Presentazione sommaria della conferenza
Le Erinni nell’"Orestea" di Eschilo e in "Riunione di famiglia" di T. S. Eliot: la necessità dei classici
del 24 maggio 2018 a
Padova
Questo percorso commenta The
family reunion di T. S. Eliot attraverso un metodo comparativo.
Vengono presentati continui confronti con le tragedie di
Eschilo, Sofocle, Euripide e di Seneca, con particolare attenzione alla
trilogia eschilea Agamennone, Coefore,
Eumenidi.
E’ stato evidenziato
il tema della paura non senza il rilievo che questa può avere aspetti
positivi ed essere funzionale all’ordine nella polis.
Lo notano tanto le Erinni (vv. 517-519) quanto Atena (vv.
698-699) nelle Eumenidi che
concludono l’Orestea rappresentata ad
Atene nel 458.
Nel dramma di Eliot la paura è diffusa, è parte dell’aria,
persino del tempo atmosferico carente di luce e calore, e viene ripetutamente
deprecata dal Coro alla fine della parte prima (I am afraid of all that has happened, and of all is to come, ho
paura di tutto quello che è accaduto e di tutto quello che ha da venire) non
senza del resto che la coreuta Ivy affermi di volere combattere contro il più
indecoroso terrore (This is a most
undignified terror, and I must struggle against it, I, 3).
Il Coro è formato da Ivy, Violet, Gerald, Charles, due
sorelle e due cognati di Amy, la madre dolorosa di Harry, il nuovo Oreste.
In The family reunion
la paura viene superata quando diventa conoscenza e comprensione nei personaggi
di Harry, Agatha un’altra zia, e Mary una cugina, i tre del gevno" che vogliono e possono capire.
Alla comprensione è
funzionale anche il dolore tanto nella trilogia di Eschilo quanto nel
dramma di Eliot.
Lo afferma il coro di
vecchi argivi nella Parodo dell’Agamennone: tw/'
pavqei mavqo" (v. 177), attraverso
la sofferenza si giunge alla comprensione.
Amy, la madre di Harry e di altri
due figli secondari John e Arthur, è il personaggio più oppresso dal dolore e
attribuisce lo strano comportamento del primogenito, che al pari di Oreste vede
spettri, al clima nebbioso e alla stanchezza del viaggio compiuto dal figlio
con la moglie che dalla nave è sparita nel mare, non si sa come.
Agatha, un’altra sorella di Amy, invece
suggerisce al nipote di comprendere quello che ancora non ha capito: è la via
verso la libertà: There is more to
understand: hold fast to that as the way to freedom (I, 1).
In una scena successiva, dopo vari accadimenti, e visioni di
Erinni con una ripresa testuale delle Coefore[1],
Harry dice che non è certo di non avere spinto in mare dalla nave la moglie
annegata (Perhaps I only dreamt I pushed
her II, 2).
Agatha risponde che loro non hanno scritto un racconto di
delitto e castigo- of crime and
punishment- but of sin and expiation,
ma di peccato e di espiazione (II, 2).
Però prima di espiare il peccato, per espiarlo, esso va
conosciuto.
It is certain-that the knowledge of it must
precede the expiation.
It is possible that
sin may strain and struggle –in its dark instinctive birth, to come to consciousness-and so find
expurgation, è possibile che il peccato si sforzi e lotti nella sua oscura
nascita istintiva, per arrivare alla coscienza e così trovare purgazione[2].
Può darsi che tu sia la coscienza della tua famiglia
infelice, aggiunge la zia veggente, il suo uccello mandato in volo attraverso
la fiamma purgatoriale, its bird sent
flying through the purgatorial flame.
Harry allora si sente felice, come se la felicità
consistesse in una visione diversa in a
different vision. This is like an end, questo è come un fine (II, 2).
Agatha
aggiunge : “the burden’s yours now,
yours-the burden of all family. And
I am little frightened, il fardello di tutta la famiglia ora è tuo e io
sono un poco impaurita.
Ma il nipote fatica a immaginare la paura di questa zia: You, frightened! I can hardly imagine
it, e comincia a
comprendere: I only now begin to have
some understanding-of you, and of all of us. Agatha è la mente più
lucida della famiglia.
Harry ha capito e ha
vinto la paura. Quando le Eumenidi appaiono per l’ultima volta, il giovane
si rivolge a loro con queste parole : You
cannot think that I am surprised to see you non crediate che io sia
sorpresi di vedervi, and you shall not
think that I am afraid to see you, e non crediate che abbia paura di
vedervi. Questa volta siete reali, siete fuori di me e
perciò sopportabili, this time you are
real, this time you are outside me, and just endurable. Pensavo di
sfuggirvi venendo qui dove voi invece mi aspettavate (II, 2). Ora finalmente
vedo che vi sto seguendo Now I see at
last that I am following you e
che può esserci un solo itinerario e una sola destinazione. Let us lose no time. I will follow.
Pure Oreste giunto sull’acropoli di Atene non ha più paura
delle Erinni: le affronta e rivendica le proprie azioni, compreso il matricidio
con il quale ha vendicato il proprio padre: e[kteina,
touvtou d j ou[ti" a[rnhsi" pevlei (Eumenidi, 588), l’ho uccisa e di questo non c’è negazione.
Oreste rivendica dignità al proprio delitto, come Prometeo (Prometeo incatenato, v. 266).
giovanni ghiselli
[1] Harry: no, no, non lì, laggiù. Voi non le vedete, ma
io le vedo, ed esse vedono me. You don’t see them,
but I see them, and they see me (I, 1).
Cfr. Eschilo, Coefore 1061: “uJmei'" me;n oujc oJra'te
tavsd j, ejgw; d j oJrw'- ejlauvnomai de; koujkevt j a]n meivnaim j ejgw v”, voi non le vedete ma io le vedo, sono sospinto e
non posso più restare. E’ Oreste che si rivolge al Coro delle portatrici di
libagioni.
Questi due versi sono posti come epigrafe di Sweeny agonistes, Fragments
of an Aristophanic Melodrama: you
don’t see them, you don’t-but I see them: they are hunting me down , I must
move on”
[2] Cfr. l’Orestea
di Eschilo dove il matricida deve andare a Delfi, poi ad Atene per sapere
quanto conti, pesi, significhi il suo peccato. Anche Edipo deve fare una lunga
indagine su se stesso nella tragedia di Sofocle.
Giovanna Tocco
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