Le elezioni del 4
marzo
La ilarotragedia delle elezioni si è conclusa con la
catastrofe della sinistra.
Per diverse settimane abbiamo visto sul palcoscenico
televisivo parecchie maschere tragicomiche appunto, di ciarlatani bizzarri,
ignoranti integrali, caricature di politici, e ben poche persone serie. Il
risultato è che non c’è una forza parlamentare tanto consistente da opporsi con
efficacia all’oppressione di gran parte del popolo italiano.
Io ho votato Liberi e
uguali. Sono deluso dal risultato ma non sono pentito della mia scelta. Spero
che i pochi electi ex optimis di
questo partito abbiano la capacità di trovare un metodo, una via (odós) per opporsi al razzismo, alla
sopraffazione delle banche, al predominio dell’ignoranza, del denaro, della becera
volgarità sullo spirito dell’umanesimo.
La prima cosa da fare è restituire valore alla scuola e alla
cultura umanistica e umana. Servirebbe a sbugiardare gli ignoranti, a
smascherare i buffoni, a evidenziare gli incapaci, a svelare le menzogne dei
bugiardi.
Gli Italiani defraudati della scuola da decenni, con questo
voto hanno scelto un futuro di miseria culturale, morale e probabilmente, per
molti, anche materiale. In tanti lustri di degrado scolastico e lavorativo, di
entropia linguistica, la gente, privata di ogni difesa mentale, è stata
condizionata a pensare che Giustizia, Rispetto, Solidarietà, Generosità,
Magnanimità, il Kalón la Bellezza morale siano
monete scadute o addirittura disvalori, parole ridicole, buone solo per gli
imbecilli.
Io mi vanto di essere tra questi presunti imbecilli.
I valori falsi propagandati come veri sono il PIL, la
prepotenza, l’impudenza, la chiacchiera vuota e ingannevole dei ruffiani. Il
diritto dei poteri forti è stato quello prevalente sui legislatori italiani. Il
potere forte della finanza, potestas quae
valet, ha scelto governi mai eletti
dal popolo.
Valet; et leones, ebbe
a scrivere Seneca, forti sono anche i leoni (Ep. 76, 9). “Ma la
Boschi è bella”, potrebbe obiettare qualcuno, e giustamente è
stata rieletta. Formonsus est: et pavones.
“E il corpo senza
pecche di Alessia Morani sacrosantamente premiata anche lei dove lo metti?” Corpus habet: et arbores.
“Almeno non svalutare la velocità di quanti correvano da un
programma televisivo all’altro per illustrare le proprie idèe con cascate di
parole veloci”. Velox est: et equi.
Vero è che, secondo l’animalismo di moda, la vita di un
animale vale più di quella di decine di esseri umani, ma, e la smetto con
Seneca, in homine quid est optimum?
Ratio:hac antecedit animalia, deos sequitur.
Hac è ablativo per
chi non l’avesse capito.
Prima di Seneca, Senofane affermò che la sua sofia valeva più della forza muscolare
di lottatori, pugili e pancraziasti.
Sono certo che la sofia di certi non eletti, come Pippo Civati
o Anna Falcone, sia di molto superiore all’ignoranza e all’impudenza di tanti electi ex pessimis, pronti a incentivare
ignoranza, servilismo e confusione. In sintesi la kakía, il brutto morale.
Un popolo colto e cosciente non li avrebbe mai scelti.
Nei Cavalieri di Aristofane
(425 a. C.) il salsicciaio è destinato a diventare potente in quanto è
triviale, ignorante e sfacciato (v. 181). Le cose vanno così in Italia da
quando i giovani non devono studiare
per trovare lavoro ma cercare raccomandazioni, protettori, cooptatori. Con
qualsiasi mezzo.
Ora i poteri
forti stanno ripetendo con Di Maio il gioco già fatto con gli
utili loro strumenti diventati inutili. Gli hanno detto:
"diventerai un grande, ti metterai sotto i piedi il parlamento, a
Montecitorio potrai imporre ogni tuo volere". Perfino laikasei nel Pritaneo venne
promesso al salsicciaio archetipico (Aristoph. Eq.167)
Ancora gli
attualissimi Cavalieri di Aristofane: il potere deve andare
al salsicciaio semianalfabeta poiché "la demagogia
non si addice a persone istruite e di buoni costumi, ma a ignoranti e
schifosi" (191-193). Infatti gli eterni Severgnini infatti trovano
noiosi e pesanti i politici istruiti e perbene. Sicché approvano chi
ha votato i buffoni, gli improvvisatori, i guitti e le mime.
giovanni ghiselli
Giovanna Tocco
RispondiEliminaOttime le citazioni da seneca e da Aristofane margherita
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