La sinistra deve dare il colpo di grazia al berlusconismo.
E’ arrivato il momento di dare il colpo di grazia non al
vecchio Berlusconi ,che non ne ha bisogno, ma al berlusconismo, alla sua visione
del mondo che ha corrotto una parte non piccola di noi Italiani. La parola
chiave di questa rivoluzione contro l’involuzione che risale ai primi anni
Ottanta con il liberismo sfrenato voluto dall’attorucolo diventato per nostra
disgrazia presidente degli Stati Uniti, e dalla sua complice mandata da
un’improvvida tuvch alla guida
dell’Inghilterra, la parola dirimente, nel senso che può risolvere questa
situazione paludosa inficiando la brutta filosofia reaganiana-thatcheriana-craxiana-berlusconiana, è EDUCAZIONE. Si può dire anche Paideia,
Bildung, Cultura.
Si tratta di favorire il pensiero, lo spirito critico,
l’intelligenza, la sensibilità al bello e al buono. Va bene, ma come si fa?
Si può cominciare a
denunciare l’ignoranza, a renderla ridicola, a metterla fuori moda e fuori
gioco. Sì perché l’educazione non esclude il gioco, anzi.
Un germe patogeno che diffonde ignoranza, cattivo gusto,
cinismo amorale è la pubblicità.
Faccio un esempio: quello dello spot di “oltratutto” dove si
vede un uomo di mezza età invecchiato male che sta sempre attaccato al telefonino. Il figlio, che forse vorrebbe
parlare con lui, gli chiede perché non la smetta mai.
“Ma perché non pago niente!” è la risposta idiota,
dell’imbecille che continua imperterrito a chiacchierare non curandosi del
ragazzo, non vedendo e non sentendo niente intorno. Lui, incapace di parlare,
di osservare, di sentire, deve cianciare in continuazione. Prova un impulso
malato che lo spinge alle ciance.
Bisogna denunciare la menzogna di chi ha la pretesa di
presentare quel mostro come un modello da imitare.
Avete mai notato quanti individui del genere viaggiano nei
treni disturbando chi vuole leggere, pensare, o parlare faccia a faccia con il
vicino?
Avete visto quanto pochi sono i giovani, ragazzi e ragazze
che parlano tra loro guardandosi in faccia, scambiandosi sorrisi?
L’abuso del telefonino ora è l’icona del consumista il
quale si identifica con le cose che
compra, come l’idolatra biasimato nel Salmo della Bibbia: “:"Gli idoli dei popoli sono argento e oro, opera
delle mani dell'uomo. Hanno bocca e non parlano; hanno occhi e non vedono;
hanno orecchi e non odono; non c'è respiro nella loro bocca. Sia come loro chi
li fabbrica e chiunque in essi confida" (Salmi, 135, 15-18).
E’ quindi
necessario smascherare le
menzogne della pubblicità. Ho fatto un esempio, ma potrei farne tanti di
réclame che spingono i bambini e gli adulti all’obesità, tanto per menzionare
una categoria troppo presente.
Si reclamizzano cibi con meno calorie come una volta,
ricordo, si raccomandava di non impiegare siringhe usate da altri per drogarsi.
Certi cibi superflui e malsani devono essere evitati tout court, come le siringhe per
iniettarsi veleni, sporche o pulite che siano.
L’obesità è un problema di salute e un problema estetico.
Nella spiaggia di Pesaro ho visto un terzo dei bambini obeso, e quattro quinti
tra gli adulti maschi per lo meno in soprappeso. Meglio si tengono le femmine
adulte per fortuna.
E la réclame delle pasticche contro il mal di gola provocato
dall’aria condizionata? Non si fa prima a evitare lo spreco dell’aria
condizionata?
Sarebbe come suggerire di comprare delle stampelle dopo
essersi tagliate le gambe.
Ancora sull’educazione: abbiamo una bella Costituzione, ma
quanti sono gli Italiani che la conoscono? Non sarebbe possibile, utile,
necessario, illustrarla attraverso la scuola, diffonderne la conoscenza con
trasmissioni televisive nelle ore di punta, parlarne perfino nelle chiese?
I nostri padri costituenti hanno utilizzato anche il nobile logos epitafios di Pericle per i
passaggi più belli, quando l’hanno redatta.
L’articolo 3, il sacrosanto articolo 3, prescrive: “
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
paese”.
