NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 27 giugno 2013

Sulla condanna di Silvio Berlusconi


Mi pregio e mi vanto di essere stato un donnaiolo, di esserlo ancora, e spero di continuare ad esserlo. Finché avrò vita e salute, finché  troverò donne compiacenti, purché maggiorenni, purché non prezzolate. Penso infatti che chi ama la donna, le ama tutte, ama il genere femminile, e che non amarle significhi essere insensibili non solo alle femmine umane, ma a tutto quanto c’è di bello nell’Universo.
Chi non ama le donne, non può amare la grande madre terra, l’artistica[1], amabile terra con le sue trecce verdi, con l’allegria variopinta dei suoi fiori,  le sue spighe biondissime, le sue acque azzurre o brune, le sue colline ubertose, i suoi solchi fecondi, né il padre cielo con le sue  stelle, con la casta diva notturna, con la fiamma del sole che nutre la vita, né il mare con l’innumerevole sorriso delle sue onde[2], né l’eterno fluire dei fiumi, e così via.

Ma tutte queste meravigliose creature di Dio sono gratuite appunto.
Chi paga le donne non è un donnaiolo, è uno s-figato.
Allora applico questa mia filosofia popolare a Silvio Berlusconi.
Se l’anziano signore ha delle colpe, questo non è il suo satirismo che, anzi, potrebbe fargli persino onore. Preferisco un vero satiro a un falso santo, a un Tartufo gonfio di ipocrisia.
Il priapismo che gli impotenti, i dipendenti dal viagra, spacciano per malattia, è  un segno sicuro di sensibilità acuta, di cui sono certamente carenti coloro i quali passano le serate a ingozzarsi, a giocare a carte, o a guardare le partite di calcio, passatempi tristissimi, da persone probabilmente poco sensibili alla bellezza.
La colpa di quest’uomo attempato secondo me è un’altra: avere messo sull’altare, e in troppe teste svigorite, l’idolatria del denaro, della disuguaglianza, e del consumo, culti empi  che tutte le religioni e tutti i figli della luce condannano.
Faccio un esempio: si sentono continue geremiadi sul calo di vendite delle automobili, strumenti di morte o quanto meno di inquinamento dell’aria, di turbamento della quiete e del silenzio con il quale vorremmo fare la comunione ogni giorno[3]. Pensate a quelli che arrotano ciclisti e pedoni guidando un Suv enorme con una mano, mentre con l’altra maneggiano l’ultimo sofisticato telefonino. Io non ho telefonino e faccio le vacanze, con tre amici, in bicicletta. Dormiamo negli ostelli della gioventù, nonostante l’età.
Solo per il fatto che mi accettano, quasi sessantanovenne, mi sento onorato.
Quando mi metto in fila per prendere il mio lenzuolo, mi volto verso i giovani dietro di me e, tutto contento anche per la bella, salutare pedalata appena compiuta di centocinquanta chilometri, domando: "che si dice, picciotti?" E mi sento bene.
Io e gli amici in vacanza
Sono dunque uno mezzo pazzo e del tutto pezzente. E me ne vanto. Mi sento in compagnia di Giovanni Battista, praenuntius Christi, mio venerato patrono e modello[4], di Gesù Cristo stesso, di Francesco d’Assisi, Imitator Christi. Predicavano la povertà. Esecravano i ricchi e benedicevano i poveri. Vagabondavano anche loro come pezzenti.

Delinquenti economici. I primi due sono stati assassinati come delinquenti politici.

