lunedì 30 maggio 2022

Sofocle, Edipo re, primo stasimo, seconda strofe.vv.483-497.


Sommario

Il coro è turbato e vaga nell'incertezza: non sa da quale parte schierarsi dopo quanto ha sentito: se con il profeta o con il re, se con la fama popolare che fa di Edipo un eroe, o con la parola di Tiresia che ha lanciato l'anatema contro il tuvranno~ che comunque ha risolto l'enigma della Sfinge.

 

Traduzione

Terribilmente invero, terribilmente mi

turba l'auspice saggio

e non posso credergli né contraddirlo;

che cosa devo dire non so.

Sono sospeso tra le attese e non

vedo qui né più avanti.

Quale contesa infatti

c'era o per i Labdacidi o per il figlio di Polibo

né prima mai

io almeno, né adesso ancora

venni a saperlo, per cui

di una prova <facendo uso>

io possa muovere contro la fama

popolare di Edipo, per i Labdacidi

vendicatore di oscure morti

 

-483 deina;: neutro plurale con funzione avverbiale.

-484 oijwnoqevta": hapax , analogico di termini come nomoqevth". E' l'auspex , colui che trae auspici dal volo degli uccelli.

 

Excursus su sui segni dati dal  volo degli uccelli

Questi sono i segni celesti e pure i desideri alti, alati, insomma gli ideali delle persone: cfr. Iliade XII, 243, dove Ettore dice"ei|" oijwno;" a[risto", ajmuvnesqai peri; pavtrh", uno è l'auspicio ottimo:difendere la patria.

Ettore dunque non crede nei segni dati dal volo degli uccelli. L’imperatore Giuliano Augusto (361-363)  era un attento osservatore di tale segno. Ammiano Marcellino commenta questa attenzione scrivendo che gli auspìci si traggono dagli uccelli non perché gli alati  conoscano il futuro sed volatus avium dirĭgit deus (21, 1, 9).

 

Ennio negli Annales  racconta che Romolo e Remo scrutavano il cielo e attendevano segni dagli uccelli per sapere "uter esset induperator " (v. 78 Skutsch), chi dei due sarebbe stato il capo. Romolo, come si sa, ebbe l'auspicio favorevole:"et simul ex alto longe pulcerruma praepes/laeva volavit avis: simul aureus exoritur sol./Cedunt de caelo ter quattuor corpora sancta/avium, praepetibus sese pulcrisque locis dant./ Conspicit inde sibi data Romulus esse priora, auspicio regni stabilita scamna solumque ", vv. 86-91, e subito dall'alto un uccello, di gran lunga il più bello, di buon augurio, si mostrò in volo sulla sinistra: subito sorge il sole d'oro. Scendono dal cielo tre volte quattro corpi santi di uccelli, e si dirigono a luoghi fausti e belli. Quindi Romolo vede che l'auspicio ha dato a lui la supremazia, assegnandogli il  trono e il dominio del regno. 

 

Tito Livio racconta che Remo ebbe il segno per primo ma vide solo sex vultures sei avvoltoi, mentre poco dopo a Romolo apparve duplex numerus (Storie, I, 7, 1) 12 come negli Annales di Ennio. Abbiamo già detto che la storia nasce dalla poesia

 

Tacito nota che pure tra i Germani è noto il famoso uso di interrogare le voci e i voli degli uccelli (Germania, "Et illud quidem etiam hic notum, avium voces volatusque interrogare ", 10, 2).

 

Un uccello di cattivo augurio è la civetta in Nietzsche:"Un tempo agognavo auspici di felicità: e voi mi faceste attraversare la strada da una civetta mostruosa e ributtante"[1].

 

Fine excursus

 

 

-486ajporw': c'è discrepanza tra il coro che vede situazioni confuse, non sa cosa credere né cosa dire, e il mavnti" che scorge i suggerimenti della volontà divina  .

 

 

-487 ejlpivsinvox media. Per questo valore cfr. v.1432.-

488 oJpivsw:più avanti va inteso in senso temporale cioè nel futuro, mentre ejnqavd j (e) è il presente. Il coro non è lungimirante come Tiresia ed è rimasto sconvolto dalle sue rivelazioni.

 

 

-489- 490 h] Labdakivdai" h] tw'/ Poluvbou (uiJw'/): i vecchi Tebani si esprimono in maniera vaga e generica; non si domandano se ci fu un conflitto tra Edipo e Laio bensì " o per i Labdacidi o per il figlio di Polibo". Eppure con questo parlare malsicuro si avvicinano alla verità più che se dicessero "tra Laio e il figlio di Polibo", figlio che non esiste. Infatti la struttura disgiuntiva può fare intendere il conflitto tra i Labdacidi come avvenuto al loro interno, ossia alludere a quello scontro effettuale che ha portato alla morte del re vecchio. Il coro insomma viene a dire più di quanto sa, poiché il dio, anche attraverso la mediazione di Tiresia, sta facendo stillare gocce di verità nelle menti dei coreuti.

-494 basavnw/: dopo questa parola c'è una lacuna corrispondente a un coriambo(- + + -) richiesto dalla responsione nell'antistrofe: crhsavmeno"( participio aoristo di cravomai) è integrazione del Brunck; la congettura del Pearson è pei'ran e[cwn.

495ejpi; ta;n ejpivdamon: "contro quello che il popolo dice". Il coro non se la sente; eppure molte opinioni volgari, soprattutto quelle di un volgo dominato dai tiranni, dovrebbero essere confutate dai profeti e dai poeti i quali usano le parole come lame per recidere i luoghi comuni e rigenerare culture e costumi degenerati.

Musil nel romanzo L'uomo senza qualità  (p.355)ricorda che"per di più una poesia col suo mistero trafigge da parte a parte il senso del mondo, attaccato a migliaia di parole triviali, e ne fa un pallone che se ne vola via. Se questo, com’è costume, si chiama bellezza, allora la bellezza dovrebbe essre uno sconvolgimento mille volte più crudele e spietato di qualunque rivoluzione politica! (Parte seconda, Le stesse cose ritornano)

 

giovanni ghiselli

p. s.

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[1]Così parlò Zaratustra , II, Il canto dei seplcri

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