Il comune di San
Lazzaro ha elaborato un piano della sosta
che offre ai cittadini diverse possibilità alternative all’uso dell’automobile privata. Questo progetto è inserito in una strategia strutturale che punta sul trasporto pubblico e sull’uso
della bicicletta, incentivato con le piste ciclabili e con il bike sharing.
E’ un’offerta di
civiltà e di umanità poiché l’impiego ridotto e meglio ordinato, razionalmente
disciplinato delle automobili, è un tentativo sano di rimediare al guazzabuglio
del traffico automobilistico, un caos non poche volte omicida.
Il piano di
razionalizzazione e riduzione dell’uso delle automobili, dato il numero di
morti provocato ogni anno dai veicolo motorizzati, guidati anarchicamente,
talora pazzamente e criminalmente, equivale a frenare la vendita di vere e
proprie armi che non poche volte finiscono in mano a dei pazzi assassini,
autori di stragi. Le vittime delle ecatombi stradali spesso sono bambini, sono vecchi,
sono donne che accompagnano i bambini. Omicidi e femminicidi da esecrare e
punire quanto quelli perpetrati con fucili, rivoltelle e coltelli.
Usare le proprie
gambe, sui piedi o sui pedali, piuttosto che le macchine motorizzate è anche una forma di rispetto, di
fedeltà alla terra la nostra madre comune .
Le menti degli
infingardi sono pronte ad approvare una pigrizia ingannevole e deleteria
piuttosto che un salutare esercizio, ma con il trascorrere del tempo
irrevocabile quei corpi ignari di ascesi[2] somatica arrancano verso una vecchiaia
malsana, segnata da una calvizie mal dissimulata, oppure da "una canizie
vituperosa"[3].
Quando ribolle il
fiore della giovinezza, quando i capelli ondeggiano lucidi lungo tutto il dorso
tornito, è bene premunirsi per il futuro che, pur-troppo presto, verrà: "to; mevllon h{xei"[4].
"Io
non so come sia possibile passare accanto a un albero e non sentirsi felici di
vederlo. Parlare con una persona e non essere felici di volerle bene! Oh, io
non so esprimere bene i miei sentimenti... Ma quante cose belle vediamo ad ogni
pie’ sospinto? Guardate un bambino, guardate l’alba divina, guardate come
cresce un fuscello, guardate negli occhi che vi guardano a loro volta e vi
vogliono bene."[5].
Chi
usa la bicicletta, o va a piedi, può osservare la bellezza del mondo, che sfugge quasi tutto al forsennato che corre
chiuso nell’automobile.
La nostra breve vita mortale
è circondata, fuorviata, frastornata dal chiasso e dal cattivo odore dei
veicoli a motore. Approvo dunque con entusiasmo il piano del sindaco di San
Lazzaro e nello stesso tempo rivolgo un appello al primo cittadino di Pesaro
dove pago le tasse: il viale della Vittoria che si trova tra il lungo mare e la
piazza centrale, a poco più di cento metri dall’uno e dall’altra, è diventato
una pista di corse automobilistiche, e, d’estate, anche motociclistiche: nelle
notti di agosto sfrecciano e rombano mostri insonni che tolgono il sonno ai
cittadini. Alle due, alle tre, alle quattro di mattina, si svegliano
esterrefatti uomini e donne che
abbracciano bambini piangenti, strappati dal riposo mentre dormivano sul
loro seno. Le mamme "balzan ne’ sonni esterrefatte, e tendono / nude le braccia
su l’amato capo / del lor caro lattante"[6] cercando di attenuare il terrore del piccolo.
Invano: tutta la notte
strepitano le motociclette con rumori d’inferno. I tubi di scarico delle
moto-arpie scaricano i flussi schifosi del loro ventre laido, foedissima
ventris -proluvies [7], con fragore
assordante
Quel frastuono ha l’effetto
del pugnale di Macbeth: ammazza il sonno, il sonno innocente, balsamo delle
anime stanche, conforto delle menti già turbate[8] dai rumori del giorno.
Infatti se il fracasso del giorno si lascia fuggire qualche cristiano, su questo
si avventa il frastuono notturno.
Ho usato un poco di
letteratura per denunciare la gravità del danno procurato al centro della città
dove vivo d’estate, ma questo disagio enorme si può manifestare attraverso
parole più semplici e forse non meno efficaci: noi Pesaresi, non ne possiamo
più, "cari" amministratori del nostro Comune: cercate anche voi dei rimedi.
(nella foto, da sinistra: Fulvio, Alessandro, io, Maddalena dopo avere scalato il monte Olimpo - sullo sfondo tra le nubi - fino a quota 2100m)
Giovanni Ghiselli
g.ghiselli@tin.it
[1]Bleibt mir
der Erde teuer, meine Brüder, F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra,
prefazione.
[2]
Nel senso del greco a[skhsi~, , "esercizio", "allenamento".
[3] Manzoni, I
promessi sposi, XIII.
[4]
E’ un'affermazione della necessità minacciosa
presente nell'Agamennone di Eschilo (v. 1240), il futuro verrà.
[5]
F. Dostoevskij, L’idiota (del 1869)
p. 700. E’ il protagonista, il principe
Myškin che parla
[6] Ugo Foscolo, Dei
Sepolcri, vv. 109-111.
[7]
Cfr. Eneide III , vv. 216-217
[8] Cfr. Macbeth, II, 2 Macbeth does murder sleep, the innocent sleep, balm of hurt minds
[9]
Cfr. "Avrai per guanciali sol vepri o
Macbetto!" Macbeth di Verdi-Francesco Maria Piave (I, 11)
Ottima cosa! Per me che non ho più l'auto - non sapevo dovge tenerla e mi costava troppo! - questo è un sistema civile! Mi permetto di segnalare tra l'altro la gara di ciclisti urbani che si svolge per tutto il mese di maggio, gara cui partecipano varie città europee e di cui parla oggi La Repubblica: Chi si vuole iscrivere può segnare anche i km fatti dal 1 maggio. Non è una gara di velocità, ma di civlità!
RispondiEliminaecco il link della gara: http://www.europeancyclingchallenge.eu/ecc2013/
e quello di Repubblica:
http://bologna.repubblica.it/sport/2013/05/20/news/bologna_in_bici_european_cycling_challenge-59210270/?fb_action_ids=601204226571369&fb_action_types=og.recommends&fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582
Maddalena