7
settembre 2014
Decima
parte della presentazione del libro di Remo Bodei
Generazioni.
Età della vita, età delle cose.
Editori Laterza, Roma-Bari 2014.
Il
quarto capitolo della seconda parte del libro tratta del “declino
della figura paterna” (p. 60). Horkheimer, Adorno e Marcuse hanno
discusso e scritto su questa deminutio
patris “che ha spinto i giovani
tra le due guerre a cercare un surrogato dell’autorità del padre
nei capi carismatici del totalitarismo e a sostituire il freudiano
Super-io con gli esponenti del Super-Stato o del Super-partito”.
Si
continua a parlare di questo problema, visto che tra i padri
“nell’Occidente prevale generalmente la tendenza a voler essere
padri fratelli e padri amici piuttosto che padri e madri capaci di
esercitare l’autorità della loro figura simbolica” (p. 61)
Nel
’68, da studenti, manifestavamo non solo contro l’autoritarismo,
ma anche contro ogni autorità. Poi abbiamo capito che ci
sbagliavamo. Il bambino, e pure il ragazzo ha bisogno di molti
suggerimenti e pure di alcuni divieti.
Bodei
ricorda Cristopher Lasch che pose la questione “negli anni Settanta
del
secolo scorso”, senza però “distinguere sufficientemente
l’autorità dall’autoritarismo” (p. 62).
Una
distinzione necessaria. L’autorità è ragionevole ed è fondata
sulla stima e sull’affetto. L’autoritarismo è irrazionale ed è
basato sulla paura, Il problema è posto già da Micio negli Adelphoe
di Terenzio "Pudore et
liberalitate liberos/retinere satius esse credo quam metu: /hoc pater
ac dominus interest" (Adelphoe1
, vv. 57-58), credo che sia meglio tenere a freno i figli con il
rispetto e con la generosità che con la paura. In questo differisce
un padre da un padrone.
La
liberalitas,
la generosità di chi è davvero libero, con il pudor,
il rispetto di chi sa di essere uomo, sono i valori che trattengono i
giovani dal fare il male, dal farsi del male, in modo più efficace
del metus.
Augusto
con il penultimo capitolo (34) delle Res
Gestae scrisse la Magna
Charta del principato. Dice che ebbe
il titolo di Augusto e uno scudo d’oro nella curia con l’scrizione
che gli era stato offerto clementiae
et iustitiae et pietatis causa.
Da
allora fui superiore a tutti auctoritate
senza avere però maggiore potestas
dei colleghi.
La
famiglia che non funziona come dovrebbe cessa di essere un porto
accogliente. Leopardi trovò non poche difficoltà nella famiglia,
eppure nota che questa è un rifugio e un aiuto nella guerra
egocentrica spietata di tutti contro tutti.
Correlativamente
“diminuisce, nel bene e nel male, anche la distanza tra insegnanti
e allievi” (Generazioni,
p. 63).
Questa
diminuzione del prestigio e del ruolo degli docenti deriva in gran
parte dalla perdita del prestigio che dava loro la cultura. Ora i
laureati escono da una scuola che generalmente non funziona, o
funziona male, e se non hanno una forte vocazione per lo studio e per
la trasmissione di quanto hanno imparato, risultano inascoltabili o
ridicoli.
Senza
contare che la loro precaria condizione economica e sociale, può
renderli pure spregevoli a certi studenti come Hanno Buddenbrook o il
giovane Törless, per fare esempi tratti dalla letteratura
Il
Törless di Musil spinto “da una curiosità un po’ diffidente”
va a trovare il giovane professore di matemaica. Il suo “scopo
principale non era tanto di ottenere chiarimenti-segretamente già ne
dubitava- quanto i poter gettare uno sguardo, per così dire, al di
là del maestro e del suo quotidiano concubinato con la
matematica…Senza volerlo Törless si sentì ancora più ributtato
dalle proprie osservazioni; non riusciva più a sperare che
quell'uomo fosse davvero in possesso di una conoscenza significativa,
giacché non se ne vedeva traccia nella sua persona né nel suo
ambiente. Ben diversa si era figurata la stanza di un matematico, in
qualche modo espressiva dei pensieri terribili che vi prendevano
forma. Il triviale lo offendeva: lo estese alla matematica e il suo
rispetto cedette il posto a una diffidenza riluttante2".
Sentiamo
anche le impressioni del giovinetto Hanno Buddenbrook di T. Mann:"i
maestri supplenti o tirocinanti che lo istruivano in quelle prime
classi, dei quali sentiva l'inferiorità sociale, la depressione
spirituale e la poca cura dell'esteriorità fisica, gli ispiravano,
oltre il timore della punizione, un segreto disprezzo"3.
