sabato 13 aprile 2013

Nerone e i matrimoni gay


Nel Resto del Carlino di oggi, 13 aprile (Cronache, p. 15), leggo questo titolo: “ La Consulta sprona il Parlamento perché conceda “più diritti alla coppie gay”.
E subito sotto
“ROMA
“C’è un problema di rispetto del diritto”. Il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, invia al Parlamento italiano un esplicito rimprovero per non aver legiferato sul riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Intanto ieri in Francia il Senato ha approvato la legge sulle nozze gay”

Rimango su Nerone per mostrare ai miei 24677 lettori come possano avvenire le nozze tra gli omosessuali.
Lo scrivo con animo neutrale, “ sine ira et studio quorum causas procul habeo [1] senza risentimento e partigianeria, di cui ho ben lontani i motivi.

Infatti non sono sposato, e considero del tutto estranee ai miei gusti di eterosessuale tanto le nozze tra un maschio e una femmina, quanto quelle tra un maschio e un maschio, quanto quelle tra due femmine.

Nerone dunque, dopo la morte di Poppea [2]  fece castrare il giovinetto Sporo cercando di trasformarlo in femmina: “ puerum Sporum exectis testibus  in muliebrem naturam transfigurare conatus[3] ,  Quindi lo fece venire a sé, con la dote e con il flammeo, il velo nuziale di colore rosso, e con un foltissimo corteo nuziale, e pro uxore habuit,  lo tenne come moglie.  

Un tale commentò questo fatto dicendo che sarebbe stato bene per il genere umano se Domizio, padre di Nerone, invece di sposare Agrippina avesse avuto una moglie come Sporo [4].
 Tigellino fungeva da padre della sposa.
Non mancava nulla del rituale romano del buon tempo antico: la dote, il velo della sposa, la folla che accompagna la sposa novella a casa del marito, la preghiera per i figli legittimi, forse anche i lazzi volgari.
Ma si trattava altresì di un matrimonio greco, perché c’era un contratto, forma legale greca, non romana; c’era un “padre” per l’ékdosis[5] o consegna della sposa. La cerimonia infatti avvenne non già a Roma, ma nel 67, durante il viaggio in Grecia.
Tutti i Greci festeggiarono quelle nozze, augurando agli sposi felicità e pure auspicando che da loro nascessero figli legittimi.

Dopo le nozze,  Sporo veniva chiamato con i titoli che spettavano alla moglie dell’imperatore: “ kai; kuriva, kai; basiliv~, kai; devspoina[6], sia signora, sia regina, sia imperatrice.
Ma non è tutto.  Nerone si era già ammogliato con più di una donna, come si è detto, e si era sposato, a Roma, con un altro uomo, un maschio, Pitagora che gli faceva da marito.
Il matrimonio con questo amante era stato celebrato nel 65 d. C. dopo un banchetto su una zattera tirata da navi in stagno Agrippae [7]. I rematori erano amanti scelti e disposti per aetates et scientiam libidinum [8]. Sulle rive del laghetto vi erano lupanari pieni non solo di prostitute, ma anche di donne nobili. Si pensava che Nerone avesse toccato il fondo, invece, pochi giorni dopo si maritò con  uno di quel branco impudico.
In questo caso il flammeo fu messo sul capo dell’imperatore, fu mostrata la dote, il talamo nuziale, le fiaccole, senza celare nulla, nemmeno ciò che la  notte nasconde per una donna.
A dirla tutta però, non vissero a lungo felici e contenti
Abbiamo comunque dei precedenti illustri, addirittura imperiali per i matrimoni gay: convolino pure a nozze i nostri amici omosessuali, e coronino i loro sogni d’amore! Lo scrivo senza ironia.
Ah, dimenticavo che Nerone si era dato in moglie a un altro liberto: Doriforo, e, quando si univa a lui, imitava i toni di voce e i lamenti patientium virginum [9] delle ragazze cui viene tolta la verginità.  Questo magari è esagerato, ma bisogna tenere conto che il figlio di Agrippina si sentiva un artista, faceva l’ auriga e il citaredo,  amava gareggiare, cantare e recitare nei teatri.
Inter cetera cantavit Canacem parturientem Orestem matricidam, Oedipoden excaecatum, Herculem insanum[10] . Sono tutte mimesi o prefigurazioni  della sua vita.

Mentre interpretava Canace, un tale domandò cosa stesse facendo il lunatico imperatore, e un soldato rispose  “ tivktei[11].

Questo ragazzo fece della sua vita squilibrata una recita continua.

Giovanni Ghiselli g.ghiselli@tin.it



[1] Tacito, Annales, I, 1
[2] 65 d. C..
[3] Svetonio, Neronis Vita, 28.
[4] Si diceva qualche cosa del genere a proposito del fabbro di Predappio.
[5]  jekdovnto~ aujto;n tou`` Tigellivnou, Cassio Dione, Storia romana, 63, 13.
[6] Cassio Dione, Storia romana, 63, 13.
[7] Il  lago artificiale fatto costruire nel Campo Marzio da Agrippa, braccio destro, poi genero di Augusto.
[8]  Tacito, Annales XXV, 37. Secondo l’età e l’esperienza delle libidini. Anche oggi i politici si vantano di scegliere i parlamentare per aetates. La scientia libidinum era piuttosto conosciuta nella legislatura scorsa.
[9] Svetonio, Neronis Vita, 29.
[10] Svetonio, Neronis Vita,  21, tra le altre recitò cantando Cánace che partorisce (ebbe dal fratello Macareo un figlio che fu gettato in pasto ai cani dal nonno, Eolo), Oreste matricida, Edipo accecato, Ercole furioso
[11] Cassio Dione, Storia romana, 63, 10.

1 commento:

  1. Da omosessuale dico che abolirei anche il matrimonio eterosessuale, tanto mi sembra assurdo che due persone stringano un contratto eterno giurando per di più di amarsi per tutta la vita! Ma contenti loro...

    Però aggiungo anche che gradirei molto una forma contrattuale, magari rinnovabile ogni 2-4 anni che permetta a una coppia di avere diritti legali di assistenza sanitaria, eredità, etc.
    Sia questa una coppia gay, sia una coppia etero

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