Il modello di questo principio fondamentale è suggerito dal
Pericle delle Storie di Tucidide.
“In effetti ci avvaliamo di una costituzione che non cerca
di emulare le leggi dei vicini, ma siamo noi di esempio a qualcuno piuttosto
che imitare gli altri. E di nome, per il fatto di essere amministrata non per
pochi ma per la maggioranza, essa è chiamata democrazia, però secondo le leggi,
riguardo alle controversie private, c’è una condizione di uguaglianza per
tutti, mentre secondo la reputazione, per come ciascuno viene stimato in qualche campo, non per il
partito di provenienza più che per il suo valore, viene preferito alle cariche
pubbliche, né, d’altra parte secondo il criterio della povertà, se uno può fare
qualche cosa di buono per la città, ne è mai stato impedito per l’oscurità
della sua posizione sociale” (II, 37, 1).
Tale discorso fu
ispirato allo statista ateniese da una donna di grande formato e levatura, la
sua amante Aspasia con parole ascoltate e riferite da Socrate, poi redatte da
Platone nel nel Menesseno: “ou[te ajsqeneiva/ ou[te peniva/ ou[t j ajgnwsiva/
patevrwn ajpelhvlatai oujdei;~ oujde; toi`~ ejnantivoi~ tetivmhtai, w{sper ejn
a[llai~ povlesin, ajlla; ei|~ o{ro~, oJ dovxa~ sofo;~ h] ajgaqo;~ ei\nai
kratei` kai; a[rcei. Aijtiva de; hJmi`n politeiva~ tauvth~ hJ ejx i[sou
gevnesi~” (238d-e), nessuno è stato escluso per debolezza né per povertà
né per l’oscurità dei padri, né per condizioni opposte è stato ritenuto degno
di onore, come nelle altre città, ma c’è un solo limite, chi ha la reputazione
di essere saggio e onesto ottiene potere e cariche. Causa di questa forma di
governo è il nascere uguali.
Queste parole dovrebbero diventare esemplari per chi guida
un partito o un governo.
Non possiamo riempirci la bocca con la parola “Costituzione”
se non la facciamo conoscere, nelle sue quintessenze e nella sua genesi.
Assenza di Cultura significa anche mancanza di interessi
politici, di vita politica partecipata.
Nel dialogo platonico Protagora, il sofista eponimo
racconta che gli uomini avevano ricevuto da Prometeo i mezzi materiali per
vivere, ma commettevano ingiustizie reciproche (hjdivkoun
ajllhvlou" ) in quanto non possedevano l'arte politica (a{te oujk e[conte" th;n politikh;n tevcnhn,
322b). Senza questa, che deve essere fondata sul rispetto e sulla giustizia,
gli umani si disperdevano e perivano: allora Zeus temendo l'annientamento della
nostra specie mandò Ermes a portare tra gli uomini rispetto e giustizia perché
costituissero gli ordini delle città: " JErmh'n
pevmpei a[gonta eij" ajnqrwvpou" aijdw' te kai; divkhn, i{n ei\en
povlewn kovsmoi" (322c).
Gli idolatri venerano il PIL. Bisogna ricordare ai giovani
quello che ha rivelato Pasolini negli Scritti
corsari: che lo sviluppo economico, materiale, deve accompagnarsi a un
progresso spirituale, morale, e pure estetico
Su questo sentiamo anche Edgar Morin“Abbiamo bisogno di un
concetto più ricco e complesso dello sviluppo, che sia nello stesso tempo
materiale, intellettuale, affettivo, morale…Il XX secolo non è uscito dall’età
del ferro planetaria, vi è sprofondato”[1].
Già Platone ha scritto sul medesimo argomento parole
fondanti: Il personaggio Socrate, nel Gorgia
, afferma che i politici ateniesi non hanno reso grande la città, come si dice,
in quanto essa è diventata piuttosto
gonfia e purulenta (oijdei` kai;
u{poulo~ ejstin, 518e) poiché l’ hanno riempita di porti, di arsenali,
di mura, di contributi e di altre sciocchezze
del genere, senza preoccuparsi
dell’equilibrio e della giustizia" (a[neu
ga;r swfrosuvnh~ kai; dikaiosuvnh~, 519a).
