Il capitolo 27 è intitolato FILAUTIA. Questa è una parola greca filautiva che significa “amore di se stesso”, “amor proprio”.
Ma partiamo dalla prima parte (p. 95)
“Di solito d un certo punto di quasi tutte le liti si finisce per offendere o cercare di offendere”
Le offese più comuni consistono in insulti quali “stupido, cretino, imbecille, ecc”.
“Ma tra persone un po’ erudite o più sofisticate, che dir di voglia, si ricercano vocaboli più offensivi, soprattutto se indirizzati a persone di un certo ‘peso’!”
L’autore fa l’esempio di termini cone “VANITOSO”, ‘vanesio’ , presuntuoso, borioso o addirittura vanaglorioso, tronfio!!! Ma anche egoista o ‘NARCISO’! Si arriva persino a SUPERBO”.
“Vanitoso che proviene da vano, vuoto” è dunque da associare alla vanitas che è la condizione di carenza di sostanza e deriva da vanus “vuoto, inconsistente” appunto.
“ ‘ NARCISO’ rimanda al ‘narcisismo’ che potrebbe anche essere un disturbo della personalità che può portare a magnificare le proprie capacità”.
Spesso questo difetto di educazione e di stile attira il disprezzo sul narcisista.
Nelle Metamorfosi di Ovidio, Narciso vedendo la propria immagine specchiata nell’acqua dice uror amore mei (III, 464) , brucio di amore di me stesso, sic adtenuatus amore/liquitur (489- 490) e così indebolito dall’amore si strugge e la morte chiuse gli occhi che ammiravano tanta bellezza.
“Tum quoque se, postquam est inferna sede receptus,/in Stygia spectabat aqua” (504- 505) anche dopo che fu ricevuto nella negli Inferi, fissava sé stesso nell’acqua dello Stige.
Il narcisista nelle conversazioni si rende odioso perché parla sempre di sé, non ascolta nessuno e non pone mai domande.
Torniamo al Nostro
“ Mentre il VANESIO ci ricorda uno che fa di se stesso il centro esclusivo e preminente del proprio interesse”. Magari non rivolto soltanto all’immagine corporea come nel caso di Narciso raccontato da Ovidio.
“Altra cosa è l’egoista, che a mio avviso è proprio turpe e vergognoso, visto che gli Uomini dovrebbero invece essere altruisti”.
Quelli che sanno che cosa significa essere uomo infatti lo sono come si riscontra nel personaggio di Teseo nell’ Edipo a Colono di Sofocle, nell’Heautontimoroumenos di Terenzio e nella Didone di Virgilio già citati sopra.
Questo capitolo termina con un temine tra “i desueti e sconosciuti dai più (…) Penso alla FILAUTIA (…) Provate a dire ad un malcapitato Tu sei proprio affetto da ‘FILAUTIA’ …Cosa? Chi?
Mentre invece, in fondo, si tratta semplicemente di “uno che si ama”, che ama se stesso…magari con un eccessivo ed esagerato amore di sé” (p. 96)
In effetti la filautia può essere presa in bonam partem.
Secondo Jaeger l’ aspirazione alla gloria e alla perfezione della virtù viene intesa da Aristotele "quale emanazione d'un amor di sé elettissimo, la filautiva". L'espressione si trova nell'Etica Nicomachea che séguita con questo brano:"Invero vivere breve tempo in somma gioia sarà preferito, da chi sia animato da tale amor di sé, ad una lunga esistenza in pigra quiete. Egli vivrà piuttosto un anno solo per uno scopo elevato, che non condurre una lunga vita per nulla. Compirà piuttosto un'unica magnifica e grande azione, che non molte insignificanti"[1]. L'autore di Paideia conclude così:" In queste parole è espressa la fondamentale concezione della vita dei Greci, nella quale ci sentiamo loro affini d'indole e di razza: l'eroismo"[2].
L’uomo probo che è amico di se stesso-filauto~- lo è pure di molti altri.
Nella commedia di Pirandello Ciascuno a suo modo (1924), l'attrice Delia Moreno afferma:"Sapete che cosa significa "amare l'umanità"? Soltanto questo:"essere contenti di noi stessi".
Quando uno è contento di se stesso "ama l'umanità" (atto I).
Bologna 19 ottobre 2025 ore 11, 23 giovanni ghiselli.
p. s.
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