Un inizio che utilizza, variandola, l’apertura
dell’Olimpica I di Pindaro, il
lirico, diceva Leopardi, “infiammato del
più pazzo fuoco”[1].
“Ottima è l’acqua”[2] sono le prime parole del grande epinicio
che racconta l’impresa vittoriosa di Pelope[3], l’eroe eponimo del Peloponneso, un vero
paradiso terrestre, come sa chi lo conosce, e in particolare chi, come me, ha
gioito della sua aria paradisiaca respirandola a pieni polmoni mentre faceva il
giro dell’isola in bicicletta.
Ottima è l’aria
dunque, purché non sia inquinata, e perché non lo sia, bisogna spengere le
fonti dell’inquinamento.
Quali sono queste
sorgenti maligne?
Le automobili, le
sigarette, il riscaldamento, il raffreddamento.
Ebbene il
riscaldamento nelle case, almeno fino a 21 gradi quando fuori si bubbola per il
freddo, è necessario; il raffreddamento dei condizionatori a mio parere no,
tuttavia si può concedere in condizioni di caldo estremo a persone dalla salute
precaria; le automobili possono pure essere indispensabili a persone molto
malate o sovraccariche di bagagli, ma le sigarette proprio no, le sigarette
sono un vizio morboso e chi le fuma non può permettersi di appestare e
contagiare con le sue emissioni malsane chi ha, se non altre virtù, quella di
non fumare. Quando la zia più anziana mi
diceva, scherzando spero, che il fumo è l’unico vizio che non ho, rispondevo citando Tacito: allora sono come Trasea Peto:
la virtù in persona[4]. Ironicamente ma nemmeno troppo...
Ebbene, da virtuoso quale presumo di essere anche perché non fumo, pedalo e corro, apprezzo molto il pacchetto di misure promosse da Marco Macciantelli, per rafforzare lo spirito civico e la cultura della salute.
Ebbene, da virtuoso quale presumo di essere anche perché non fumo, pedalo e corro, apprezzo molto il pacchetto di misure promosse da Marco Macciantelli, per rafforzare lo spirito civico e la cultura della salute.
Procedo facendo
delle citazioni da un prossimo articolo del primo cittadino di San Lazzaro di Savena.
“Senza alcun atteggiamento etico, ideologico o vessatorio,
il sindaco dice no al fumo nei parchi
giochi dei bambini, no dove sono presenti coperture, come nei dehors. Chi fuma
deve tenere una distanza di rispetto di due metri dagli accessi agli esercizi
pubblici”.
Insomma il fumatore deve rispettare il non fumatore
girando al largo da lui.
Macciantelli
riconosce che ci sono altri problemi, anche più grandi nell’Universo mondo e
pure in San Lazzaro. Certo, ma c’è anche questo problema.
E intervenire su questo è significativo, è anzi emblematico del rispetto che più in generale è dovuto al prossimo, all’ambiente, alla vita. Un rispetto che l’amministrazione del comune limitrofo a Bologna nella direzione del sole che sorge, ha già dimostrato e praticato rimuovendo l’amianto, creando piste ciclabili e istituendo servizi di “ bike sharing, per più mobilità ecologica, leggera e dolce”.
E intervenire su questo è significativo, è anzi emblematico del rispetto che più in generale è dovuto al prossimo, all’ambiente, alla vita. Un rispetto che l’amministrazione del comune limitrofo a Bologna nella direzione del sole che sorge, ha già dimostrato e praticato rimuovendo l’amianto, creando piste ciclabili e istituendo servizi di “ bike sharing, per più mobilità ecologica, leggera e dolce”.
Iniziative sante.
Il sindaco
ricorda e riconosce quali suoi predecessori “Renzo Imbeni e Maurizio Cevenini, che,
nel loro caso in riferimento al fumo nei luoghi pubblici, hanno già avuto modo
di esprimere una sensibilità in anticipo sui
tempi, che merita di essere ripresa e ulteriormente proseguita”. Macciantelli
non vuole apparire, né essere, il tiranno che, per affermare il proprio potere,
pretende di imporre regole vessatorie e vuole proibire lieti, innocui
passatempi; egli desidera “solo
innalzare il rispetto delle regole, la convivenza civile, per stili di vita più
orientati alla salute”. E “l'ordinanza
sul fumo ha questa ispirazione”.
Niente a che
vedere, per esempio con il decreto di Creonte, il despota che nell’Antigone di Sofocle impone alla
cittadinanza di lasciare insepolto un morto i cui miasmi infettano l’aria.
Qui si tratta
invece di lasciar respirare aria buona ai
vivi.
L’ordinanza del
sindaco di San Lazzaro dunque potrebbe essere inserita tra le leggi favorevoli
alla vita, benedette dai cori dell’Antigone e dell’Edipo re, tragedie scritte contro l’u{bri~ e il suo parto mostruoso: il tiranno.
