Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
venerdì 10 settembre 2021
Il problema dell’identità. Quella collettiva e quella personalizzata.
Secondo breve estratto dalla conferenza di domani.
Telemaco durante il viaggio che fa a Pilo (Odissea III) e a Sparta (Odissea IV) accompagnato da Mentore-Atena, trova la propria identità di vero figlio di Odisseo.
La ricerca e la definizione della propria identità è il compito più serio della prima parte della vita dell’uomo; la difesa di questa identità trovata è il più serio e difficile della seconda parte di questa nostra pur troppo breve vita umana.
Chi non trova o non riconosce la propria identità ne assume una gregaria.
Maurizio Bettini ha scritto un libro sul tema dell’identità intitolato Hai sbagliato foresta (il Mulino, Bologna, 2020).
Un lavoro serio e di lettura gradevole. Mostra tutto il negativo di un’identità collettiva, piena zeppa spesso di stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni non di rado impregnati di razzismo.
Il pregiudizio, per esempio, che attribuisce un’identità deteriore a chi ha la pelle scura. Questa pars destruens è pregevole.
Sono arrivato a metà- lo leggo la sera al porto di Pesaro durante il crepuscolo oramai ahimé quasi precoce- e non ho ancora trovato l’elogio dell’identità personale forte e ricca per le tante esperienze di persone diverse e le tante letture di autori vari. Questa è un bene
Spero di trovarlo nella seconda metà tale encomio
Pesaro 10 settembre 2011
giovanni ghiselli
p. s.
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