Gli uomini primitivi dunque scoprirono il fuoco, e dal sole
che inteneriva i prodotti nei campi, impararono a cuocere.
Cominciarono a eccellere e a cambiare il tenore di vita
precedente (victum vitamque priorem, 1105)
ingenio qui
praestabant et corde vigebant” 1107
I re si diedero a fondare città e fortezze
Et pecus atque agros
divisere atque dedere
Pro facie cuiusque et
viribus ingenioque;
nam facies multum valuit viresque vigebant.
Posterius res inventast aurumque repertum
Quod facile et validis et pulchris dempsit
honorem (1110-4)
Anche i belli e i forti infatti di solito seguono la fazione
del ricco
Divitioris enim sectam plerumque sequuntur
Quamlibet et fortes et pulchro corpore creti
(1115-6)
Se invece uno governasse la vita vera ratione,
divitiae grandes
homini sunt vivere parce
aequo animo; neque
enim est umquam penuria parvi (1118-9).
Non c’è mai miseria del poco.
Cicerone nei Paradoxa
Stoicorum[1] scrive più
sinteticamente:"non esse emacem vectigal est" (VI, 51)
non essere consumisti è una rendita.
Ma gli uomini vogliono la ricchezza e ad summum accedere honorem (1123) pensando così di trascorrere una
placida vita (cfr. Adriano della Yourcenar), nequiquam, poiché
Et tamen e summo,
quasi fulmen, deicit ictos
Invidia interdum
contemptim in Tartara tetra (1125-6) li getta colpiti con disprezzo (ico-ici-ictum –ere) nel buio del Tartaro
Dunque è molto meglio un parēre
quietum “quam regere imperio res velle et regna tenere” (1128).
Cfr. con segno ideologico capovolto quanto dice Anchise da
morto:
“tu regere imperio
populos, Romane, memento
(haec tibi erunt artes) pacique imponere morem,
parcere subiectis et
debellare superbos" (Eneide, VI, 851-853), tu, Romano, ricorda di guidare i popoli con il tuo
impero (queste saranno le tue arti) e di imporre una norma alla pace,
risparmiare i sottomessi e ridurre all'obbedienza i superbi[2].
Torniamo a LucrezioQuelli
che lottano sull’angusto sentiero dell’ambizione seguono i dettami del “si
dice, si fa”. “ quandoquidem sapiunt alieno ex ore, petuntque –res ex
auditis potius quam sensibus ipsis (1131-2) piuttosto che per il proprio
sentire.
I monarchi poi
vennero uccisi, regibus occisis (V, 1136),
et capitis summi praeclarum insigne cruentum –sub pedibus
vulgi magnum lugebat honorem; - nam
cupide conculcatur nimis ante metutum” (1138-1140) e la nobile insegna della
testa sovrana piangeva insanguinato il grande potere perduto sotto i piedi del
volgo, infatti si calpesta avidamente quello che prima si è temuto,
e tutto tornava al fondo della feccia e alle
folle “Res itaque ad summam faecem turbasque redibat” (1141)
Cfr. Riccardo II
di Shakespeare
Riccardo II[3]
deposto da Bolingbroke che sarà Enrico IV espone “le tristi storie delle morti
dei re”
For God’sake let us sit upon theground
And tell sad (–lat.
satur) stories of the death of kings:
How some have been deposed, some slain in war,
Some haunted by the ghosts they have deposed,
Some poisoned by their wives, some sleeping
kill’d,
All murdered (lat. mors). For within the
hollow
crown-corona-korwvnh- cornacchia e coronamento/
That rounds-rotundus-
the mortal temples (lat. tempora) of a king
Keeps death his court;
and there the antic sits, sedēre-.e[zomai-
Scoffing his state and
grinning at his pomp-pomphv invio, seguito- pompa seguito, processione,
Allowing-late latin.
allocare-. him a breath, a little scene-scena-skhnhv-,
To monarchize, be fear’d-lat. periculum, and kill with looks,incutere timore fulminare con lo
sguardo-
Infusing him with self and vain conceit
riempiendolo di sé e di vuote illusioni,
As if this flesh which walls-vallum palizzata- about our life
Come se questa carne che cinge di mura lo spirito
Were brass impregnable; and humour’d-lat. umor- umorem umidità- thus,
Fosse bronzo indistruttibile e dopo averlo lusingato così
Comes at the last, and with a little (pin lat- pinna penna, ala, freccia)
Viene alla fine e con un piccolo spillo
bores(-lat. forare)- through his castle wall, and farewell king!
Perfora le
mura
Cover your heads, and mock not-late L. muccare, soffiarsi il naso- flesh and blood
Copritevi le teste e non canzonate un impasto di carne e di
sangue
With solemn reverence, throw away gettate via respect lat. ,respicio
respectus riguardo-
Tradition, form, and ceremonious-lat cerimonia- duty;
tradizione formalità e il dovere dell’etichetta
For you have but mistook me all this while.
I live with bread, like you; feel want, vivo di pane come voi, sento desideri
Taste-( Late latin taxitare forma iterativa di
taxare intensive di tangere)- grief-gravis-,
need friends. Subjected-subiectus-
thus ,assaporo il dolore ho bisogno di amici. Così asservito
How can you say to me I am a king? (Riccardo II, III, 2, 155-177)
La regalità viene smontata anche in La tempesta, quanto il nostromo (boatswain) dice: “what cares these roarers for the name of
King?”
Poi, al re Alonso e al gentiluomo Gonzalo: “To cabin: silence trouble-lat. turba- us not!” (I, 1)
Agli uomini a un
certo punto venne a noia trascorrere la vita nella violenza, quindi vennero
create magistrature e leggi.
Cfr. Foscolo: “Dal dì che nozze e tribunali
ed are-diero alle umane belve esser pietose –di sé stesse e d’altrui,
toglievano i vivi-all’etere maligno ed alle fere-i miserandi avanzi che
Natura-con veci alterne a sensi altri destina” (Dei Sepolcri, 91-96)
Da allora Inde
metus poenarum maculat praemia vitae (1151).
Al timore terreno
si aggiunse subito quello ultraterreno.
Poi nacque la
religione. Gli uomini credevano di vedere gli dèi e attribuivano loro ogni
potere.
O genus infelix humanum (1194) quando ebbe attribuito agli dèi potere e collera grandi.
CO NTINUA
Nessun commento:
Posta un commento