NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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domenica 27 luglio 2014

In difesa della democrazia e della libertà, 2a parte

Pericle
dipinto di Philipp von Foltz
27 luglio 2014

Il programma di Renzi e dei suoi è l’esclusione dalla rappresentanza politica del ceto dei non abbienti e delle teste capaci di pensare.
I cittadini pleno iure dovranno essere  quelli che non hanno difficoltà in termini di denaro e quanti sono disposti ad asservirsi agli interessi di costoro, gli optimates, la “razza padrona” di Cicerone che li definisce, e li ossequia, con queste parole nell’orazione Pro Sestio[1]: "Omnes optimates sunt qui neque nocentes sunt, nec natura improbi nec furiosi, nec malis domesticis impediti" (45), sono ottimati tutti quelli che non fanno del male, né sono malvagi né squilibrati per natura, né impacciati da difficoltà domestiche.   
Cittadini selezionati su base censitaria insomma, e pure con il criterio del “non educato umanamente, non dotato di spirito critico”.
I poveri non devono creare difficoltà ai ricchi. Si accontentino delle elemosine, degli ossi gettati dalla mensa sfarzosa, come si accontenta l’agognare dei cani.
Esclusi dall’optimum ius, dalla piena cittadinanza, i poveri e gli intellettuali non potranno più disturbare. Lor signori pensano che debba contare, cioè pensare, parlare, scrivere, solo chi è funzionale ai loro interessi.
Cercano di infamare gli oppositori come privi di senso della responsabilità. Quel buon senso che avrebbero avuto loro quando mandarono al governo il sussiegoso, noioso Monti, la querula Fornero e altri esosi affamatori del popolo.  Utili solo ai padroni delle banche e del mercato.  Il parlamento non è ancora completamente addomesticato. Vogliono un senato di cooptati per indebolirlo. Procederanno con l’esautorarlo del tutto. Cercheranno di eliminare gli avversari a furia di pettegolezzi e calunnie. I processi politici avranno una parvenza di legalità.
Ceffi e supercanaglie fiancheggeranno l’operazione. La stampa è già in gran parte schierata a favore della dittatura. Una minoranza presenta lagne inerti davanti alle intimidazioni, e solo rarissimae  aves levano la voce contro. Non sono ancora voces clamantium in deserto, però.
Ci sono non pochi italiani e diversi blog che protestano.
 Il mio ha più di 166 mila lettori, quasi quanti le firme raccolte da “Il fatto quotidiano” contro la dittatura strisciante. L’aspirante tiranno deve essere combattuto con l’arma del pensiero e con lo scherno. Ai colpi di Stato e i colpi di sole dobbiamo opporre i colpi dall’ intelligenza, della formazione culturale, e la sacrosanta parresia, cioè la libertà di parola.
E’ in corso un assalto alla libertà, alla cultura e alle stato sociale. E’ necessaria una resistenza, un nuovo risorgimento.
Stanno compilando liste di proscrizione con tutti i dissidenti. Hanno diritti e tutela giuridica solo le persone sedute nelle poltrone del potere e i loro amici. La massa ha gioito delle promesse di riduzione del ceto parassitario e dei suoi privilegi, poi ha gioito degli 80 euro al mese. Renzi, nato come rottamatore, ha detto di voler attaccare i vecchi, i parassiti, gli incapaci. Ma il vero bersaglio dei suoi strali, sono state le persone dotate di spirito critico, capaci di dire parole pensate e aderenti ai fatti, dissonanti con le sue chiacchiere prive di logos e piene di pathos fasullo. Vogliono sterminare il ceto degli studiosi capaci di pensare e di notare la fallacia della chiacchiera. Questa è impolitica, e non possiamo accettarla, poiché nella politica è contenuta la cultura e la sostanza della nostra vita morale.
Renzi è sostenuto da un aspirante monarca che riceve un consenso quasi unanime dalla stampa di lor signori. In suo onore si cantano peana e si sacrifica la libertà.
Il primo ministro si designa quale principe ereditario. Se non diverranno presto un monarca e un principe mancati[2], il loro ruolo egemonico costituirà il segno di un mutamento profondo nella struttura politico-costituzionale. L’avvisaglia c’è già. Una solida rete di giornali e di canali asserviti, resi complici del liberticidio, sostiene questo declino della democrazia. Sono strumenti capillari e pervasivi. Anche il cesarismo però ha le sue tare.
Al di sopra di tutto ci sono le eterie, le cosche, le lobby che detengono la somma del potere e muovono i fili della pupazzata politica. Contrastare questi potentati economici pare impossibile. Si tratta di trovare e approfondire le loro contraddizioni interne. Vero è che il popolo denutrito non pensa a sufficienza, ma è pure vero che quando la fame aumenta, l’affamato è disposto a rischiare il tutto per tutto.
Renzi, le sue forosette e i suoi ragazzotti di campagna non brillano certo per acribia: non è difficile evidenziare le inesattezze, le scorrettezze e le sciocchezze che escono da quelle bocche prive di freni e piene di parole largamente inattuate. Per ora, a seguito dei successi del leader, l’esercito dei renziani si è ingigantito, ma al primo insuccesso la truppa dei camaleonti, cambierà colore. Se vuole un successo non effimero Renzi deve emanciparsi dalle lobby, dalle eterie, dalle cosche, e diventare un vero capo del popolo, istruendolo e istruendosi. Le sue chiacchiere vuote eppure pretenziose e autoritarie, gli ammiccamenti della Boschi e i sorrisi della Picierno, carini per carità, lasciano il tempo che trovano. Un tempo calamitoso.


giovanni ghiselli






[1] Del 56 a. C.
[2] Cfr. J. Carcopino, Sylla ou la monarchie manquée, L’artisan du livre, Paris, 1931.

3 commenti:

  1. condivido Giovanna Tocco

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  2. Caro Gianni ,anch'io ,come te , non mi sento rappresentato da questa gente che non mi rappresenta e che non ho votato. Stefano Bosi

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  3. bel pezzo, complimenti
    alessandro

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