sabato 29 giugno 2013

Ottima è l’aria

Nel Peloponneso con gli amici
"Ottima è l’aria" è il titolo e l’incipit di questo mio pezzo.
 Un inizio che utilizza, variandola, l’apertura dell’Olimpica I di Pindaro, il lirico, diceva Leopardi, “infiammato del più pazzo fuoco”[1].
“Ottima è l’acqua”[2] sono le prime parole del grande epinicio che racconta l’impresa vittoriosa di Pelope[3], l’eroe eponimo del Peloponneso, un vero paradiso terrestre, come sa chi lo conosce, e in particolare chi, come me, ha gioito della sua aria paradisiaca respirandola a pieni polmoni mentre faceva il giro dell’isola in bicicletta.
Ottima è l’aria dunque, purché non sia inquinata, e perché non lo sia, bisogna spengere le fonti dell’inquinamento.
Quali sono queste sorgenti maligne?
Le automobili, le sigarette, il riscaldamento, il raffreddamento.
Ebbene il riscaldamento nelle case, almeno fino a 21 gradi quando fuori si bubbola per il freddo, è necessario; il raffreddamento dei condizionatori a mio parere no, tuttavia si può concedere in condizioni di caldo estremo a persone dalla salute precaria; le automobili possono pure essere indispensabili a persone molto malate o sovraccariche di bagagli, ma le sigarette proprio no, le sigarette sono un vizio morboso e chi le fuma non può permettersi di appestare e contagiare con le sue emissioni malsane chi ha, se non altre virtù, quella di non fumare. Quando la zia più anziana mi diceva, scherzando spero, che il fumo è l’unico vizio che non ho, rispondevo citando Tacito: allora sono come Trasea Peto: la virtù in persona[4]. Ironicamente ma nemmeno troppo...

Ebbene, da virtuoso quale presumo di essere anche perché non fumo, pedalo e corro, apprezzo molto il pacchetto di misure promosse da Marco Macciantelli,  per rafforzare lo spirito civico e la cultura della salute.
Procedo facendo delle citazioni da un prossimo articolo del  primo cittadino di San Lazzaro di Savena.
“Senza alcun atteggiamento etico, ideologico o vessatorio, il sindaco dice no al fumo nei parchi giochi dei bambini, no dove sono presenti coperture, come nei dehors. Chi fuma deve tenere una distanza di rispetto di due metri dagli accessi agli esercizi pubblici”.
Insomma  il fumatore deve rispettare il non fumatore girando al largo da lui.
Macciantelli riconosce che ci sono altri problemi, anche più grandi nell’Universo mondo e pure in San Lazzaro. Certo, ma c’è anche questo problema.
E intervenire su questo è significativo, è anzi emblematico del rispetto che più in generale è dovuto al prossimo, all’ambiente, alla vita. Un rispetto che l’amministrazione del comune limitrofo a Bologna nella direzione del sole che sorge,  ha già dimostrato e praticato rimuovendo l’amianto, creando piste ciclabili e istituendo servizi di “ bike sharing, per più mobilità ecologica, leggera e dolce”.
Iniziative sante.
Il sindaco ricorda e riconosce quali suoi predecessori “Renzo Imbeni e Maurizio Cevenini, che, nel loro caso in riferimento al fumo nei luoghi pubblici, hanno già avuto modo di esprimere una sensibilità in anticipo sui tempi, che merita di essere ripresa e ulteriormente proseguita”. Macciantelli non vuole apparire, né essere, il tiranno che, per affermare il proprio potere, pretende di imporre regole vessatorie e vuole proibire lieti, innocui passatempi; egli desidera “solo innalzare il rispetto delle regole, la convivenza civile, per stili di vita più orientati alla salute”. E  “l'ordinanza sul fumo ha questa ispirazione”.
Niente a che vedere, per esempio con il decreto di Creonte, il despota che nell’Antigone di Sofocle impone alla cittadinanza di lasciare insepolto un morto i cui miasmi infettano l’aria.
Qui si tratta invece di lasciar respirare aria buona ai vivi.
L’ordinanza del sindaco di San Lazzaro dunque potrebbe essere inserita tra le leggi favorevoli alla vita, benedette dai cori dell’Antigone e dell’Edipo re, tragedie scritte contro l’u{bri~ e il suo parto mostruoso: il tiranno.
Leggiamone alcune parole. Nel più antico dei due drammi, la coraggiosa ragazza, Antigone figliola di Edipo,  disobbedisce al decreto di Creonte dicendogli: "Sì, infatti secondo me non è stato per niente Zeus il banditore di questo editto / né Giustizia che convive con gli dei di sotterra / determinò tali leggi tra gli uomini, / né pensavo che i tuoi bandi avessero tanta / forza che tu, essendo mortale, potessi oltrepassare / i diritti degli dèi, non scritti e non vacillanti (a[grapta kajsfalh` qew`n novmima.) / Infatti non solo oggi né ieri, ma sempre / sono vivi questi, e nessuno sa da quando apparvero (vv. 450-457)".

