venerdì 18 aprile 2025

Joyce, Ulisse. Capitolo VI. Ade. Il funerale. Decima e ultima parte.


 

Bloom pensa che tutti quei morti lì sepolti un tempo camminavano per le vie di Dublino 158. All these here once walked round Dublin 102

Il contrario di quando si pensa vedendo una strada affollata: tra cento anni questi saranno tutti morti.

 

 L’ho imparato da Erodoto:  Serse il grande re di Persia,  invadendo la Grecia, vide l'Ellesponto coperto dalle navi e dapprima si disse beato (oJ  Xevrxh" eJwuto;n ejmakavrise, VII, 45), ma subito dopo scoppiò a piangere (meta; de; tou'to ejdavkruse)  per compassione al pensiero di quanto è breve tutta la vita umana: “ wJ~ bracu;~ ei[h oJ pa'~ ajnqrwvpino~ bivo~, eij touvtwn ge ejovntwn tosouvtwn oujdei;~ ej~ eJkatosto;n e[to~ perievstai” (VII 46,2), dal momento che di questi che sono tanti nessuno sopravviverà al centesimo anno.

Allora Artabano, lo zio paterno, lo consolò dicendogli che, essendo la vita travagliata, la morte è il rifugio preferibile per l'uomo ("ou{tw" oJ me;n qavnato" mocqhrh'" ejouvsh" th'" zovh", katafugh; aiJretwtavth tw'/ ajnqrwvpw/ gevgone", VII, 46, 4). Un momento di sapienza silenica.

 

Se questa sera uscirò e passando per la zona universitaria  vedrò con piacere  tanti giovani allegri che mi mettono allegria, nondimeno penserò: “garzoncelli scherzosi, fanciulli miei, bamboline care, godete la vostra stagione lieta e piena di energia. Tra cinquanta o sessanta anni sarete come me, se vi andrà molto bene. Per carità, non sono uno da buttar via ma non ho più la vitalità, la curiosità, la voglia di amare che avevo non solo a 25 anni ma ancora a 77 quando scalando il passo di Bocca Trabaria in bicicletta lasciai  indietro di dieci minuti  due cinquantenni. Arrivato al passo, mentre li aspettavo gridavo evoè.

 

Torniamo a Bloom.  Pensa che per avere un ricordo sempre vivo dei morti bisognerebbe registrarne la voce in tempo. La domenica dopo pranzo si potrebbe metter su il povero trisnonno.

A un tratto sente un rumore che viene dal basso. Osserva una cripta di pietra e vede some animal. An obese grey rat, un sorcio obeso grigio, trotterellava muovendo la ghiaia. Un animale del genere fa presto a mangiare un uomo. Lo spolpa senza guardarlo in faccia. Non tutti i fatti della natura in effetti sono belli e buoni ma ci si può fare sopra delle battute stupefacenti.

A corpse is meat gone bed 102., un cadavere è carne andata a male. Dopo tutto  che cosa è il formaggio? E’ il cadavere del latte Cheese corpse of milk.

Mi piace questa battuta: devo ricordarla: il formaggio non mi piace e fa ingrassare per giunta. Mangiarlo da parte mia è masochismo. Qui a Bologna lo chiamano forma come se fosse formosus invece rende deformi.

Leopardi  dice ogni male del parmigiano. Lo approvo. Quando dico parole opposte al pensiero comune, i benpensanti mi accusano di essermele inventate. Anche per questo cito i grandi autori che sono o dovrebbero essere reputati più del formaggio pure se molto pubblicizzato.

In una lettera al padre Monaldo datata Bologna 8 febbraio 1826 Giacomo scrive al padre chiedendogli di mandargli “i nostri formaggi”  come “l’olio e i fichi già famosi”.

I formaggi marchigiani dunque “qui si stimano più del parmigiano, il quale non ardisce di comparire in una tavola signorile. Bensì vi comparisce una forma di formaggio della Marca, quando se ne può avere, che è cosa rara”. Così il tanto decantato parmigiano è sistemato. A Pesaro in casa mia usava il cacino, a Moena il puzzone, entrambi migliori del parmigiano.

 

 Meglio la cremazione pensa Bloom Ma i preti ce l’hanno a morte.

Tra le maniere di morire dicono che annegare sia la più piacevole.

Mi viene in mente la canzone di Ariele nella Tempesta di Shakespeare: “:"Of his bones are coral made;/Those are pearls that were his eyes:/Nothing of him that doth fade,/But doth soffer a sea-change/Into something rich and strange " (The Tempest , I, 2), delle sue ossa si sono formati coralli, sono perle quelli che furono I suoi occhi, nulla in lui scompare ma subisce un cambiamento marino in qualche cosa di ricco e strano.

