Francisco d'Andrade interpreta Don Giovanni "L'aria dello champagne" Dipinto di Max Slevogt, 1903 |
Quel
giorno era il 28 di luglio. La finnica dagli occhi viola e i capelli nerissimi,
insomma il mio tipo, dopo la palinka alla prugna disse che di notte aveva
pensato a noi due, e siccome io la sera prima avevo detto di amarla, e, anzi,
parlando le avevo addirittura prefigurato la catastrofe tragica dove sarei
finito qualora il mio amore non fosse stato contraccambiato, e, d’altra parte,
per lei non era un sacrificio venirmi incontro dove volevo, anzi ne aveva una
gran voglia, ebbene, se potevamo farlo senza disonorare quel buon uomo del
marito che la aspettava con il bambino in Finlandia, se poteva contare sulla
mia discrezione, non c’era bisogno di chiedermelo, ma certi suoi colleghi
invidiosi avevano occhi puntati, da spie, e bifide lingue tossiche, insomma se
fossimo stati attentissimi a non farci notare da tali serpenti velenosi ,
avremmo potuto mettere insieme, a buon frutto, le nostre reciproche
inclinazioni, e vivere un amore non duraturo magari, ma bello sì, proprio
bello.
“Ho
capito, è l’eterno marito questo da tutelare”, pensai.
Poi
le dissi: “Conta sulla mia riservatezza: per fare l’amore con te mi farei
tagliare non solo la lingua ma anche l’unico braccio che è rimasto a mia
completa disposizione”.
Avevo
l’avambraccio destro ancora ingessato.
Kaisa
fece un sorriso di intesa e accarezzò il gesso.
“Bravo
Gianni, arcibravo(1), ce l’hai fatta anche da monco”, pensai
Ero
compiaciuto assai di me stesso. Mi sentivo padrone dell’arte di sedurre donne
sposate. Non pensavo che forse l’amore con una donna libera, una non è
costretta a mentire, può dare maggiore soddisfazione. O lo pensavo ma non lo
credevo. Tuttora, con il senno di adesso, non so cosa credere sulle donne e
l’amore. So che mi piacciono molto e che divento tristissimo quando a loro non
piaccio. Non essere contraccambiati è una grossa disgrazia in tutti i campi ma
nell’amore è una tragedia. E’ la vita stessa che ti ripudia. Con il senno
invecchiato magari ci si innamora soltanto dopo essere stati contraccambiati.
“Quelle
che non mi contraccambiano, peggio per loro”, penso adesso con un callido
anacoluto.
Fatto
sta che per amarsi del tutto gratis, cioè senza calcoli, bisogna essere
reciprocamente congeniali e simili quanto a gusti, levatura estetica,
culturale, morale e, aggiungo, pure politica.
In
quel periodo recitavo la parte del Don Giovanni per reazione alle frustrazioni
sessuali e mentali subite dalle femmine fino a pochi anni prima: “Ah la mia
lista doman mattina d’una decina deve aumentar!”(2) Canticchiavo tra me e
me, quando andai a urinare, non contro un muro ma nel gabinetto, durante una
pausa del corteggiamento riuscito. Poi mi guardai, immancabilmente, allo
specchio. Ancora una volta nel mio volto vidi in filigrana mia madre. “Ciao
mamma”, dissi alla duplice immagine “ti sono grato di avermi messo in questo
bel mondo, in questa valle di lieti sorrisi”.
Poi
aggiunsi “sono il vero Giovanni: l’ incarnazione della carne o la
spirtualizzaxione della carne mediante lo spirito stesso della carne (3)”
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(1)
Cfr. Don Giovanni, Mozart - Da Ponte, I, 15
(2)
Don Giovanni, Mozart - Da Ponte, I, 15,
(3)
Cfr. Kierkegaard, L’idea di Don
Giovanni e la musica di Mozart, 2, La genialità sensuale del seduttore
molto interessante e istruttivo stupendo racconto
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