Voglio riportarne alcune e
commentarle per fare, nel mio piccolo, da cassa di risonanza ai miei lettori che stanno tornando dalle vacanze e si avvicinano
ai fatidici centomila.
“Il futuro esige da noi una
visione umanista dell’economia”, ha detto l’onesto Francesco. Onesto e caro
perché visione umanista significa “piena di amore per gli uomini, favorevole
all’umanità”.
Un’idea non umanista, quella del capitalismo
sregolato, è infatti antiumana.
Non vedere il mondo
umanisticamente, significa mettere al primo posto il denaro, il pil, il
consumo, il profitto. Vuol dire disprezzare la scuola, la cultura, la paideia, ossia l’ educazione che non è
imparaticcio a memoria di date di battaglie con tanto di sbudellamenti , o
almeno non solo, non soprattutto questo, ma è innanzitutto rispetto per la vita
umana. Quel rispetto che manca quando un macchinista per u{bri~, per demente, scellerata arroganza, lancia un treno pieno di vite a una velocità non
consentita, o, quando una compagnia di trasporti non controlla la sicurezza dei
suoi veicoli in modo da escludere che
possano finire in fondo a dei burroni
provocando decine di morti. Senza questo tipo di educazione non funziona più
niente. Molti uomini con mente folle sono usciti dall’umano.
Ma torniamo all’ottimo Bergoglio, al buon Francesco. Il
Pontefice auspica “una politica che realizzi sempre più e meglio la
partecipazione della gente, eviti gli elitarismi e sradichi la povertà”.
Perché possa partecipare, la
gente deve essere informata. Qui a Bologna si sta per commemorare, ancora una
volta la strage della stazione. Tutti gli anni una commemorazione retorica,
ipocrita, peggio che inutile finché collabora a nascondere la verità a non
svelare chi ha commesso, chi ha finanziato, chi ha organizzato questa strage e
tutte le altre, a partire da Portella della ginestra in avanti. Il segreto di
Stato va tolto. Io so, come sapeva Pasolini, ma come lui non ho le prove, e ho
pure un poco di paura.
Gli elitarismi sono attizzati
dalla pubblicità che raccomanda cose, località, residenze “esclusive”. Un tale
obbrobrio andrebbe vietato. Escludere è peccato, ha ragione il Papa. Un uomo
umano si vergogna di escludere gli altri, soprattutto se si tratta di
escluderli con il criterio del denaro.
La povertà va eliminata come sofferenza per i
poveri e come colpa e vergogna per i ricchi.
Ancora Francesco: “A volte
sembra che, per alcuni, i rapporti umani siano regolati da “dogmi” moderni:
efficienza e pragmatismo. Abbiate il coraggio di andare controcorrente. Essere
servitori della comunione e della cultura dell’incontro!”
E’ la mancanza di educazione
che porta a seguire i dogmi, ossia i luoghi comuni. I più diffusi sono quelli della
pubblicità, la corruttrice che insegna
l’egoismo, il disprezzo della spiritualità, la reificazione con la
mercificazione dell’uomo e della donna.
Tutto questo andrebbe
abolito.
Quanto alla cultura
dell’incontro, questa non è possibile se gli uomini non hanno idee, non hanno
parole, non provano sentimenti di simpatia per la vita. Notate quanto è
difficile e raro vedere dei giovani che parlano guardandosi in faccia, che si
corteggiano, che si accarezzano! Il più delle volte sono chini sulle loro
macchinette, tutte brutte allo stesso modo, tutti uguali anche loro, ma
ciascuno isolato e chiuso in se stesso.
Bergoglio auspica il dialogo.
Per dialogare è necessario il lovgo~, come patrimonio lessicale e mentale, poi ci vuole
interesse, sollecitudine e simpatia per il prossimo e per la natura. Invece
l’interesse dei più viene indirizzato prima di tutto al profitto e al consumo
vorace. Gli economisti “accreditati”, autorizzati soltanto dalla visibilità
loro astutamente concessa, invocano come toccasana la continua crescita dei
consumi, quando anche uno digiuno di economia come me, capisce che tale aumento
non può essere illimitato. E le persone dotate di mente e di cuore sanno che
siffatto sviluppo incapace di progresso etico, anzi fautore di regresso morale,
non può dare la felicità.
Il Papa elogia anche la
lentezza contro la frenesia e la furia della fretta.
Penso all’automobilista che
getta sotto le ruote il pedone che gli “fa perdere tempo”, al pilota
frenetico che, novello Caronte, batte a abbatte con la motocicletta chiunque
s’adagia, cioè osa procedere adagio sulle strisce, magari su una carrozzella, o
tastando il terreno con un bastone. Penso
anche al ciccione che si butta sul cibo ancora prima di trovarsi seduto.
“Recuperiamo, cari fratelli,
la calma di saper accorciare il passo”.
Infatti: c’è un tempo per le
gare di corsa e non biasimo chi le vince, anzi lo elogio, ma ci deve essere
anche un tempo per osservare, contemplare, riflettere.
E’ proprio di questo che ha
paura la persona male educata dalla pubblicità, dalla televisione, dalla casta
dei politici e da quella dei gazzettieri asserviti.
Hanno paura di guardarsi
dentro. Non vogliono vedere il loro vuoto, la propria desolante miseria
interiore.
Non mollare, Francesco, non
mollare. Hai ragione: facciamo casino!
Giovanni Ghiselli
Sono assolutamente d'accordo e condivido l'entusiasmo perchè da tanto non si sentiva una voce fuori dal coro come quella di Papa Francesco...voglio solo dire una parola a difesa DEI RAGAZZI GIOVANI , se sono così è perché c'è stata una somma di errori proprio nell'aspetto educativo e si può e si deve recuperare. Io nei giovani credo tanto. Credo che in loro si rilevi l'intero cosmo...nel bello e nel brutto ,nel buono e nel cattivo. Allora forza ai grandi educatori come Papa Francesco , ma anche come il professor Ghiselli: evviva! Gio
RispondiEliminaSiamo Giovanna e Morena, il tuo articolo ci piace e ci fa pensare...anche noi pensiamo che dietro le stragi ci siano complotti tutti da svelare e che Emanuela Orlandi e Pasolini siano due martiri . C'è una presenza mafiosa che si frappone fra il cittadino e la verità ; la mafia statalizzata della nostra classe politica.Ci vuole più amore e più verità . Condividiamo tutto l'articolo e lo apprezziamo.
RispondiEliminaGiovanna e Morena