse l’amore secondo me e le tradussi in inglese queste parole del diario Il mestiere di vivere: “Se il chiavare non fosse la cosa più importante della vita, la Genesi non comincerebbe di lì”. Sentendo queste parole la bella donna, che fino a quel momento era stata quasi supponente con me che la corteggiavo, si accorse che non ero una persona qualunque. La avvertii che il detto non era mio. Anche lei non era una persona comune e mi fece: “il fatto che le ricordi e me le dici è comunque un segno buono della tua anima”. Il nostro amore durò solo un mese ma lo ricordo come il più importante della mia vita tra i pochi precedenti e i non pochi successivi. Eravamo giovani allora e i tempi erano favorevoli alle ragazze e ai ragazzi. Laureati entrambi da pochi mesi, avevamo già il lavoro a tempo indeterminato. Potevamo scegliere di cambiarlo ma non perderlo, per nessuna ragione. Era un mondo e una società meno innaturali di questi. In quasi tutta l’Europa.

Ma torno a Nietzsche: “Quindi si è visto un valore superiore, ma che dico! Il valore in sé! Nei segni tipici del declino e della contraddizione degli istinti (…) hanno insegnato a considerare valori sommi solo i valori della décadence. La morale della rinuncia a sé è la morale della rovina par excellence , il fatto “io perisco”tradotto nell’imperativo ;

: “dovete tutti perire” (…) nega la vita nel suo ultimo fondamento”.

 

Pensate a quanti oggi vogliono che la guerra proceda a oltranza mettendo a repentaglio la vita di milioni di Europei: Ucraini Russi et ceteri.

 

Nietzsche conclude questa settima parte con le seguenti parole: “i dottrinari, le guide dell’umanità, tutti i teologi erano dei décadents: perciò la trasvalutazione di tutti i valori in elementi ostili alla vita, perciò la morale …Definizione della morale-l’idiosincrasia di alcuni décadents che hanno la mira segreta di vendicarsi della vita- e ci riescono. Io do valore a questa definizione.

Nietzsche 127. Ecce homo. Perché io sono un destino 8

“Infine-ed è la cosa più tremenda-nel concetto dell’uomo buono si è preso il partito di tutto ciò che è debole, malato, malriuscito, sofferente di se stesso, di tutto ciò che deve perire-, si è invertita la legge della selezione, si è fatto un ideale di ciò che contraddice l’uomo fiero e benriuscito, colui che dice sì, che è certo dell’avvenire, che è garante dell’avvenire,-questi ormai viene chiamato il malvagio…E tutto questo fu creduto come la morale! Ecrasez l’infàme!”

Non è più così. Oggi il buono, il meritevole è il raccomandato vincente, il protetto dal potere, mentre l’infame da esecrare è lo sprotetto, il perdente, il fallito. Leggo di studenti universitari che si suicidano per orrore del fallimento. Questo colpisce la debolezza economica e sociale.

Nietzsche 128. Ecce homo. Perché io sono un destino 9

“Sono stato capito?- Dioniso contro il Crocifisso”.

 Eppure, come ho già ricordato alle nozze di Cana, prima di venire crocifisso dall’odio dei sacerdoti e dall’ignoranza della feccia aizzata, Cristo fece scorrere il vino come succede nelle Baccanti di Euripide guidate da Dioniso

 

Ricordo l’Epodo della Parodo

E’ cosa dolce nei monti, quando dai tiasi in corsa

Si cade a terra, indossando 136

il sacro indumento della nebride, cacciando

il sangue del capro ucciso, gioia di mangiare la carne cruda, spingendosi sui monti frigi, lidi, e il capo è Dioniso, 140

 evoè.

Scorre di latte il suolo, scorre di vino, scorre del nettare

delle api. -  Jrei` de; gavlakti pevdon,  Jre` d j oi[nw/-

Bacco sollevando 145

la fiamma ardente

dalla torcia di pino

come fumo di incenso di Siria

si precipita, con la corsa e

con danze eccitando le erranti

e con grida spingendole,

e scagliando nell'aria la molle chioma. 150

 

E insieme con urla di evoè grida così:

"O andate Baccanti,

 andate Baccanti,

con lo splendore dello Tmolo aurifluente,

cantate Dioniso 155

al suono dei timpani dal cupo tuono,

celebrando con urla di evoè il dio dell'evoè

tra clamori e gridi frigi

quando il sacro flauto melodioso 160

freme sacri ludi, che si accordano

alle erranti al monte, al monte: felice 165

allora, come puledra con la madre

al pascolo, muove il piede rapido, a balzi, la baccante.

 

Villa Fastiggi 3 settembre 2025 ore 18, 17 giovanni ghiselli.

p. s.

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