NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 8 aprile 2015

Sulla tortura, la casta, e altro. Elogio di Isabella Conti, un sindaco anomalo


I servi invitati dal padrone televisivo se non hanno la coda, scodinzolano con la lingua. Questa è la feccia astuta.

La massa ignorante, è una comparsa della storia: accorre sempre dove cioè da festeggiare il padrone. La casta padronale fa di tutto per degradare il popolo cosciente a plebe dal cervello contumace.

Tacito ricorda che nella Roma imperiale solo le persone di poco peso e oscure (leves ignobiles) venivano colpite dalla legge. E' ancora così, credo.
Altrimenti non capisco perché il condannato di Garlasco non sia in galera e il non ancora processato Bossetti vi si trovi. La casta non dà mai l’esempio della condanna a uno della sua specie.

La tortura in Italia non è un reato perché viene praticata sempre dai sadici che hanno il potere. Questo è un paese dove i giudici onesti vengono ammazzati perché sono una minoranza. Se fossero la maggioranza non sarebbe possibile ucciderne tanti.
La casta vuole sempre perpetuare i propri privilegi e chi osa metterli in discussione merita “giustamente” ogni violenza: la tortura, la morte, lo stupro. Con casta non intendo tanto i politici quanto chi li comanda.

Pasolini ha scritto: “il potere ha escluso gli intellettuali liberi”
Fin dal tempo dell’impero romano, quando gli imperatori mandavano a morte gli storiografi critici del loro regime e ne facevano bruciare i libri: Augusto lo fece con Tito Labieno; Tiberio con Cremuzio Cordo che poi Caligola riabilitò,  e  infatti questo imperatore passa per pazzo; Nerone condannò Trasea Peto, la “virtù in persona”; Vespasiano mandò a morte Elvidio Prisco; Domiziano fece uccidere Erennio Senecione e Aruleno Rustico.

E’ del tutto encomiabile tanto dal punto di vista etico, quanto da quello estetico, la decisione del sindaco di San Lazzaro di restituire il denaro ricevuto come finanziamento elettorale dalla coop modenese Cpl concordia, ora indagata per corruzione.
 Isabella Conti ha versato dalla propria tasca 2000 euro che non erano mai entrati nelle  tasche sue.
Questa giovane donna ha dato un esempio che andrebbe seguito.


giovanni ghiselli
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