lunedì 28 marzo 2022

“Fratello che sanguini in croce” cantava Fabrizio.


I fratelli che sanguinano in croce ora nell’Ucraina devastata sono tutti: Ucraini e Russi. Questa volta non dico “né né”, anzi io solidarizzo con gli uni e con gli altri, con tutti quanti soccombono alla violenza.

Da bambino stavo per Ettore, per i pellerossa dei film western e con tutti i perdenti. Sono rimasto sempre dalla loro parte, quella dei fratelli che sanguinano in croce.

Può sembrare incredibile ma questa posizione, allora come ora, suscita biasimi nella maggior parte della gente che crede sempre nella propaganda menzognera imposta dal più forte.

 

 Nel quotidiano “la Repubblica” di oggi, a pagina 7, c’è una fotografia con una breve didascalia che dice: “il video mostra soldati che sparano alle gambe di prigionieri con le mani legate. A fare fuoco sono militari con l’uniforme ucraina; le vittime sono soldati con il nastro nero-arancione della Guardia nazionale russa”.

Questa notizia non ha nessun rilievo nell’insieme del giornale.

 La didascalia aggiunge “non ci sono riscontri alle immagini, diffuse anche da account attendibili come quello dell’ex ufficiale statunitense Rob Lee, diventate oggetto di scontro online tra filorussi e filoucraini”

Ha ragione Bergoglio quando dice che bisogna ripudiare le guerre decise dai potenti che mandano a morire i giovani dei popoli da loro manipolati.

Mentre Zelenskj viene a recitare la sua triste parte nei parlamenti europei  e Putin la rappresenta in Russia, questi ragazzi ucraini e russi si massacrano a vicenda in una guerra che deciderà  quale nome sarà dato alla terra della loro sepoltura: Ucraina o Russia. Et militibus tantum de funere pugna , parafrasando Lucano (cfr. Pharsalia, VI, 811)

Bologna 28 marzo 2022, ore 17, 19

giovanni ghiselli

p. s.

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