Ferdinando, il principe di Napoli,  sente questo  canto  che calma la sua pena mentre siede sulla riva piangendo di nuovo  sul naufragio di suo padre e re weeping again the King my father’s wrack (I, 2, 439)

 

Bloom aggiunge “Vedere tutta la propria vita in un lampo” 159 See your whole life in a flash.  

Questo fa pensare alla quarta sezione di The waste land di T. S. Eliot: Death by water, la morte per acqua: Phebas il Fenicio “Come affiorava e affondava /passò attraverso gli stadi della maturità e della giovinezza/procedendo nel vortice”. Ulisse e La terra desolata uscirono entrambi nel 1922. Non fu un anno di carestia letteraria lovgwn  ajforiva,.

 

Elogio di Bologna. A parte la cucina.

 

Di Bologna mi piace tutto, perfino il clima perché da marzo a settembre è una delle tre città più calde d’Italia. Da novembre a febbraio invece fa freddo ma limito le uscite e studio e scrivo di più.

E’ una città viva, civile, ben tenuta, ben collegata e offre molto in termini di cinema, biblioteche, incontri culturali. E’ abituata da secoli a ospitare studenti immigrati da ogni parte d’Italia e non solo, sicché non impone il conformismo assoluto come tanti borghi e cittadine di provincia. Da immigrato mi ci sono trovato bene e ci sono rimasto. Tutto bene dunque a parte il cibo. In casa mangio tonno in scatola e insalata;  se vado fuori mi guardo bene dalla cucina bolognese. Per fortuna conosco un buon ristorante greco, non esoso e ben frequentato: da studenti e professori come la mensa dell’Università di Debrecen.

 

Torniamo a Ulisse

 

La resurrezione non attira Bloom. But being brought back to life no 103, ma essere riportati in vita no.

 

Probabilmente Joyce risente di questa nenia funebre cantata da Cornelia, "in vari modi di follia", sul cadavere del figlio Marcello, ucciso dal fratello Flaminio :

"Chiamate il pettirosso e lo scricciolo, che volano sopra i boschetti ombrosi, e con foglie e fiori coprono i corpi soli al mondo degli insepolti. Chiamate al suo lamento funebre la formica, il topo dei campi e la talpa, che levino mucchi di terra per tenerlo caldo e quando le ricche tombe vengono depredate non soffra danno: ma tenete lontano il lupo, che è nemico degli uomini, altrimenti con le sue unghie li dissotterrerà (But keep the wolf far hence, that's foe to men,/For with his nails he' ll dig them up again)"[1].

"T. S: Eliot ha inserito gli ultimi due versi-cambiando la parola "wolf" (lupo) in "dog" (cane), e la parola "foe" (nemico) in "friend" (amico)- nella prima parte di The Waste Land, versi 74-75"[2].  

 

Torniamo al fantasticare di Bloom: non si può seppellire nell’aria . Giù da un aeronave dunque. Le mosche arrivano prima che uno sia ben morto- Flies come before he’s well dead. Non si curano dell’odore. Pappa di cadavere che si sfalda: odore, sapore come di rapa bianca cruda, smell, taste like raw white turnips-. Basta con questo posto. Joyce capisce che anche il lettore ne ha abbastanza di queste mostruosità.

La volta precedente fu per Poor papa, il povero babbo.

Suicida, ricordate?

The love that kills, l’amore che uccide. Poi torna al macabro cimiteriale.

C’è perfino chi scava la terra di notte al lume di una lanterna come il caso che ho letto per beccare donne sepolte di recente addirittura putrefatte  con piaghe aperte. – to get at fresh buried femals or even putrefied with running gravesore.

A tanto non sono arrivati D’Annunzio, né Fellini: il “grosso vescovo mistificatore” come lo definì Pasolini.

Bloom poi pensa all’altro mondo, quello dopo la morte chiamato inferno named hell.

Non piace alla sua donna, nemmeno a lui. Né a Lucrezio piacque aggiungo. A Dante sì, e un bel po’. Anche il suo Purgatorio è un inferno e il Paradiso è artefatto, una beatitudine fredda, gelata a partire dalla “Vergine madre”.

Scrive bene però, con forza. E’ stato tanto celebrato non solo perché è bravo a trattare le parole  ma anche per il fatto che diffonde paura e raccomanda la sottomissione  a regole anche inique.

Molto meglio Feel live warm beings near you,  103sentir creature calde che vivono vicino a te 159.