Leggiamone alcune
parole. Nel più antico dei due drammi, la coraggiosa ragazza, Antigone
figliola di Edipo, disobbedisce al
decreto di Creonte dicendogli: "Sì, infatti secondo me non è stato per niente
Zeus il banditore di questo editto / né Giustizia che convive con gli dei di
sotterra / determinò tali leggi tra gli uomini, / né pensavo che i tuoi bandi
avessero tanta / forza che tu, essendo mortale, potessi oltrepassare / i diritti degli dèi, non scritti e non vacillanti (a[grapta kajsfalh` qew`n
novmima.) / Infatti non solo oggi né ieri, ma sempre / sono vivi questi, e nessuno sa da quando
apparvero (vv. 450-457)".
Lo stesso pensa il coro dell'Edipo re
che nella prima strofe del secondo Stasimo, punto nodale della tragedia,
canta:"Oh, mi accompagni sempre la sorte di portare / la sacra purezza
delle parole / e delle opere tutte, davanti alle quali sono stabilite
leggi / sublimi, procreate / attraverso l'aria celeste di cui Olimpo è padre da
solo né le / generava natura mortale di uomini / né mai dimenticanza/potrà
addormentarle: / grande c'è un dio in loro e non invecchia" (vv. 863-872).
Il dio grande presente nell’ordinanza di San Lazzaro è il dio della salute che, non esiste verità più ovvia, è il primo, il più desiderabile e necessario dei nostri beni, ed è una pessima perversione sciuparlo con il fumo e metterlo a repentaglio con le automobili.
Il dio grande presente nell’ordinanza di San Lazzaro è il dio della salute che, non esiste verità più ovvia, è il primo, il più desiderabile e necessario dei nostri beni, ed è una pessima perversione sciuparlo con il fumo e metterlo a repentaglio con le automobili.
Bisogna educare al rispetto
della salute la popolazione intera, a partire dai giovani. Infatti, e torno a
citare il sindaco “abbiamo avviato una campagna
informativa insieme alle Farmacie di San Lazzaro e all’Azienda sanitaria. Prima
educare, poi, eventualmente, sanzionare. Nel frattempo qualche contravvenzione è partita, ma, anche qui, basta
rispettare le regole per evitarlo”.
Riporto la parte conclusiva dell’articolo del primo cittadino
Riporto la parte conclusiva dell’articolo del primo cittadino
“Vorrei chiarire che in questo nostro progetto non c’è nulla contro il
commercio. La prima istituzione interessata al commercio è il Comune. In questi
anni la collaborazione non è mai mancata. Nonostante la crisi, il commercio
sanlazzarese, in controtendenza con i dati generali, non ha avuto decrementi,
piuttosto una costante crescita, anche nel 2012 e nel primo semestre del 2013.
Ciò, in parte, perché, a San Lazzaro si configura una vero e proprio “centro
commerciale naturale”, fatto, per lo più, di negozi di vicinato. I dehors
chiusi sono oggettivamente un controsenso. Se al loro interno, sinora, è stato
tollerato che si fumasse, questo non significa che sia giusto continuare a
farlo. Perché il fumo, nei luoghi pubblici chiusi, è già vietato dalla legge.
Per le aree con tavolini all'aperto abbiamo chiarito che, se c'è separazione di
almeno due metri tra fumatori e non fumatori, nulla osta. Certo: comprendiamo
il possibile disagio e lo abbiamo affrontato nell’ambito della proposta di
bilancio, ricalibrando il canone per l’occupazione del suolo pubblico, in
diminuzione, all’interno di un pacchetto più ampio di alleggerimento della
pressione fiscale, nell’ambito dell’Imu, a favore di imprese e lavoro. Abbiamo
anche previsto, come è giusto, una verifica in
itinere e siamo d'accordo con le associazioni di categoria del commercio di
promuovere un confronto sulla base dei dati nei prossimi mesi. Vorrei inoltre
chiarire una cosa. La regolamentazione del fumo non necessariamente è un
deficit, anzi noi ci auguriamo possa diventare un vantaggio competitivo anche
per il mondo del commercio e per tutta la comunità. Se guardo all’eco che
l’iniziativa ha avuto, sono portato a pensare che sia proprio così. Chi, oggi, con un pizzico di coraggio, perché ci vuole anche
quello, se no non si fa nulla, assume orientamenti innovativi, può essere
premiato. Qualcuno
ha detto che abbiamo guardato a realtà straniere. A San Francisco, in California, vi sono misure
molto restrittive. Sotto le pensiline dei bus a Berlino il fumo è escluso. Noi
però ci siamo ispirati soprattutto a San Lazzaro "città della
salute": dal parco regionale dei Gessi bolognesi e dei Calanchi
dell’Abbadessa ai tanti giardini pubblici, dallo sport all'aria aperta delle
palestre e a quello destrutturato dal fine settimana, dal podismo alle
biciclettate lungo la val di Zena[5]. La San Lazzaro che nasce da un ospedale,
il lazzaretto, nel tredicesimo secolo, sviluppando una evoluzione civile come
“città di salute pubblica”, ma anche la comunità che ha dato i natali a Cesare
Maltoni, già consigliere comunale, pioniere dello studio sulle cause ambientali
nelle patologie oncologiche e fondatore dell’Istituto Ramazzini e la cui casa
di famiglia è tuttora in via Zucchi. Si dice che sia la prima volta che un
Comune riesce ad impostare una novità come questa, facendone una strategia. Non
so. La cosa che ci ha definitivamente convinto è stata la questione delle
cicche e dei posaceneri. Dopo un paio di giorni alcuni di quelli fissi erano
già pieni. Vale a dire che fino a qualche giorno prima tutte quelle cicche
erano per terra. E’ così: le regole formano nuovi comportamenti. La norma
svolge un effetto deterrente. C'è, non per provocare, ma per escludere la
sanzione. E’ inutile ribadirlo: non abbiamo alcuna intenzione di fare cassa.
