Il programma di Renzi e dei suoi è
l’esclusione dalla rappresentanza politica del ceto dei non abbienti e delle
teste capaci di pensare.
I cittadini pleno iure dovranno essere quelli che non hanno difficoltà in termini di
denaro e quanti sono disposti ad asservirsi agli interessi di costoro, gli optimates, la “razza padrona” di
Cicerone che li definisce, e li ossequia, con queste parole nell’orazione Pro Sestio[1]: "Omnes optimates sunt qui neque nocentes
sunt, nec natura improbi nec furiosi, nec malis domesticis impediti"
(45), sono ottimati tutti quelli che non fanno del male, né sono malvagi né
squilibrati per natura, né impacciati da difficoltà domestiche.
Cittadini selezionati su base censitaria insomma, e pure con
il criterio del “non educato umanamente, non dotato di spirito critico”.
I poveri non devono creare difficoltà ai ricchi. Si
accontentino delle elemosine, degli ossi gettati dalla mensa sfarzosa, come si
accontenta l’agognare dei cani.
Esclusi dall’optimum
ius, dalla piena cittadinanza, i poveri e gli intellettuali non potranno
più disturbare. Lor signori pensano che debba contare, cioè pensare, parlare,
scrivere, solo chi è funzionale ai loro interessi.
Cercano di infamare gli oppositori come privi di senso della
responsabilità. Quel buon senso che avrebbero avuto loro quando mandarono al
governo il sussiegoso, noioso Monti, la querula Fornero e altri esosi affamatori
del popolo. Utili solo ai padroni delle
banche e del mercato. Il parlamento non
è ancora completamente addomesticato. Vogliono un senato di cooptati per
indebolirlo. Procederanno con l’esautorarlo del tutto. Cercheranno di eliminare
gli avversari a furia di pettegolezzi e calunnie. I processi politici avranno
una parvenza di legalità.
Ceffi e supercanaglie fiancheggeranno l’operazione. La
stampa è già in gran parte schierata a favore della dittatura. Una minoranza
presenta lagne inerti davanti alle intimidazioni, e solo rarissimae aves levano la
voce contro. Non sono ancora voces
clamantium in deserto, però.
Ci sono non pochi italiani e diversi blog che protestano.
Il mio ha più di 166
mila lettori, quasi quanti le firme raccolte da “Il fatto quotidiano” contro la
dittatura strisciante. L’aspirante tiranno deve essere combattuto con l’arma
del pensiero e con lo scherno. Ai colpi di Stato e i colpi di sole dobbiamo
opporre i colpi dall’ intelligenza, della formazione culturale, e la sacrosanta
parresia, cioè la libertà di parola.
E’ in corso un assalto alla libertà, alla cultura e alle
stato sociale. E’ necessaria una resistenza, un nuovo risorgimento.
Stanno compilando liste
di proscrizione con tutti i dissidenti. Hanno diritti e tutela giuridica solo
le persone sedute nelle poltrone del potere e i loro amici. La massa ha gioito
delle promesse di riduzione del ceto parassitario e dei suoi privilegi, poi ha
gioito degli 80 euro al mese. Renzi, nato come rottamatore, ha detto di voler
attaccare i vecchi, i parassiti, gli incapaci. Ma il vero bersaglio dei suoi
strali, sono state le persone dotate di spirito critico, capaci di dire parole
pensate e aderenti ai fatti, dissonanti con le sue chiacchiere prive di logos e
piene di pathos fasullo. Vogliono sterminare il ceto degli studiosi capaci di
pensare e di notare la fallacia della chiacchiera. Questa è impolitica, e non
possiamo accettarla, poiché nella politica è contenuta la cultura e la sostanza
della nostra vita morale.
Renzi è sostenuto da un aspirante monarca che riceve un
consenso quasi unanime dalla stampa di lor signori. In suo onore si cantano
peana e si sacrifica la libertà.
Il primo ministro si designa quale principe ereditario. Se
non diverranno presto un monarca e un principe mancati[2],
il loro ruolo egemonico costituirà il segno di un mutamento profondo nella
struttura politico-costituzionale. L’avvisaglia c’è già. Una solida rete di
giornali e di canali asserviti, resi complici del liberticidio, sostiene questo
declino della democrazia. Sono strumenti capillari e pervasivi. Anche il
cesarismo però ha le sue tare.
Al di sopra di tutto ci sono le eterie, le cosche, le lobby
che detengono la somma del potere e muovono i fili della pupazzata politica.
Contrastare questi potentati economici pare impossibile. Si tratta di trovare e
approfondire le loro contraddizioni interne. Vero è che il popolo denutrito non
pensa a sufficienza, ma è pure vero che quando la fame aumenta, l’affamato è
disposto a rischiare il tutto per tutto.
Renzi, le sue forosette e i suoi ragazzotti di campagna non
brillano certo per acribia: non è difficile evidenziare le inesattezze, le
scorrettezze e le sciocchezze che escono da quelle bocche prive di freni e
piene di parole largamente inattuate. Per ora, a seguito dei successi del
leader, l’esercito dei renziani si è ingigantito, ma al primo insuccesso la
truppa dei camaleonti, cambierà colore. Se vuole un successo non effimero Renzi
deve emanciparsi dalle lobby, dalle eterie, dalle cosche, e diventare un vero
capo del popolo, istruendolo e istruendosi. Le sue chiacchiere vuote eppure pretenziose
e autoritarie, gli ammiccamenti della Boschi e i sorrisi della Picierno, carini
per carità, lasciano il tempo che trovano. Un tempo calamitoso.
giovanni ghiselli
condivido Giovanna Tocco
RispondiEliminaCaro Gianni ,anch'io ,come te , non mi sento rappresentato da questa gente che non mi rappresenta e che non ho votato. Stefano Bosi
RispondiEliminabel pezzo, complimenti
RispondiEliminaalessandro