Come Molly aggiungo, come Helena e le poche altre tra le mie donne che erano vive davvero e lasciavano vivere con il loro amore umanistico e umano privo di calcoli sordidi.

 

Warm beds: warm fullblooded life 103 letti caldi, calda vita sanguigna 159. Non il sangue delle ragazze e donne assassinate da criminali dementi ma, casomai, quello delle mestruazioni. Helena non le ebbe, né Päivi,  Ifigenia sì. Erano donne non caricature[3]. Loro e alcune altre, non molte invero.

 

Si avvicina  Martin Cunningham, quello pio con un altro, tal Menton empio e superbioso come molti uomini di mezza tacca. Un miserabile che odia Bloom perché una sera lo superò al bowling. Hate at first high, odio a prima vista. Molly e un’altra li guardavano

Fellow always like that, mortified if women are by. Tipi come quello si sentono mortificati se ci sono donne a osservare-scilicet una loro sconfitta.

Devono fartela pagare. Ecco dunque che Menton cerca di mortificare Bloom il quale si scusa e gli fa notare che il suo cappello è un poco acciaccato disse Bloom accennando con un ditoYour hat is a little crushed, Mr Bloom said, pointing 103.

Poteva risparmiarselo direte voi.

Menton lo fissò seccamente per un attimo senza muoversi. Menton mise in ordine il cappello e ringraziò seccamente. Cunningham non Bloom che per Menton non esiste. Bloom avvilito restò dietro ai due  e pensava che Martin Cunningham aveva saputo raggirare quella testa vuota che non se n’era nemmeno accorta.

Nel XVII capitolo Itaca la casa, Menton è inserito in un catalogo vero om presunto degli amanti di Molly: il sesto di 33.

Oyster eyes occhi da ostrica never mind,104 non ci badare 161

Magari gli dispiacerà quando si renderà conto e così avrò un vantaggio su d lui

Thank you. How grand we are this morning. Grazie. Quante arie ci diamo questa mattina.

 

Pensa a una rivincita. Giustamente.

 

Sono un po’ Bloom anche io. Tra le mie ex una di soli 20 anni aveva avuto già 20 amanti. Era molto sensuale e mi piaceva ma ne avevo anche paura. Non sono fuggito però. E’ fuggita lei. Io comunque non l’ho inseguita.

 Alcuni colleghi e un paio di presidi tutti più ignoranti, più vecchi e più brutti di me mi degradarono dal liceo quindi cercarono di cacciarmi anche dal ginnasio tra i miei trentatrè  e quarantacinque anni. Poi invece sono risalito al triennio liceale e sono entrato all’Università. Quegli oyster eyes sono stati confutati dalla vita, anche dalla mia vita. Questo esito mi ha fatto credere nella Giustizia.

Concludo citando Eschilo uno degli autori che mi ha aiutato a sopravvivere. Nel primo stasimo dell’Agamennone  il Coro canta : infatti non c'è difesa/di ricchezza, per l'uomo che conarroganza/ha preso a calci il grande altare/di Giustizia ("laktivsanti mevgan Divka"-bwmovn") con il proposito di annientarla (vv.381-384).

Un'immagine che tornerà, variata, nel secondo stasimo delle Eumenidi :"rispetta l'altare della Giustizia,/e non disprezzarlo con piede ateo/guardando al lucro: infatti il castigo viene dietro"(539-541).

“Dio gli acciecò, Dio mi guidò” come dice Martino, diacono di Ravenna, nel secondo atto dell’Adelchi di Manzoni.

A dirla tutta mi hanno aiutato anche molti allievi e alcuni adulti, donne e uomini, brave e care persone. Che Dio li benedica.

Bologna 15 novembre 2024 ore 11, 22.

 

Questo è il link per accedere all'incontro online del 19 maggio 2025 nella Biblioteca Ginzburg di Bologna. Presenterò l’Ulisse di Joyce confontato con quello di Omero

 

https://meet.google.com/sjy-euew-hxx?authuser=0&hs=122&ijlm=1744810639363

 

Biblioteca "Natalia Ginzburg"

Settore Biblioteche e Welfare culturale | Comune di Bologna

Via Genova 10 - 40139 Bologna 

tel. 051/466307 

E’ tutto gratuito ma farete bene a telefonare per prenotarvi.

 

 

 

 

 



[1] J. Webster, Il diavolo bianco (del 1612),  I, 2.

[2] C. Izzo, Storia della letteratura inglese, p. 441.

[3] Ho raccontato queste tre storie nel  libro Tre amori a Debrecen. Si trova in prestito nella biblioteca Ginzburg di Bologna.

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