Tonio
Kröger si sentiva diverso dai bravi scolari e di solida mediocrità,
(Die guten Schüler und die von
solider Mittelmäbigkeit) , quelli
che non trovano ridicoli gli insegnanti “(Sie
finden die Lehrer nicht
komisch)”4,
(p. 74).
Bodei nota che
la formazione dei giovani, la costruzione della loro identità, oggi
dipende più che dalla famiglia, dai “mezzi di comunicazione di
massa (specie quelli nuovi, come Internet, i cellulari o i social
networks, oltre alla televisione e alla radio)” (p. 64)
Quindi
Bodei ricorda che Platone nella Repubblica
biasima la democrazia ateniese anche perché “estende gli ideali di
eguaglianza e di libertà dove “per natura” esistono
disuguaglianze e gerarchie, come nel rapporto tra genitori e figli e
tra maestri e allievi” (p. 64). Quindi l’autore cita alcune frasi
del testo ( VIII, 563 A-B).
Vediamo
il contesto con qualche parola greca: nello stato democratico gli
appetiti (ejpiqumivai)
prendono possesso dell'acropoli dell'anima del giovane, poi questa
viene occupata da parole e opinioni false e arroganti (yeudei'"
dh; kai; ajlazovne"…
lovgoi te kai;
dovxai 560c) le quali chiamando
il pudore stoltezza (th;n
me;n aijdw' hjliqiovthta ojnomavzonte"),
lo bandiscono con disonore; chiamando la temperanza viltà
(swfrosuvnhn 5
de; ajnandrivan), la buttano
fuori coprendola di fango (prophlakivzonte"
ejkbavllousi), e mandano oltre
confine la misura e le ordinate spese (metriovthta
de; kai; kosmivan dapavnhn)
persuadendo che sono rustichezza e illiberalità (ajgroikivan
kai; ajneleuqerivan 560d). E non
basta. I discorsi arroganti con l'aiuto di molti inutili appetiti
transvalutano pure, ma in positivo, i vizi, immettendoli nell'anima
e chiamano la prepotenza buona educazione (u{brin
me;n eujpaideusivan
kalou'nte" ), l'anarchia
libertà (ajnarcivan
de; ejleuqerivan),
la dissolutezza magnificenza (ajswtivan
de; megaloprevpeian),
e l'impudenza coraggio (ajnaivdeian
de; ajndreivan 560e-561). L’uomo
così corrotto vive a casaccio, e la sua vita non è regolata da
ordine (tavxi")
né da alcuna necessità (ajnavgkh).
Si capovolgono pure i rapporti umani: il padre teme il figlio, il
maestro lo scolaro, i vecchi imitano i giovani, per non sembrare
inameni e autoritari (563).
Sentiamo
ancora Bodei: “Mentre in Platone, con questa cancellazione delle
differenze la democrazia apre la strada alla tirannide, nell’Emilio
di Roussea l’equiparazione del bambino all’adolescente e
all’adulto nel condividere la comune umanità è invece alla base
della democrazia stessa.grazie alla progressiva maturazione reciproca
dell’età adulta attraverso la sollecitudine e la responsabilità
degli adulti (e la comprensione reciproca degli universi mentali e
sentimentali dei diversi stadi della vita che non si superano mai
completamente)” (p. 65)
giovanni
ghiselli
p.
s.
Ecco l’annuncio
Dialogo con Remo Bodei .
Intervengono Walter Tega e Francesca Emiliani
Presiede Gianni Ghiselli
Di R.Bodei: “Generazioni. Età della vita, età delle cose”.
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1
Del 160 a. C.
5
Nelle Nuvole
di Aristofane il Discorso Giusto dà inizio alla sua parte del
disso;"
lovgo"
ricordando che la swfrosuvnh
una volta era tenuta in conto come la quintessenza dell'educazione
antica (vv. 961 sgg.). . Al tempo dell'ajrcaiva
paideiva (v.
961) infatti la castità (swfrosuvnh,
v. 962) era tenuta in gran conto: nessuno modulando mollemente la
voce andava verso l'amante facendo con gli occhi il lenone a se
stesso (980).
Il cicalare televisivo contro i maestri cattivi che puniscono gli allievi (con tanto di filmini trasmessi senza il minimo riguardo per l'immagine dei protagonisti) credo sia da notare, perchè bisogna giustificare stipendi miseri con l'incapacità manifesta della categoria docenti....concordo pienamente su tutto . Come persona e come maestra ritengo importante che queste analisi siano fatte conoscere. Verrò assolutamente all'appuntamento di mercoledi 17 settembre a Bologna dove finalmente incontrerò insieme queste due interessanti voci fuori dal coro...Ghiselli e Bodei. Grazie perchè date corpo ai miei pensieri e ,soprattutto , mi date conoscenze e comprensione. Giovanna Tocco
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