Non è lì la questione. Le novità devono mettere radici. Ma il terreno è
fertile. La gente chiede un po' più di rispetto, di ordine, di pulizia, di
risparmio, di salute. Questo è lo spirito dell'ordinanza. Poi valuteremo i
risultati. Infine, non si parla
che di tagli. Giusto, necessario, inevitabile. Ma ci sono cose che si possono
fare anche con poco o senza costi. Nonostante i tagli. Per spendere bene, per
fare di più con meno. Le cicche nei posacenere sono già raccolta differenziata:
significa che il Comune non dovrà spendere soldi per tirarli su da terra e
questo è già un modo di fare riqualificazione della spesa. Con un po’ di
spirito civico, di cooperazione tra cittadini ed ente locale, si può tutti
contribuire a innalzare la qualità della comunità. A beneficio di tutti”.
Concludo con un
plauso a queste iniziative, e le propongo come esemplari ad altri sindaci che
eventualmente frequentino il mio blog.
In particolare
rivolgo un appello a quello di Pesaro dove ogni anno passo il mese di agosto,
in una casa situata in pieno centro: a duecento metri dalla piazza centrale e a
centocinquanta dal mare. Ebbene tra la
mia abitazione e la piazza c’è una strada, il viale della Vittoria, famigerato
non perché ci abito io come potrebbe bisbigliare qualche detrattore maligno, ma per il fatto che nessun limite
viene imposto alla velocità e al fracasso giornaliero, diurno e notturno, di
motociclisti e automobilisti che usano questa arteria come una pista per gare
di formula uno.
Pochi giorni fa
ho dovuto pagare una multa di 173 euro ai vigili di San Lazzaro per essere
passato, soprappensiero, con il semaforo che diventava rosso. Non me ne ero
accorto. Negli ultimi dieci anni ho fatto 25 mila chilometri in automobile, una
media di 2500 all’anno, assai meno di quanti ne percorro in bicicletta, e non
più di quanti ne corro e cammino a piedi.
In effetti sto
disimparando a guidare. E’ il mio analfabetismo di ritorno nella guida. Meno
grave di quello di quanti, magari laureati, non leggono un libro per anni e disimparano perfino a parlare come si deve.
San Lazzaro è
encomiabile anche per la sua mediateca piena di libri e di altri pregevoli
strumenti culturali, e pure frequentata da tante persone che vogliono imparare.
Ma tornando alla multa e concludendo, quando
sono andato a pagarla, il vigile incaricato di riscuoterla mi ha detto che mi erano stati tolti sei punti
dalla patente. Ebbene, non ho protestato nemmeno dentro di me. Anzi, mi sono
detto: "Magari! Magari lo facessero anche a Pesaro, tutelando i pensieri, gli
studi, i sonni, insomma la salute mia e
quella dei miei ospiti estivi!”.
Giovanni Ghiselli
[3]
E celebra la vittoria che Ierone di
Siracusa ottenne con il corsiero Ferenico nell’Olimpiade del 476, la prima dopo
la sconfitta dei Persiani a Salamina e Platea.
[4] "Nero virtutem ipsam excindere concupivit
interfecto Thrasea Paeto", Annales , XVI, 21, Nerone volle uccidere la virtù in
persona con l'ammazzare Trasea Peto.
[5] Un locus
amoenus dove, miracolosamente, noi ciclisti siamo più numerosi degli
automobilisti che, altro miracolo, ci rispettano (ndr.)
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