sabato 22 giugno 2013

Giovanni Ghiselli, il dilettante, risponde al professionista Alberto Ronchi, assessore alla Cultura del comune di Bologna



alla Casa dei Pensieri,
Festa dell'Unità
Caro Assessore,

io accetto l’epiteto di “dilettante”, anzi ne sono onorato, perché lo considero altamente elogiativo e, per quanto riguarda la mia persona,  del tutto realistico.
Il 9 luglio, alle sette della sera, in piazza Verdi ancora una volta mi diletterò nel parlare dei valori della classicità greca e latina. Ho cominciato a dilettarmi con il latino quando avevo 11 anni e facevo la prima media, al Lucio Accio di Pesaro, nell’anno 1955-1956.
Dal 1958-1959, quando sono entrato al ginnasio, mi diletto pure della lingua greca; dalla prima liceo (1960-61) anche delle due letterature antiche.
Queste discipline in un primo tempo mi dilettavano soprattutto in quanto mi davano l’occasione di primeggiare a scuola, più o meno come la bicicletta con la quale primeggiavo in salita, la panoramica di Pesaro, dove si è svolta la tappa a cronometro dell’ultimo giro d’Italia, poi il greco e il latino mi sono piaciuti perché mi hanno aiutato a trovare la mia identità e a crescere come persona che non pensa, non parla e non scrive a casaccio. Tanto mi sono piaciuti il greco e il latino che ho continuato a studiarli all’Università, sempre con diletto, quindi ho cominciato a insegnarli, con grande diletto. L’ho fatto al Rambaldi di Imola, al Minghetti e al Galvani di Bologna dal 1975 al 2010.

Con molta soddisfazione ho anche tradotto e commentato Euripide e Sofocle, Erodoto, Tucidide, Virgilio e Petronio per  editori  come Loffredo (Edipo re, Antigone, Omero, Storiografi greci) e Cappelli (Medea). Ora mi sto dilettando con le Baccanti per La nuova Italia. 
Dal 1999, quando oramai cominciavo a invecchiare, sempre imparando molte cose[1], ho tenuto pure un laboratorio di didattica della letteratura greca nella SSIS dell’Università di Bologna, per 9 anni. Non senza diletto mio e degli studenti.
Quest’anno ho lavorato nel TFA dell’Università di Urbino, ancora una volta con soddisfazione mia e degli allievi miei.
Inoltre ho fatto conferenze in varie Università, convegni e festival anche prestigiosi come quello della Filosofia di Modena nel 2011 sul tema “La natura dei Greci”. Nella piazza piena aleggiava il diletto.
Tutto questo mi è sempre piaciuto molto e finché ne avrò le forze,  e il pubblico mi ascolterà con piacere, non smetterò di farlo.
Lei dunque Assessore, per quanto riguarda me, ha ragione: io sono ancora un dilettante che si diletta della cultura classica e con la cultura classica ha dilettato, e aiutato a crescere, molte persone.

Il diletto, caro assessore, è necessario all’imparare: paideiva, “educazione” è parola etimologicamente imparentata con paivzw, “gioco”.
Quintiliano, l’ autore proposto ai maturandi dell’ultima, recente maturità classica, associa l’apprendimento dei fanciulli al gioco "Lusus hic sit[2], lusus nel quale oltretutto si manifestano più schiettamente le inclinazioni di ciascuno:"mores quoque se inter ludendum simplicius detegunt"[3].
Credo che studiare con intelligenza e imparare sia un gioco che può divertire e dilettare non solo i bambini ma  anche gli adulti come Lei e i vecchi come me. Questo  non significa mollis educatio: "Mollis illa educatio, quam indulgentiam vocamus, nervos omnis mentis et corporis frangit"[4]. quella molle educazione che chiamiamo indulgenza, spezza tutte le forze della mente e del corpo.

Il diletto che viene dallo studio infatti, caro Assessore mio, è una cosa seria, seria e anche faticosa, eppure, nello stesso tempo, assai dilettevole.
Venga a sentirmi in piazza Verdi, Assessore carissimo: vedrà che potrà trovare pure Lei seri motivi di vero e grande diletto nella classicità che è stata ed è la stella polare della mia vita.
Spero di aiutarLa a diventare un  neofita di queste discipline  meravigliose, di convertirla da professionista della politica a dilettante della cultura.

La saluto

Suo

giovanni ghiselli 



[1] Cfr. Solone: “ghravskw d   jaijei; polla; didaskovmeno"” (fr. 28 Gentili-Prato) 
[2] Quintiliano, Institutio oratoria I, 1, 20. 
[3] Quintiliano, Inst. I, 3, 8. 
[4] Quintiliano,  Inst. I, 2, 6.

1 commento:

  1. Una replica degna di un grande uomo, come Lei sempre si dimostra,
    diretta a un uomo piccolo, come spesso si rivela chi dovrebbe rappresentarci al meglio (ahinoi!)...
    Roberto B.

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