venerdì 10 giugno 2022

Fai quello che sei!

Ognuno deve recitare se stesso

 

Presto dovrò partire per due conferenze: una su Edipo, una su “fare” io come controcanto al “dire” io.

Paride per esempio si presenta come un guerriero: vestito e armato  per significare: “io sono un milite valoroso”.

Ma affrontato da Menelao, prima fugge, poi si salva grazie ad Afrodite che lo protegge.

Ettore, il fratello che è davvero un guerriero strenuo, amantissimo della patria e disposto a morire per lei piuttosto che inficiare questa sua identità, rinfaccia al fratello quello che è davvero:  un bel donnaiolo, seduttore e pure  un codardo.

Paride a questo punto fa la cosa giusta: si riappropria della sua identità reale: quella che funziona bene. Quindi risponde a Ettore che anche la bellezza è un valore.

Questo ve l’avevo già raccontato: questa sera ho solo variato alcune parole.

Ma ora appongo un’aggiunta e magari vi sorprendo.

Questo Paride del III canto dell’Iliade mi ha fatto pensare a Zelenskj: era un attore carino, per lo meno snello, ridente, primaverile, e suonava il piano in maniera speciale. In quel ruolo funzionava bene. Era un comico e faceva ridere.

 Ora che si è messo a fare il presidente guerriero funziona male, tanto che è pure imbruttito, ingrassato e invecchiato.

Dunque, faccia come Paride, recuperi l’identità sua reale, ontologicamente sua, oserei dire.

La morale è che l’identità reale di ciascuno, la parte che gli conviene sopra tutte  è quella che recita meglio, siccome è la sua parte vera, il ruolo per cui è stato messo sulla scena del mondo.

Bologna 10 giugno 2022 ore 21, 45

giovanni ghiselli

p. s

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