NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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domenica 20 agosto 2017

Max Pohlenz, "La Stoa". Lettura commentata. VIII parte

La Via Lattea vista dalla Terra

Il mondo e i periodi cosmici (p.144)
Per Epicuro il nostro mondo, uno degli innumerevoli mondi sparsi è un prodotto del caso.
Per Zenone è un’opera d’arte della divinità che lo compenetra ed è di perfetta bellezza. Ha una forma sferica perfetta.
Cfr. il Timeo di Platone: se il cosmo è bello (eij me;n dh; kalovς ejstin o{de oJ kovsmoς) l’artefice è buono (o Jdhmiourgo;ς ajgaqovς).
 Il demiurgo, il migliore degli autori (a[ristoς tw'n aijtivwn), ha guardato al modello eterno (pro;ς to; ajivdion e[blepen). Sicché il cosmo è la più bella tra le cose nate (kavllistoς tw'n gegonovtwn 29a).
Il demiurgo dunque era buono e chi è buono non prova invidia. Egli ridusse il disordine all’ordine (29d)
Seneca aggiunge: “quaeris quod sit propositum deo? Bonitas. Ita certe Plato ait: “quae deo faciendi mundum fuit causa? Bonus est: bono nulla cuiusquam boni invidia est; fecit itaque quam optimum potuit” (Ep. 65, 10). Lo scopo di Dio è la bontà.

Nel Timeo, Platone aveva anche considerato il mondo come un essere vivente. Gli Stoici lo confermano: il cosmo è un essere animato dotato di ragione. Come Epicuro, Zenone ritiene che la u{lh, la sostanza universale è indivenuta e imperitura ajgevnhto" kai; a[fqarto", ou[te pleivwn gignomevnh ou[te ejlavttwn. Il mondo attuale invece è soggetto al divenire e al perire. Ci sono periodi cosmici durante i quali l’ordine del mondo nasce dalla sostanza prima, poi dopo un periodo stabilito dal destino, si risolve in essa con l’ejkpuvrwsi", la conflagrazione. Il cosmo è eterno come sostanza del mondo ma è nato e perituro in quanto diakovsmesi", ordinamento: fqarto;" me;n oJ kata; th;n diakovsmhsin, ma ajivdio", eterno tenendo conto della conflagrazione e reso immortale dalle palingenesi e dei periodi cosmici.
Eraclito aveva scritto del cammino all’insù e del cammino all’ingiù, del fuoco che si trasforma negli altri elementi e del ritorno nel fuoco. Il fuoco condensandosi si converte in aria poi in acqua. L’elemento umido ha un’importanza decisiva per lo sviluppo della vita (cfr. Talete).
Zenone pone nell’acqua il punto critico del cammino. Le parti più consistenti dell’acqua depositandosi diventano terra, le più fine evaporano diventando aria e fuoco. I 4 elementi mescolandosi danno origine alla pluralità delle cose individuali. Determinante perZenone è l’azione del logos già unito al fuoco primordiale. Poi il logos trasforma il fuoco nell’elemento umido e si dispiega nella pluralità. Come aveva fatto Platone con l’unico essere di Parmenide, Zenone frantuma il logos di Eraclito in una pluralità di spermatikoi; lovgoi che formano le cose individuali.
Legge eterna è che ciò che è nato debba perire. Anche il nostro mondo. A lungo andare, l’elemento più attivo, il fuoco, ha il sopravvento e alla fine riassorbe in sé tutti gli altri elementi. La ejpuvrwsi" determina anche una kavqarsi", una purificazione da tutte le sue scorie e imperfezioni. Poi ci sarà la palingenesi la rigenerazione e la restaurazione ajpokatavstasi" il ritorno allo stato precedente (magari purificato? Strano, perché il mondo era perfetto. La kavqarsi" mi sembra una contraddizione logica).
Nella palingenesi tutto tornerà nella stessa forma, anche gli individui. Sofocle sposerà ancora Santippe e Santippe tormenterà Socrate che berrà di nuovo la cicuta, Ecco perché Dio conosce il futuro.

L’Universo e le sue parti. Le piante e gli animali. L’uomo (p. 158.)
Gli Stoici pensavano che il sole fosse più grande della terra, e anche la luna, mentre Epicuro spinse il suo sensismo tanto oltre da sostenere che il sole è grande quanto appare a noi e ha il diametro di circa un piede
Inoltre credevano che la terra fosse il centro fisso dell’universo. Cleante protestò contro Aristarco di Samo che precorreva Copernico affermando che la terra si muove

Aristarco di Samo (Samo, 310 a.C. circa – 230 a.C. circa) è stato un astronomo.
Nato a Samo, una delle maggiori isole in prossimità della costa della Ionia, studiò ad Alessandria, dove ebbe come maestro Stratone di Lampsaco.
Astronomo e fisico, Aristarco è noto soprattutto per avere per primo introdotto una teoria astronomica nella quale il Sole e le stelle fisse sono immobili mentre la Terra ruota attorno al Sole percorrendo una circonferenza. Sappiamo inoltre che Aristarco concordava con Eraclide Pontico nell'attribuire alla terra anche un moto di rotazione diurna attorno ad un asse inclinato rispetto al piano dell'orbita intorno al Sole (ipotesi che giustificava l'alternarsi delle stagioni).
 Gli astri sono animati e divini, e il Sole è il primo tra gli astri. Cleante da vero greco, pensava che Helios Apollo con i suoi raggi distribuisca al mondo luce, calore, vita, coesione e armonia.
I pesci stanno nel gradino più basso tra gli animali, e nei porci, secondo Cleante, l’anima svolge la funzione del sale: quella di salvare il corpo dalla putrefazione.
Il medico alessandrino Erofilo scoprì il sistema nervoso nell’età di Zenone e Cleante trasferì l’hJgemonikovn nel capo. Crisippo invece riteneva l’anima diffusa e l’hJgemonikovn nel cuore. Interpretava allegoricamente il mito di Zeus che ingoia Metis.
Il medico Erasistrato manteneva il cuore come sede del pneuma vitale.
Erofilo (Ηρόϕιλος, Heróphilos; Calcedonia, 335 a.C. circa – Alessandria d'Egitto, 280 a.C. circa) fu un medico greco - ellenistico, noto come primo anatomista della storia e per essere stato, insieme ad Erasistrato, il fondatore della grande scuola medica di Alessandria d'Egitto.

L’istinto (oJrmhv) è un moto dell’anima in direzione di un oggetto.
Zenone definì l’affezione una pleonavzousa oJrmhv, un istinto che eccede la misura. L’istinto di mangiare diventa smisurata ingordigia. L’istinto si è sottratto alla sovranità del logos. Il logos fuorviato genera affezioni, lovgo" ponhrov" e hJmarthmevno".

La morte è separazione dell’anima dal corpo. Il pneuma sussiste per qualche tempo ma poi perde e la sua tensione si dissolve nel tutto. Cleante suppose che tutte le anime si conservino fino all’ejkpuvrwsi", Crisippo limitò tale sopravvivenza alle anime più forti, quelle dei saggi. Ma gli Stoici non avevano un vivo interesse per lasorte delle anime dopo la morte.

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