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domenica 27 maggio 2018

La figura di Sonia nel romanzo "Delitto e castigo". Parte 3

Riccardo II d'Inghilterra

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Nel Riccardo II (III, 2) di Shakespeare si legge che la Morte tiene la corte nella corona cava che cinge le tempie mortali di un re e là siede beffarda schernendo il suo stato e con un ghigno alla sua pompa
Riccardo II[1] deposto da Bolingbroke che sarà Enrico IV espone “le tristi storie delle morti dei re”

For within the hollow crown
That rounds the mortal temples of a king
Keeps death his court; and there the antic sits,
Scoffing his state and grinning at his pomp.

Seneca nell’Oedipus fa dire al protagonista: “Quisquamne regno gaudet? O fallax bonum/quantum malorum fronte quam blanda tegis"(vv.7-8), qualcuno gode del regno? O bene ingannevole, quanti mali copri sotto una facciata così lusinghiera!
Sono parole di Edipo che dà inizio al dramma descrivendo l'infuriare della pestilenza.
Nelle Phoenissae Giocasta chiede a Polinice di rinunciare alla guerra poiché il premio che spetta al vincitore non è desiderabile: anzi Eteocle pagherà il fio del successo a caro prezzo, con il solo fatto di essere re: "poenas, et quidem solvet graves: regnabit" (v.645).
Manzoni riprende il tovpo" nell' Adelchi quando il protagonista ferito consola il padre sconfitto: "Godi che re non sei; godi che chiusa/all'oprar t'è ogni via: loco a gentile,/ad innocente opra non v'è: non resta/che far torto, o patirlo. Una feroce/ forza il mondo possiede, e fa nomarsi/Dritto." (V, 8). E' il diritto del più forte, il potere smascherato: viene tolta la maschera (demitur persona, manet res)
Il regno è quasi sempre una tirannide: un bene scivoloso, un potere claudicante, in particolare quello di Edipo lo zoppo e dei suoi figli.

Viene tolta la maschera non solo alle persone ma anche alle cose
Non hominibus tantum sed rebus persona demenda est et reddenda facies sua (Seneca, Ep. 24, 13)
 Cfr. Lucrezio: “ Quo magis in dubiis hominem spectare periclis/convenit adversisque in rebus noscere qui sit;/nam verae voces tum demum pectore ab imo/eliciuntur <et> eripitur persona, manet res" (De rerum natura, III, 55-58), tanto più è necessario provare la persona nei pericoli rischiosi e conoscerne la qualità nelle situazioni sfavorevoli; infatti le parole autentiche allora finalmente escono dal fondo del cuore e si strappa la maschera, rimane la sostanza.

Bachtin trova che Delitto e castigo sia una menippea cristianizzata
R provoca Sonia dicendole che Napoleone non si fermava davanti ai delitti: “io ho semplicemente ucciso un pidocchio inutile e dannoso. Per avere ragione bisogna osare molto. Chi è capace di sputare sulle cose diventa il loro legislatore. Cfr. Medea: tolmhtevon tavde (1050)
C’è il confronto con la fede di Sonja che lo invita a baciare la terra insozzata da lui stesso ad accettare la sofferenza, a capire a riscattarsi con essa: tw'/ pavqei mavqo" /Eschilo, Agamennone, 177[2].
Anche lo Starez Zossima dei Fratelli Karamazov bacia la terra, muore baciando la terra: “si lasciò scivolare dolcemente dalla poltrona sul pavimento, e inginocchiandosi, si chinò col viso fino a toccar terra, si prosternò, allargò le braccia in croce; e come invaso dall’estasi, baciando la terra e pregando (come appunto aveva insegnato a fare), serenamente e gioiosamente rese l’anima a Dio”[3]. Alioscia segue l’esempio del maestro: “Una notte fresca e calma fino all’immobilità avvolse la terra…Alioscia rimase a guardare per un momento quello spettacolo, poi, ad un tratto, si gettò con la faccia a terra come se l’avessero falciato. Egli non sapeva perché l’abbracciasse, non si rendeva conto della ragione per cui gli fosse venuta quella terribile voglia di baciarla, di baciarla tutta; ma egli la baciava piangendo, singhiozzando, inondandola delle sue lacrime, e giurando, in uno slancio impetuoso, di amarla, di amarla eternamente. “Inonda la terra delle tue lacrime di gioia, e amale, codeste tue lacrime…”, disse una voce nella sua anima”[4].
Si pensi alla “cura di Anteo”, un gigante libico che uccideva i viandanti e acquisiva forza dal contatto con sua madre, che poi è la madre di tutti, la Terra. Ercole dovette sollevarlo dal suolo e togliergli il contatto con la madre per strozzarlo:"La civilizzazione e l'intellettualità son belle cose, son grandi cose, non vogliamo certo negarlo. Ma senza quella che noi un giorno definiremo la compensazione di Anteo, sono rovinose per l'uomo e creano la malattia"[5].
In ogni caso non si deve mai perdere l’amore per la vita terrena e per la stessa terra: “Bleibt mir der Erde treu, meine Brüder, mit der Macht euer Tugend!” Restatemi fedeli, fratelli miei, alla terra con tutta la forza della vostra virtù! Il vostro amore, che tutto dona, e la vostra conoscenza servano il senso della terra”. Così parla Zarathustra… Bacia la terra e amala incessantemente, insaziabilmente-dice lo starets Zosima-cerca questa estasi e questa esaltazione. Bagna la terra con le lacrime della tua gioia e ama queste tue lacrime”[6].

