mercoledì 15 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. V parte. Il fascino misterioso delle rane

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Dioniso depreca il  coax che gli fa dolere il culo, ma sa che alle rane probabilmente non importa nulla di questo - uJmi`n d j i[sw" oude;n melei (224). Il dio dicendo questo si è messo nei panni anche delle rane.
Cfr. la teoria del rovesciamento di Bettini e il suo ultimo libro sull’identità che si accresce e vivifica quando osserviamo culture nuove e caratteri strani, diversi, fuori posto (Hai sbagliato foresta. Il furore dell’identità, Il Mulino, Bologna, 2020)

Le rane ripetono il loro verso e Dioniso perde il buon tono ejxovloisq  j (226), crepate.

Le rane gli ricordano che sono amate dalle Muse dalla bella lira e da Pan che ha i piedi di corno e suona la zampogna e pure Apollo citaredo ha gioia di loro.

Queste divinità artiste usano strumenti musicali che hanno il supporto delle canne e le rane dicono di meritare la benevolenza degli dèi musicisti - “e{neka dovnako", o{n ujpoluvrion - e[nudron ejn livmnai" trevfw” (233-234) per la canna acquatica che io nutro nelle paludi ed è sostegno della lira.

Queste parole danno l’indicazione degli infiniti nessi possibili tra tutte le cose, gli animali, le persone.

Se perdiamo di vista il fatto che tutto è collegato e interferisce con tutto impoveriamo e mortifichiamo la nostra umanità.

Dostoevskij fa dire allo stariez Zossima che "il mondo è come l'oceano; tutto scorre e interferisce insieme, di modo che, se tu tocchi in un punto, il tuo contatto si ripercuote magari all'altro capo della terra. E sia pure una follia chiedere perdono agli uccelli; ma per gli uccelli, per i bambini, per ogni essere creato, se tu fossi, anche soltanto un poco, più leale di quanto non sei ora, la vita sarebbe certo migliore" .

Le rane mi piacciono perché il loro canto preannuncia l’estate con il caldo e la luce che amo.

Dioniso continua a nominare il suo culo - prwktov" - lamentando il fatto che suda da un pezzo- ijdivei pavlai - (237). Non dimentichiamo che il dio è gavstrwn (200) un pancione.

Le rane irridono Dioniso dicendogli che presto anche il suo prwktov" - farà   brekekekeke;x koa;x koavx (239)

Dioniso intima al coro di smettere pauvsasqe eppure riconosce alla stirpe delle rane la filw/diva, l’amore per il canto quindi la dignità di attori del melodramma.

Le rane raccolgono questo riconoscimento e lo ampliano: canteremo più forte (ma`llon - 241) come è vero che nelle giornate di bel sole saltiamo tra il cipero e il giunco - caivronte" wj/dh`" - 244 con gioia del canto tra tuffi e melodie. Questi batraci sembrano incarnare la gioia di vivere, quella che ci infonde l’estate.

Quando il sole viene coperto, le rane feuvgonteς o[mbron - cfr. imbrem (246), fuggendo la pioggia di Zeus nel fondo ejn buqw'/ intonano un’acquatica aria di danza fra lo scoppiettio delle bolle. Le rane stanno in fondo come la verità.

Le rane in altri poeti: lontananza della rana ne accresce il fascino

In Teocrito, Le Talisie la rana canta thlovqen 140, da lontano

Leopardi Le ricordanze: “ascoltando il canto/della rana rimota alla campagna” 12-13-

In La pioggia nel pineto  “la figlia/ del limo lontana/ la rana/ canta nell’ombra più fonda” 90-93

 

Pesaro 15 settembre 2021 ore 10, 31

giovanni ghiselli

p. s

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