lunedì 5 ottobre 2020

Anassagora, Kafka, Lucrezio e, indegnamente, il sottoscritto

 Quando dissero ad Anassagora che i giudici lo avevano condannato, egli rispose: “Da tempo la natura ha condannato a morte i miei giudici e me stesso”[1].

Il pittore Titorelli nel romanzo Il processo di Kafka dice a K., il protagonista della storia, un imputato di non sa che cosa, il quale gli ha chiesto spiegazioni e aiuto: “nel tribunale ho assistito a innumerevoli processi nelle loro fasi importanti e li ho seguiti, fin dove erano visibili, e (devo ammettere) non ho mai trovato una assoluzione vera” (capitolo VII).

Lucrezio sostiene che la paura della morte spinge gli uomini ad accumulare denaro e potere per tenerla lontana.

Io cerco di rendere un buon servizio al mio prossimo, un servizio onorevole, condividendo quello che ho imparato, e mentre invecchio, ancora imparo tanto dalla vita quanto  dai libri che mi chiariscono la vita con la loro luce

Bologna 5 ottobre 2020, ore 19, 40

p. s.

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Ora vado a correre, perché cenare non sia ybris e ingrassare nemesi.

 Baci gianni



[1] Diogene Laerzio, II, 3.

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