giovedì 12 giugno 2025

Il film Fuori, poi Tolstoj. Le carceri beate non prive di Grazie.

Ieri sera ho visto il film Fuori di Mario Martone. Si capisce poco del parlato frettoloso e romanesco secondo la moda attuale di non lasciar comprendere le parole. Ne ho intese forse tre su dieci. E’ un fatto che mi disturba dato che sono fortemente logocentrico. Mi disturbava anche l’aria  fortemente raffreddata e patogena dentro il cinema ma sono rimasto fino alla conclusione perché le due attrici Valeria Golino e Matilda De Angelis sono belle e brave: molto più espressive con lo sguardo e i gesti che con le parole nella maggior parte incomprensibili.

Nell’insieme dunque il film mi è piaciuto. Ammiravo queste due donne.

Il significato generale che ne ho tratto è che in questo sistema si vive meglio dentro la prigione che fuori. Nelle carceri i rapporti umani sono più schietti: in prigione si può fare amicizia.

Nell’ambiente di letterati veri o presunti della scrittrice Goliarda Sapienza interpretata dalla Golina c’era freddezza, presunzione, assenza totale di sincerità e vera cordialità.

Mi sono tornate in mente le mie borse di studio in Ungheria negli anni della guerra fredda quando la propaganda dei paesi capitalistici presentava i paesi del patto di Varsavia come prigioni oppressive. Vi ho passato mesi belli, felici, grazie ai rapporti umani che ho trovato tra noi studenti di tutta l’Europa.

Non c’era odio né competizione tra noi, anzi vigevano amicizia e amore. Lì ho trovato le amicizie migliori e gli amori più belli.

Italiani e stranieri. Tutta la cultura europea.

Un carcere beato dunque.

A questo fatto personale aggiungo alcune parole di Tolstoj.

“Lo scrittore americanoThoreau, vissuto nel tempo in cui in America c’era ancora la schiavitù, ha detto che l’unico posto degni del cittadino onesto di un paese che sancisce e protegge la schiavitù è il carcere. Queste parole tornavano in mente a Nechljudov ed egli pensava allo stesso modo, soprattutto dopo le esperienze del suo viaggio a Pietroburgo. “Sì, -ripeteva fra sé- nella Russia di oggi l’unico posto degno di un uomo onesto è il carcere”. E questo pensiero gli si affacciò spontaneo mentre si avvicinava alla prigione” Resurrezione, del 1899,  capitolo XXIX)

Bologna 12 giugno 2025 ore 9, 52 giovanni ghiselli

p. s

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