Ultimamente si piange la diminuzione dei consumi alimentari. Ma anche questo calo è, nella maggior parte dei casi, benefico, anzi beneficentissimo.
"Perché questo pezzente, un sacrilego quidam de populo, uno che è sempre stato un delinquente economico ostile agli astuti e benemeriti  speculatori, perché questo perfetto idiota[5] proferisce tale eresia blasfema?
Che cosa aspettano a decollarlo? Non hanno tutti i cristiani il diritto di nutrirsi?" Domanderanno tante teste intronate e svigorite dalla propaganda consumistica.
Provino a fare un giro sulle spiagge, tra le persone in costume, costoro, e tengano gli occhi aperti, ma soprattutto la mente lucida: almeno tre quarti dei bagnanti sono obesi.
I maschi adulti fino all’ottantacinque per cento.
Amano troppo il cibo, non amano abbastanza le donne. Giuliano Ferrara che tuona in piazza Farnese ne sa qualcosa.
Anche Berlusconi quando le paga, le ama poco, ma soprattutto non ama se stesso.
Ho visto anche tanti bambini e adolescenti obesi nella spiaggia di Pesaro. Sono ossimori viventi: la snellezza dovrebbe essere un predicato della gioventù. I genitori di queste creature flaccide, cariche di carne altrui[6] dovrebbero essere puniti esemplarmente.
In conclusione: amate le donne maggiorenni e gratuite, mangiate non oltre il necessario, usate le gambe e la bicicletta invece che l’automobile e la motocicletta. Non scimmiottate i ricchi, non disprezzate i poveri.
I discorsi che si fanno in continuazione sono fuorvianti rispetto a questi modesti consigli che vi suggeriscono di mettere nel mirino i bersagli da cogliere per primi: la salute, il buon umore e la giustizia.
Meno male che c’è Bergoglio, l’Imitator Christi che ricorda e predica l’uguaglianza di tutti i figli di Dio.
Lunga vita a Papa Francesco!

Devo aggiungere una nota di encomio al sindaco di San Lazzaro di Savena, Marco Macciantelli che nella sua città sta promuovendo l’uso della bicicletta contro l’abuso delle automobili omicide.
Leggo in un manifesto trovato nella mediateca bella e bene attrezzata: “Mi muovo in bici è una scelta economica, ecologica e salutare: usare la bicicletta permette di ridurre l’inquinamento, a vantaggio della vivibilità del centro storico e dell’ambiente. E, in più, fa bene alla salute” (qui la pagina del Comune dedicata all'iniziativa).
Aggiungo che scegliere la bicicletta è anche una scelta estetica e perfino morale. Bravo sindaco, continua così, noi amantissimi della bici siamo tutti con te!

Giovanni Ghiselli

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[1] Cfr. daedala tellus,  Lucrezio, De rerum natura I, 7 
[2] Cfr  Eschilo, Prometeo incatenato: "O etere divino e venti dalle ali veloci, / e sorgenti dei fiumi, e innumerevole sorriso/delle onde marine (pontivwn te kumavtwn-ajnhvriqmon gevlasma), e terra madre di tutte le cose (pammh'tovr te gh'), / e il disco del sole che vede tutto, invoco" (vv. 88-91). 
[3] "Io mi comunico del silenzio, cotidianamente come di Gesù" Sergio Corazzini, Desolazione del povero poeta sentimentale 
[4] Di lui, Gesù disse: "Amen dico vobis, Non surrexit inter natos mulierum maior Ioanne Baptista" (N. T. Matteo, 11, 11). 
[5] Mi pregio di esserlo nel senso che gli dà Dostoevskij. 
[6] Nell’VIII libro della Repubblica di Platone la rivolta contro l'oligarchia parte dal povero snello e abbronzato ijscno;" ajnh;r pevnh"  hJliwvmeno" (556d) il quale, schierato in battaglia accanto al ricco cresciuto nell'ombra con molta carne altrui (paratacqei;" ejn mavch/ plousivw/ ejskiatrofhkovti, polla;" e[conti savrka" ajllotriva"), lo vede pieno di affanno e difficoltà, e capisce che non vale nulla, quindi che non deve obbedirgli poiché il  potere di quell’individuo pallido e grasso non è naturale

2 commenti:

  1. Complimenti per l'articolo e gli oltre 70000 visitatori!
    alessandro

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  2. Per quanto mi riguarda, Berlusconi, come già dici tu, non è un amante delle donne, ma anzi le disprezza e le usa solo per darsi sicurezza e vantare doti di amatore che non ha.
    E ha anche la colpa di cui tu parli, quella di avere spinto verso il consumismo, il denaro, l'ignoranza.
    Mi dà fastidio quando sento parlare male e solo male di Berlusconi come se lui solo fosse l'artefice della rovina d'Italia, ma fondamentalmente rimane uno s-figato. Appunto...

    Maddalena

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