In un suo articolo Zucconi oggi si vanta di avere creato il neologismo “spelacchio”. Lo fa raffigurando l'albero di Natale romano come la pianta della sventura. Cito alcune sue parole: “quell’abete piangente (nuova specie botanica) è realmente un enorme scovolino di pipe, la lisca di un pesce divorato da un gattone ciclopico, un gigantesco e costoso scopettino da water da 49 mila euro pagati dai contribuenti romani, una vergogna in più per una Capitale che molto ha da vergognarsi, fra passato e presente”.
Secondo me del tutto invereconde sono queste parole che vogliono compiacere quello che rimane del PD pugnalando maramaldamente
21 dicembre: oggi di fatto inizia la primavera: il
pomeriggio il dì si è allungato di 2 minuti e 25 secondi. Gli uomini sani
rivolti alla luce se ne sono accorti. Il 25 dicembre infatti era celebrato come
il dies natalis solis invicti dati i
5 minuti in più della sua presenza divina.
giovanni ghiselli
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Giovanna Tocco
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