NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 16 aprile 2014

Quindicesima antologia del mio Twitter



Twitter 16 aprile

Nam mysterium iam operatur iniquitatis (Paolo, Ai Tessalonicesi. 2, 7) il mistero dell'iniquità è già all'opera. Io, del tutto arbitrariamente, traduco: infatti il ministero dell’ingiustizia già si adopera per riprodurla.

Sofocle chiama Apollo lykoktònos qeòs (Elettra, 6), dio uccisore dei Lupi che sono gli uomini empi, sfrontati, rapaci e guerrafondai.

Il potere di Renzi e delle sue luminose ragazze è solo un nome coperto da un fulgore ingannevole
Stanno nel luogo scivoloso dal quale sono sdrucciolati Letta il Giovane e Berlusconi il Vecchio.

Le sciocchine nominano le nonne. Intanto però tempus nos avidum devorat et chaos (Seneca, Troiane,  400). Oppure,  il tempo è il cormorano che ci divora

La Marcegaglia, ovvero il rinnovamento con Megera.

Guarda- mi disse-le feroci Erine.
 Questa è Megera dal sinistro canto
 quella che piange dal destro è Aletto.
 Tesifone è nel mezzo.
E taccio a tanto.

Il razzismo più odioso, si diceva una volta, è quello che divide in razze diverse gli  uomini dalle donne. Io lo dico ancora.

Perché, visto che ci siamo, non si stabilisce una quota nera per le persone di colore, una nerazzurra per gli interisti e così via?
E noi Pesaresi perché non abbiamo una quota? E i ciclisti, i ciechi di mente, quelli gaiamente ottenebrati, perché non ce l’hanno?. Chi parla di quote rosa, se è in buona fede è un perfetto imbecille, se in malafede è un farabutto e un buffone.


Un'altra vittoria come questa della Marcegaglia e Renzi è spacciato.

Molti politici italiani si professano cattolici e si comportano da farabutti.
Odiose sono le parole fallaci  di chi con il comportamento infama  dèi.
Gli dèi sono buoni.

Cfr. Pindaro, Olimpica IX,  37-38: to; loidorh`sai qeou;~ ejcqra; sofiva, ingiuriare gli dèi è odiosa sapienza.
Nell’Eracle di Euripide il protagonista dice di non credere ai miti che raccontano gli adultèri degli dèi. Il dio, se è veramente dio, non ha bisogno di nulla (1341 ss.) e questi sono miserabili racconti di aedi.
Nell’Ifigenia tra i Tauri , la protagonista rifiuta la credenza che Artemide gradisca i sacrifici umani. Non è possibile che Leto, la compagna di Zeus abbia partorito tanta stupidità (tosauvthn ajmaqivan, 387). Giudico non credibili (a[pista krivnw) anche i conviti di Tantalo[1] agli dèi, non credo che questi abbiano goduto del pasto del figlio, e ritengo che la gente di qui, una razza  assassina di uomini, attribuisca alla dea la loro malvagità (to; fau`lon, 390). Infatti penso che nessuno tra i numi sia cattivo ( oujdevna ga;r oi\mai daimovnwn ei\nai kakovn, v.392).
Cfr. Seneca Ep. 95, 49: “Quae causa est dis bene faciendi? Natura. Errat si quis illos putat nocere nolle: non possunt”.

Espressioni di umanesimo, di amore per l’umanità
Simile a quella degli dèi dovrebbe essere la natura degli uomini: “membra sumus corporis magni. Natura nos cognatos edidit, cum ex isdem in eădem gigneret; haec nobis amorem indidit mutuum et sociabiles fecit. Illa aequum iustumque composuit; ex illius constitutione miserius est nocere quam laedi, ex illius imperio paratae sint iuvandis manus. Ille versus et in pectore et in ore sit:
Homo sum, humani nihil a me alienum puto
Ita habeamus: in comune nati sumus. Societas nostra lapidum fornicationi simillima est, quae, casura nisi in vicem obstarent, hoc ipso sustinetur (Seneca, Ep. 95, 52-53)
Il verso citato è il 77 dell’Heautontimorumenos di Terenzio.
Si possono ricordare in questa categoria umanistica anche il v. 523 dell’Antigone:" ou[toi sunevcqein ajlla; sumfilei'n e[fun", (v. 523), certamente non sono nata per condividere l'odio, ma l'amore. "Esiste un umanesimo greco, al quale dobbiamo opere come l'Antigone  di Sofocle, una delle più alte tragedie ispirate a quest'atteggiamento; in essa, Antigone rappresenta l'umanesimo e Creonte le leggi disumane che sono opera dell'uomo"[2].

 Quindi il v. 567 dell’Edipo a Colono di Sofocle ("e[xoid  j ajnh;r w[n", so di essere un uomo.

 Poi  Socrate che nel Gorgia (509c) dice a Callicle: “essendoci due mali, il commettere ingiustizia e il subirla, noi diciamo che maggior male  è commetterla, minore subirla (duoi`n ou\n o{ntoin, tou` ajdikei`n te kai; ajdikei`sqai, mei`zon mevn famen kako;n to; ajdikei`n , e[latton de; to; ajdikei`sqai 


giovanni ghiselli


[1] Cfr. Pindaro, Olimpica I, 35-53.
[2]E. Fromm, La disobbedienza e altri saggi , p. 63.

4 commenti:

  1. Se subire ingiustizia è minor male . gli operai italiani andranno in paradiso come le brave ragazze...credo che stiano arrivando tempi di ribellione dopo tanto subire e non credo che la reazione sarà mite ,anche se dettata da senso di giustizia . Purtroppo ,quando la misura è colma è difficile trovare il confine del giusto e del lecito.Gio

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  2. Completamente d'accordo con l'assurdità delle "quote rosa", che tra l'altro non mi sembra abbiano determinato un salto di qualità nelle competenze reali del ceto politico, sicuramente inaffidabile in gran parte sotto il profilo della preparazione tecnica e della consapevolezza del ruolo. Serena Pasqua, professore!

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  3. Aggiungo che le quote rosa sono anche offensive poiché se il metro di misura del politico ,invece delle sue reali capacità, deve essere il sesso allora voglio le quote verdi per gli omosessuali, quelle gialle per le lesbiche e anche le quote grigie per gli indecisi....Gio

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  4. Un perfetto imbecille mi sembra chi sproloquia di quote nerazzurre per interisti et similia. Un perfetto ignorante (se in buona fede, altrimenti, si sa, si tratta di farabutti e buffoni) è invece il saccente professore, il quale forse sa di latino e di greco, ma senza forse ignora la prevaricazione e l’emarginazione che le donne subiscono quotidianamente nei luoghi di lavoro e, vieppiù, nei luoghi di potere. Ciò nonostante il professore, con presunzione sconfinata – addirittura l’antologia dei twit: da non crederci! – ci propina pillole di saggezza buone soltanto per infinocchiare qualche testa debole. Ma ci faccia il piacere!
    J.

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