sabato 25 ottobre 2025

Conferenza del 14 novembre a Pesaro. Terza parte.


 

Vediamo il capitolo 11 del libro di Alessandro Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina:   DIALOGHI TRA E CON LE PAROLE  –EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA , Bari, 2022.

Avevo già pubblicato questa recensione il 19 settembre  quando ero a Pesaro con pochi libri. La ripropongo ora riveduta e corretta nel mio studio di Bologna

 

In questo capitolo parla lo SPIRITO DI CONTRADDIZIONE (pp. 41-43)

“Per favore parla prima Tu, così io posso contraddirti

Alcuni sono mossi dal piacere di contraddire, anche quando non ce ne sarebbe bisogno poiché spesso le parole scritte o dette si contraddicono da sole e basterebbe farlo notare magari con un sorriso. Ma il contraddittore seriale ama la polemica pure imbruttita dall’ira e deformata dalla rabbia.

Chi non riesce a trovare in sé stesso  un’identità  costruttiva e positiva  fonda e costruisce la propria sulla negazione.

Cfr. Le Nuvole di Aristofane dove Strepsiade dice al figlio Fidippide: “al solo vederti sei negatico e controversico /ejxarnhtiko;" kajntilogikov" (1174-1175) e dai a vedere di essere offeso quando sei tu che offendi gli altri.

 

 

Torniamo al Nostro: ““Perché per me è un bisogno confutare, non essere d’accordo. Sì, è proprio una necessità, Da quando ero piccolo… e poi divenuto grande, mi chiamavano il signor NO” (p. 41).

Ognuno fin da bambino cerca di attribuirsi una parte che durante la vita cerca di recitare con bravura, in maniera convincente: importante è che segni una distinzione dagli altri.

Ognuno leggendo questo dialogo potrebbe chiedersi come e quando ha individuato la propria identità scoprendo le predisposizioni innate e notando in quali campi  funziona meglio. Il mio, per esempio, era la scuola. Più della famiglia e della Chiesa.  Ero portato per la scuola e per lo studio della letteratura prima di tutto.

“ ‘Lo spirito di contraddizione’ è di persona abitualmente portata a contraddire” (p. 41) . Lo spirito critico certamente induce a questo ma nello stesso tempo trattiene dal contraddire quando farlo è inutile o dannoso. C’è chi nega perfino l’evidenza percepita dai sensi. Costoro lo fanno per mettere alla prova il proprio potere su persone facili da intimidire. Chi cede può venire plagiato.

Il maniaco della contraddizione ci prova con tutti. Alcuni  si danno importanza  e credono di acquisire un qualche potere contraddicendo, altri lo fanno solo per il piacere di confutare. Tale smania può cambiare l’esistenza “a tal punto che si ha bisogno d’aiuto” (p. 42)   Una volta che ci siamo sclerotizzati o mummificati in una abitudine è molto difficile mutare.

“Tutti abbiamo paura di cambiare”. Temiamo che ogni mutazione sia pericolosa. “Cambiare non è facile ed implica un lavoro molto duro che fa paura”.  Secondo Dante noi “siam vermi-nati a formar l’angelica farfalla” (Purgatorio, X, 124-125) ma la metamorfosi può cambiarci anche in peggio, in malam partem.

 

Faccio un esempio tratto dalle mie esperienza. Per me fu durissimo il passaggio dal liceo all’Università, da Pesaro a Bologna. Stava cambiando tutto in meglio ma ebbi bisogno di un paio  di anni per capirlo. Ero tentato di tornare indietro. Ero obnubilato, con un  punto di vista limitato e incapace di vedere altro che le difficoltà del momento. Non riuscivo a spostare lo sguardo dalla mia psiche angosciata.  Funzionavo male, non trovavo il ritmo giusto. Per riconoscerlo ebbi bisogno di qualche successo a Bologna.  Questi arrivarono solo in giugno,  ed ebbi una tregua, poi  ne giunsero altri, fino a quando feci la pace con me stesso.

Si tratta di trovare e frequentare gli ambienti dove funzioniamo bene e di evitare quelli che non ci si confanno.

 Per quasi due anni dunque vissi  la situazione descritta nelle parole conclusive di questo capitolo: “E’ molto più semplice, invece di rimuovere le abitudini disfunzionali, rimanere in un perenne stato di essere arrabbiati per evitare la responsabilità di mettersi nudi e in gioco”.

Mi sono permesso di ricordare un passaggio della mia vita per significare che i libri buoni parlano anche di chi li legge grazie allo stile dell’universale che comprende larga parte dell’umanità: la contiene e la capisce

Bologna  25 ottobre 2025, ore 17, 18 giovanni ghiselli

p. s.

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