Lo stesso pensa il coro dell'Edipo re  che nella prima strofe del secondo Stasimo, punto nodale della tragedia, canta:"Oh, mi accompagni sempre la sorte di portare / la sacra purezza delle parole / e delle opere tutte, davanti alle quali sono stabilite leggi / sublimi, procreate / attraverso l'aria celeste di cui Olimpo è padre da solo né le / generava natura mortale di uomini / né mai dimenticanza/potrà addormentarle: / grande c'è un dio in loro e non invecchia" (vv. 863-872).
Il dio grande presente nell’ordinanza di San Lazzaro è il dio della salute che, non esiste verità più ovvia, è il primo, il più desiderabile e necessario dei nostri beni, ed è una pessima perversione sciuparlo con il fumo e metterlo a repentaglio con le automobili.
Bisogna educare al rispetto della salute la popolazione intera, a partire dai giovani. Infatti, e torno a citare il sindaco “abbiamo avviato una campagna informativa insieme alle Farmacie di San Lazzaro e all’Azienda sanitaria. Prima educare, poi, eventualmente, sanzionare. Nel frattempo qualche contravvenzione è partita, ma, anche qui, basta rispettare le regole per evitarlo”.

Riporto la parte conclusiva dell’articolo del primo cittadino
“Vorrei chiarire che in questo nostro progetto non c’è nulla contro il commercio. La prima istituzione interessata al commercio è il Comune. In questi anni la collaborazione non è mai mancata. Nonostante la crisi, il commercio sanlazzarese, in controtendenza con i dati generali, non ha avuto decrementi, piuttosto una costante crescita, anche nel 2012 e nel primo semestre del 2013. Ciò, in parte, perché, a San Lazzaro si configura una vero e proprio “centro commerciale naturale”, fatto, per lo più, di negozi di vicinato. I dehors chiusi sono oggettivamente un controsenso. Se al loro interno, sinora, è stato tollerato che si fumasse, questo non significa che sia giusto continuare a farlo. Perché il fumo, nei luoghi pubblici chiusi, è già vietato dalla legge. Per le aree con tavolini all'aperto abbiamo chiarito che, se c'è separazione di almeno due metri tra fumatori e non fumatori, nulla osta. Certo: comprendiamo il possibile disagio e lo abbiamo affrontato nell’ambito della proposta di bilancio, ricalibrando il canone per l’occupazione del suolo pubblico, in diminuzione, all’interno di un pacchetto più ampio di alleggerimento della pressione fiscale, nell’ambito dell’Imu, a favore di imprese e lavoro. Abbiamo anche previsto, come è giusto, una verifica in itinere e siamo d'accordo con le associazioni di categoria del commercio di promuovere un confronto sulla base dei dati nei prossimi mesi. Vorrei inoltre chiarire una cosa. La regolamentazione del fumo non necessariamente è un deficit, anzi noi ci auguriamo possa diventare un vantaggio competitivo anche per il mondo del commercio e per tutta la comunità. Se guardo all’eco che l’iniziativa ha avuto, sono portato a pensare che sia proprio così. Chi, oggi, con un pizzico di coraggio, perché ci vuole anche quello, se no non si fa nulla, assume orientamenti innovativi, può essere premiato. Qualcuno ha detto che abbiamo guardato a realtà straniere. A San Francisco, in California, vi sono misure molto restrittive. Sotto le pensiline dei bus a Berlino il fumo è escluso. Noi però ci siamo ispirati soprattutto a San Lazzaro "città della salute": dal parco regionale dei Gessi bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa ai tanti giardini pubblici, dallo sport all'aria aperta delle palestre e a quello destrutturato dal fine settimana, dal podismo alle biciclettate lungo la val di Zena[5]. La San Lazzaro che nasce da un ospedale, il lazzaretto, nel tredicesimo secolo, sviluppando una evoluzione civile come “città di salute pubblica”, ma anche la comunità che ha dato i natali a Cesare Maltoni, già consigliere comunale, pioniere dello studio sulle cause ambientali nelle patologie oncologiche e fondatore dell’Istituto Ramazzini e la cui casa di famiglia è tuttora in via Zucchi. Si dice che sia la prima volta che un Comune riesce ad impostare una novità come questa, facendone una strategia. Non so. La cosa che ci ha definitivamente convinto è stata la questione delle cicche e dei posaceneri. Dopo un paio di giorni alcuni di quelli fissi erano già pieni. Vale a dire che fino a qualche giorno prima tutte quelle cicche erano per terra. E’ così: le regole formano nuovi comportamenti. La norma svolge un effetto deterrente. C'è, non per provocare, ma per escludere la sanzione. E’ inutile ribadirlo: non abbiamo alcuna intenzione di fare cassa. Non è lì la questione. Le novità devono mettere radici. Ma il terreno è fertile. La gente chiede un po' più di rispetto, di ordine, di pulizia, di risparmio, di salute. Questo è lo spirito dell'ordinanza. Poi valuteremo i risultati. Infine, non si parla che di tagli. Giusto, necessario, inevitabile. Ma ci sono cose che si possono fare anche con poco o senza costi. Nonostante i tagli. Per spendere bene, per fare di più con meno. Le cicche nei posacenere sono già raccolta differenziata: significa che il Comune non dovrà spendere soldi per tirarli su da terra e questo è già un modo di fare riqualificazione della spesa. Con un po’ di spirito civico, di cooperazione tra cittadini ed ente locale, si può tutti contribuire a innalzare la qualità della comunità. A beneficio di tutti”.