Si parla di ripristino della legalità
Benissimo. Bisogna però aggiungere che con le bonae leges si devono ripristinare i boni mores. Il ’68 non ha cambiato tanto
le leggi quanto i costumi, e, secondo me, non certo in peggio. Le leggi non
servono se i costumi sono corrotti: “corruptissima
republica plurimae leges” ( Tacito, Annales,
3, 27).
Si può citare anche Dante: “Le leggi son, ma chi pon mano ad
esse?...Ben puoi veder che la mala condotta/è la cagion che ‘l mondo ha fatto
reo”[2].
La mala condotta è il cattivo governo, quelli di stampo
berlusconiano appunto che rinnovano la Dusnomivh
già denunciata dal legislatore Solone , il cattivo governo i cui capi dalla
mente ingiusta si arricchiscono fidando in opere ingiuste[3].
Oppure si pensi alle “gride” del Manzoni: “perché, vedete, a saper ben
maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente”, spiega il dottor
Azzecca-garbugli a quel “materialone” di Renzo[4].
Altra parola chiave: la verità. In greco si duce ajlhvqeia che etimologicamente significa
“non latenza” in quanto formata da aj- privativo
e lanqavnw che vuol dire “rimango
nascosto”
Ebbene se la verità latita, l’apparenza, il bluff, la
menzogna prevalgono.
Per fare un solo esempio, anche visto che oggi è il 2
agosto, la vita democratica richiede la verità sulle stragi che hanno
insanguinato l’Italia da Portella della Ginestra in avanti..
Io sono convinto che siano, più o meno tutte, stragi di
Stato
Platone nella Repubblica
cita Simonide:" to; dokei'n...kai;
ta;n ajlavqeian bia'tai" ( 365c), l'apparire violenta anche la
verità. Da noi succede troppo spesso, quasi sempre. E non poche volte la
violenza non è solo metaforica.
Altra parola chiave è Uguaglianza.
Leopardi nello Zibaldone
(923) scrive, a proposito delle caste indiane, che anche dove non c’è schiavitù, se non c’è uguaglianza “non c’è vera
libertà”.
Ora dubito che in Italia non ci sia schiavitù
Comunque sono obbrobriose sono le differenze tra gli
stipendi.
E’ vergognoso, è un vero abominio che il figlio di un
operaio oggi non possa studiare fino all’Università.
Quando studiavo io c’era il presalario che consentiva a
tutti i meritevoli e capaci di proseguire negli studi fino ai livelli più alti.
Ivano Dionigi, l’attuale magnifico rettore dell’Università di Bologna, ha detto
molto signorilmente che se non ci fosse stato il presalario, lui non avrebbe
potuto studiare
Concludo: noi che ci diciamo di sinistra non dobbiamo
lasciare la cura degli ultimi e dei penultimi soltanto ai preti. In questo
momento, con questo ottimo Papa, la sollecitudine per i poveri è teorizzata e
praticata molto più dai sacerdoti cristiani che da noi laici di sinistra, veri
o sedicenti tali. Non possiamo restare dietro in questo, se vogliamo
essere persone progressiste, favorevoli
al progresso, materiale e morale.
Io ho fatto questa scelta di campo nel 1968 quando mi stavo
laureando, dunque avevo l’età della ragione, e in questo campo rimarrò, con i
necessari adattamenti, certo dovuti ahimé anche all’età; comunque finché avrò
vita continuerò a lottare, sempre con la
parola, in difesa dei più deboli
Giovanni Ghiselli
g.ghiselli@tin.it tel 051-493095
Carissimo professore speriamo che la sentenza di ieri sia veramente l'inizio di un'epoca più seria . Speriamo che dopo Al Tappone il nostro parlamento e il senato vengano ripuliti da tutte le figure dubbie almeno sul piano giuridico e che chi ha il dovere di occuparsi dei cittadini torni a farlo con una morale diversa dal proprio arricchirsi e con un rinnovato rispetto della "cosa" pubblica. Proprio perché è il 2 Agosto il mio pensiero non può non andare ad Aldo Moro ,omicidio di stato. Come le stragi .
RispondiEliminaSei molto caro ( o cara anche tu).
RispondiEliminaTuo
gianni
Condivido la necessità di un ritorno alla cultura, senza la quale nemmeno i ponti rimangono saldi. Tra l'altro chi cerca ossessivamente l'utile (nel senso del profitto) non si accorge che la vita stessa diventa inutile.
RispondiEliminaComplimenti
alessandro