Ogni giorno tornano a volteggiare avvoltoi e ad arrotare i denti le stridule le iene mediatiche sulla tragedia di Garlasco che ha fatto scempio di una povera ragazza e continua a tenere nel dolore tre famiglie.
Senza nessun rispetto per la giovane massacrata, per i suoi parenti, gli amici e i parenti degli amici, tutte le sere decine di personaggi in cerca di lucro e visiibilità seguitano a blaterare e sputare le sentenze che non spettano a loro.
In questa maniera la vita privata di chi ha sofferto il cupo dramma non viene rispettata e il loro dolore viene utilizzato per il tornaconto vero o presunto di questi censori e spegiatori della vita altrui. Prevalgono come sempre i colpevolisti di chi è meno protetto. Faccio solo un esempio. Viene ripetuta come indizio di colpevolezza una frase di Sempio che qualunque giovane depresso avrebbe potuto scrivere per qualsiasi motivo : “Ho fatto una cosa bruttissima, inimmaginabile”. Mi sovviene la volta che un ragazzo venne accusato di un delitto all’Università di Roma adducendo quale indizio di colpevolezza il fatto che aveva tenuto un corso su Nietzsche.
Io credo che un poco di ritegno dovrebbe essere imposto a tali pseudogiudici televisivi che pur di mettersi in mostra cianciano di ciò che non conoscono, che nessuno conosce ancora, sicché hanno facoltà di parlare a vanvera senza venire contraddetti.
Bologna 29 maggio 2025 ore 8, 28 giovanni ghiselli
p. s.
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