Concludo con un plauso a queste iniziative, e le propongo come esemplari ad altri sindaci che eventualmente frequentino il mio blog.
In particolare rivolgo un appello a quello di Pesaro dove ogni anno passo il mese di agosto, in una casa situata in pieno centro: a duecento metri dalla piazza centrale e a centocinquanta  dal mare. Ebbene tra la mia abitazione e la piazza c’è una strada, il viale della Vittoria, famigerato non perché ci abito io come potrebbe bisbigliare qualche detrattore  maligno, ma per il fatto che nessun limite viene imposto alla velocità e al fracasso giornaliero, diurno e notturno, di motociclisti e automobilisti che usano questa arteria come una pista per gare di formula uno.
Pochi giorni fa ho dovuto pagare una multa di 173 euro ai vigili di San Lazzaro per essere passato, soprappensiero, con il semaforo che diventava rosso. Non me ne ero accorto. Negli ultimi dieci anni ho fatto 25 mila chilometri in automobile, una media di 2500 all’anno, assai meno di quanti ne percorro in bicicletta, e non più di quanti ne corro e cammino  a piedi.
In effetti sto disimparando a guidare. E’ il mio analfabetismo di ritorno nella guida. Meno grave di quello di quanti, magari laureati, non leggono un libro per anni  e disimparano perfino a parlare come si deve.
San Lazzaro è encomiabile anche per la sua mediateca piena di libri e di altri pregevoli strumenti culturali, e pure frequentata da tante persone che vogliono imparare.
 Ma tornando alla multa e concludendo, quando sono andato a pagarla, il vigile incaricato di riscuoterla mi  ha detto che mi erano stati tolti sei punti dalla patente. Ebbene, non ho protestato nemmeno dentro di me. Anzi, mi sono detto: "Magari! Magari lo facessero anche a Pesaro, tutelando i pensieri, gli studi, i sonni, insomma la  salute mia e quella dei miei ospiti estivi!”.

Giovanni Ghiselli



[1] Zibaldone, 1856.
[2] Ariston me;n u{dwr
[3] E celebra la vittoria che Ierone di Siracusa ottenne con il corsiero Ferenico nell’Olimpiade del 476, la prima dopo la sconfitta dei Persiani a Salamina e Platea.
[4] "Nero virtutem ipsam excindere concupivit interfecto Thrasea Paeto", Annales ,  XVI, 21, Nerone volle uccidere la virtù in persona con l'ammazzare Trasea Peto.
[5] Un locus amoenus dove, miracolosamente, noi ciclisti siamo più numerosi degli automobilisti che, altro miracolo, ci rispettano (ndr.)

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