Marco Aurelio |
Argomenti: le mani libere; Marco Aurelio che vuole essere
Cesare e Renzi malamente cesarizzatosi; la pessima scuola di oggi e quella
dignitosa di 40 anni fa; i sottosegretari buffoni delle Rane di Aristofane e quelli degli ultimi governi. Nihil novi.
Salvini: "con noi al governo gli uomini e le donne
delle forze dell'ordine avranno le mani libere". Da certe mani frenetiche
con licenza di toccare ci sarà un generale fuggi fuggi di turiste giovani.
Prodi si presenta come un rapsodo, un cucitore di canti. Ma
l'aedo, il creatore di questi brani da cucire chi è? Sento un chiasso di voci
stonate, un fracasso di strumenti scordati.
A Renzi non ha portato bene cesarizzarsi. Ora sono Salvini e
Di Maio che si cesarizzano. L’imperatore Marco Aurelio diceva a se stesso: stai
attento a non cesarizzarti! (o{ra mh;
ajpokaisarwqh'/", A se stesso,
VI, 30). Voleva rimanere l'uomo semplice, buono, risoluto nel compiere il proprio dovere
quale si era formato con la filosofia.
Ma quello era un uomo appunto, non un buffone.
Nella "buona" scuola trionfa l'ignoranza: degli
studenti e dei docenti che non hanno bisogno di studiare non avendo un uditorio
capace di criticarli.
Quando ricevetti una terza liceo classico per la prima volta
( al Rambaldi di Imola nell’autunno remoto del 1975) studiavo sempre, di
pomeriggio e per gran parte della notte: non volevo fare brutta figura con
allievi, ragazze e ragazzi preparati e capaci di criticarmi. I primi giorni
leggevano il giornale mentre ripetevo i manuali e traducevo l’Edipo re di Sofocle limitandomi a un
commento grammaticale e a snocciolare paradigmi, poi compresi che non bastava,
che avevano ragione e mi diedi a studiare Aristotele, Platone, Scopenhauer,
Hegel, Schopenhauer, Nietzsche, Jaeger, Snell, Benveniste, Hauser e altri per
commentare la tragedia. E loro già prima di Natale prendevano appunti da quanto
dicevo. Alla fine dell’anno scolastico, stremato dallo studio, mi dissi: “ce
l’ho fatta!”. Non ho mai più smesso di studiare tanto grande è stata ed è
questa gioia.
La nostra città si è
riempita di sottosegretari - uJpogrammatevwn
ajnemestwvqh - e demagoghi buffoni che ingannano il popolo facendogli il
verso (Aristofane, Rane, 1083 ss.)
Nihil novi.
Ieri sera Sechis faceva il
tifo per il bombardamento atomico sulla Corea del Nord. L'occhio gli roteava
impazzito e fuori orbita come un globo colpito appunto dalla bomba che lui auspicava
sulla popolazione coreana. Ma ognuno parla sempre di se stesso.
giovanni ghiselli
p. s.
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un’altra gioia
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Giovanna tocco sei arrivata in ritardo stavolta
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