Il giudice istruttore Porfiri Petrovič consiglia a R di abbandonarsi alla vita senza ragionare: il flusso della vita lo riporterà a riva e lo rimetterà in piedi. To; mevllon h[xei, il futuro verrà (Eschilo, Agamennone, 1240)
 Il punto di incontro dei due ragazzi reietti è la lettura del Vangelo.
“Un mozzicone di candela illuminava con luce fioca nella misera stanza l’assassino e la peccatrice stranamente riuniti nella lettura del libro eterno”
Provocatoria del pensiero e dei sentimenti è la tendenza a confutare i luoghi comuni e i dogmi dei più.
La prostituta Sonja è una peccatrice che ha venduto se stessa, ma nemmeno una goccia di vera depravazione era entrata nel suo cuore. Cfr. La logica aperta al contrasto nelle Coefore di Eschilo (461):   [Arh" [Arei xumbalei', Divka/ Divka.
R le si inginocchia davanti poiché la ragazza è un simbolo della sofferenza umana e nella sofferenza c’è un’idea.
Tutto si svolge sulla soglia o sulla strada dove si vivono momenti di crisi. A D interessa il tempo della crisi, mentre salta quello biografico. Anche nell’Idiota (1869) c’è la carnevalizzazione. Myskin è un eccentrico pieno di diversità dalla gente usuale: è privo di ogni diffidenza, non mente, non dà importanza al denaro, non occupa alcuna posizione che possa limitare la sua umanità. E’ del tutto stravagante: non sa cosa sia la malafede e arriva ad amare il rivale Rogožin che ha cercato di ucciderlo. Dove compare il principe si rompono le barriere della menzogna e si crea la sincerità carnevalesca. Vedi l’episodio del vaso cinese.
Un libro di critica non privo di arbìtri dilettanteschi ma nemmeno di spunti interessanti è quello di Merezkoskij Tolstoj e Dostoevski del 1902.
Secondo questo autore, D mostra che il pensiero scientifico dal Rinascimento in poi ha portato l’Europa sull’orlo dell’abisso dove cadrà se non tornerà a volgersi verso la religione. I Demoni (1873), i terroristi, sono stati educati male, pervertiti da un intellettuale occidentalista.
Stepan Trofimovič cattivo maestro di Nikolaj Stavrogin
L’essenza dei tempi moderni è il nichilismo che è la negazione di Dio e si trova tanto nel liberalismo quanto nel comunismo. Wille zum Nichts.
  
Bisogna tornare al popolo russo, alla terra russa, al cristianesimo. D sente che la civiltà occidentale sta per esplodere siccome l’Europa è piena di egoismo, odio, diffidenza. La scienza moderna si occupa di quisquilie inutili o dannose. L’unica scienza utile è quella del bene e del male. Cfr. Prometeo incatenato di Eschilo e Cfr. Platone e il massimo oggetto di scienza
La scienza deve renderci liberi di giungere a vedere l’idea del bene. L’uomo ispirato dalla visione del bene-ijdeva tajgaqou' il massimo oggetto di scienza[7]- ha tutte le virtù e sa affrontare tutti gli imprevisti della vita. E’ la dialettica che ci porta a vedere l’idea del bene che è fonte dell’ajlhvqeia e dell’oujsiva, della realtà e dell’essere.
Seneca deplora le quisquilie degli studi letterari: Quaeris Ulixes ubi erraverit potius quam efficias ne nos semper erremus? (Ep., 88, 7).
O dove abbia errato Ulisse piuttosto che fare in modo di non essere noi a errare?

A me personalmente interessa la lotta contro la reificazione dell’uomo e dei rapporti umani nella società capitalistica.
D fu conservatore, slavofilo e ostile al socialismo, ma credo che possa essere comunque impiegato in senso antiborghese. D lottava contro il nichilismo e il nichilista adoratore del nulla è il borghese.


CONTINUA


[1] Riccardo II Plantageneto (Bordeaux, 6 gennaio 1367 – Pontefract, 14 febbraio 1400) è stato re d'Inghilterra dal 1377 al 1399. La tragedia di Shakespeare è del 1595.
[2] E, poco più avanti :"goccia invece del sonno davanti al cuore/il penoso rimorso, memore delle pene inflitte; e anche/sui recalcitranti arriva il momento della saggezza" ( kai; par j a[-konta" h\lqe swfronei'n , Agamennone, vv. 179-181).
[3] F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, p. 407.
[4] F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, p. 451.
[5] T. Mann. Carlotta a Weimar, p. 403.
[6] D. Merezkovskij, Tolstòj e Dostoevskij., p. 366.
[7] mevgiston mavqhma, il massimo oggetto di scienza che è l'idea del Bene, (cfr.Platone, Repubblica, 505a:"hJ tou' ajgaqou' ijdeva mevgiston mavqhma".).

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