mercoledì 4 giugno 2025

Tolstoj Resurrezione II capitolo. L’inferno sulla terra.


 

Racconta la vita della Màslova fino a 26 anni quando finì in prigione.

Si tratta di una creatura sciagurata del tutto sprotetta,  usata e vilipesa da tanta gente cattiva, una bambina carina poi una ragazza attraente e talmente disgraziata che perfino la piacevolezza dell’aspetto contribuiva alla sua infelicità.

Venne partorita in una stalla da una serva non maritata addetta al bestiame nella tenuta di due zitelle. La donna metteva al mondo un figlio all’anno, non lo allattava e l’infante moriva. Questa bambina dagli occhi neri, vispa e carina, però venne salvata dalle due possidenti che ne traevano una gran consolazione. Una delle due anziane la vestiva  come una pupattola e voleva adottarla, l’altra intendeva farne una serva. Sicché Katiuscia era malsicura della propria identità. Credo che una buona scuola con bravi educatori aiuti molto ciascun allievo a individuarla.

 Tolstoj è sensibile alle sofferenze dei bambini poveri.

Divenuta un’adolescente piuttosto bella, Katiuscia venne chiesta in moglie da diversi uomini ma lei li rifiutava perché immaginava che la vita con uno dei suoi pretendenti poveracci sarebbe stata insopportabile per una persona “viziata dalle mollezze di un’esistenza signorile”.

Dalle due signorine anziane arrivò un loro nipote studente, un ricco principe e la ragazza se ne innamorò. Due anni più tardi il giovane ripassò dalle zie prima di partire per la guerra e sedusse Katiuscia diciottenne,  poi le diede cento rubli e partì. La ragazza rimase incinta, divenne schifata di tutto, maltrattò le due zie del seduttore e se ne andò. Seguono altre tristi vicende con uomini anziani che la molestano, un commesso che la seduce, poi sparisce, creando altra confusione e dolore nella ragazza fino a quando finisce nelle mani di una mezzana che la assume nel suo bordello.

Tolstoj commenta scrivendo: “Da quel momento cominciò per la Màslova quella vita di cronico peccato contro i comandamenti divini e umani”, un modus vivendi del resto vissuto con il permesso e la tutela dello Stato, una vita orribile che “per nove donne su dieci termina con malattie dolorose, con la senilità precoce e con la morte”.

Credo che sia davvero orribile la vita delle prostitute.

Del resto anche quella delle lavoratrici e dei lavoratori pagati e trattati come schiavi, soggetti a licenziamenti arbitrari, costretti dalla miseria a sobbarcarsi lavori malsicuri in tutti i sensi, viene destituita della qualità umana.

Per questo domani andrò a votare contro tale abbrutimento di chi lavora.

Tolstoj denuncia anche l’alcolismo che inebetisce queste disgraziate, il  mangiare malsano, le visite mediche che fanno strazio del loro pudore “dato non solo alle creature umane ma anche agli animali per proteggerli dal peccato”

Arrivata a 26 anni Katiuscia si trovò coinvolta  in un fattaccio che la portò in galera.

Concludo denunciando lo sciacallaggio compiuto dai media sul crimine efferato di Garlasco. La vittima non ha niente in comune con la Màslova beninteso, tuttavia voglio denunciare l’assenza di pietà con cui i vari tromboni che sputano sentenze cercando di anticipare i giudici, di prevalere tra loro, non dicano una parola di compassione per la ragazza massacrata né per le tante persone che soffrono, siccome ciascuno di tali personaggi è inteso  a mostrare lo spettacolo della propria capacità di “spadroneggiare” su tutti gli altri e decidere come sono andate le cose 18 anni fa.

La manìa di comandare a livello statale e pure personale ha la facoltà di trasformare la terra dove viviamo in un inferno.

Hic Acherusia fit stultorum denique vita (Lucrezio, De rerum natura,  III, 1023).

Bologna 4 giugno 2025 ore 17, 50 giovanni ghiselli

p. s.

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