venerdì 26 agosto 2022

L’ossimoro incarnato

Consiglio agli oppositori dell’attuale regime di fingersi pazzi.
Il finto pazzo, Bruto Maggiore e Amleto sono ossimori incarnati: si fingono pazzi per attuare il loro piano con una follia che ha del metodo.
 “Facciamo ancora un passo avanti: a tutti quegli uomini superiori che erano irresistibilmente attratti ad infrangere il giogo di una qualche eticità e a dare nuove leggi non restò nient’altro, se essi non erano realmente folli, che diventare pazzi o farsi passare per tali; e ciò vale in verità per i novatori in tutti i campi, non soltanto per chi innovava nelle istituzioni sacerdotali e politiche”[1].
Tra i simulatori di follia, Nietzsche ricorda Solone: “allorché pungolava gli Ateniesi alla conquista di Salamina” [2]Cfr. Plutarco, Vita di Solone, 8

Il body-building non c’entra.  
Sentite:
Cicerone nelle Tusculanae V, 93 scrive che i desideri necessari si possono soddisfare quasi con nulla (satiari posse paene nihilo - divitias enim naturae esse parabiles)
I naturali non è difficile procurarseli né farne a meno.
Quelli non naturali né necessari sono inanes, vuoti  e non hanno niente in comune con la necessità né con la natura.
Dario in fuga bevve acqua inquinata da cadaveri e disse di non aver trovato mai bevanda più piacevole: numquam videlicet sitiens biberat (V, 34,  97).
 
Socrate passeggiava di buona lena (contentius) fino a sera usque ad vesperum e diceva: “ se, quo melius cenaret, obsonare ambulando famem, che per cenare meglio faceva provvista di appetito passeggiando.
Dioniso il vecchio a Sparta disse che quel brodo nero (ius nigrum[3]) non gli era piaciuto.
Il cuoco rispose: “ Minime mirum; condimenta enim defuerunt”
Quae tandem? – inquit ille
Labor in venatu, sudor, cursus ad Eurotam, fames, sitis; his enim rebus Lacedaemoniorum epulae condiuntur

Pesaro 26 agosto 2022 ore 18, 33.
Ora vado a correre per condire il cibo delle 21,30 con l’appetito.
 
p. s
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[1]  Nietzsche, Aurora, libro primo, 14
[2] Aurora, I libro, 14.
[3] Era lo zwmo;~ mevla~ degli Spartani (cfr. Plutarco, Vita di Licurgo, 12, 12)

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