La bellezza deve essere coniugata con la semplicità, come dice in sintesi il Pericle di Tucidide:"filokalou'mevn te ga;r met j eujteleiva"[1] kai; filosofou'men a[neu malakiva"" (Storie, II, 40, 1) in effetti amiamo il bello con semplicità e amiamo la cultura senza mollezza.
Cfr. simplex munditiis di Orazio (Odi I, 5, 5). Pirra è semplice nell’eleganza. Altrettanto Aglaja nell’Idiota di Dostoevkji: “Indossava un vestito semplicissimo di ogni giorno, che le stava a meraviglia” (Parte terza, cpitolo 7, p. 534). Questa ragazza è una bellezza e non ha bisogno di orpelli che, anziché aggiungere toglierebbero qualcosa al suo splendore.
La semplicità è inattuale: Nietzsche avrebbe desiderato "come educatore un vero filosofo, che…insegnasse di nuovo ad essere, nel pensiero e nella vita, semplice e schietto, quindi inattuale nel senso più profondo della parola; infatti gli uomini oggi sono diventati così molteplici e complicati che debbono diventare insinceri tutte le volte che parlano, sostengono delle opinioni e secondo esse vogliono agire"[2].
La "Classicità non è chiarezza sin dall'inizio, bensì contesa giunta ad unità, discordia conciliata, angoscia risanata".[3]
La semplicità però non è rozzezza, anzi è una complessità risolta e non si deve confondere con la facilità la quale "invece è una truffa che rischia di impoverire tragicamente i nostri giorni…La nostra cultura ormai scansa ogni sentore di fatica, ogni peso, ogni difficoltà: abbiamo esaltato il trash e il pulp…abbiamo accettato che le televisioni venissero invase da gente che imbarcava applausi senza essere capace a fare nulla; abbiamo accolto con entusiasmo ogni sbraitante analfabeta, ogni ridicolo chiacchierone, ogni comico da quattro soldi, ogni patetica "bonazza"… la Facilità ormai ha dissolto tante capacità intellettuali e manuali, e si parla a vanvera perché così abbiamo sentito fare ogni sera, si pensa e si vive a casaccio perché così fanno tutti"[4].
La semplicità significa intelligenza che è differente dall’astuzia.
“All’astuzia ricorrono soltanto le donne di intelligenza più o meno angusta. In mancanza di vera intelligenza, per mezzo dell’astuzia, esse manovrano le molle della minuta vita quotidiana, intrecciano, come un ricamo, la loro politica familiare, perdendo di vista come si dispongono le principali linee della vita, in quale direzione si orientino e in che punto si incontrino. L’astuzia è una moneta spicciola, con la quale non si può comprare gran che. Come, con moneta spicciola, si può vivere un’ora o due, così con l’astuzia si può nascondere qualche cosa, ingannare qui, alterare il vero là; ma l’astuzia non basta mai ad abbracciare un orizzonte vasto, a comprendere un evento serio e importante. L’astuzia è miope: vede bene soltanto ciò che ha sotto il naso, ma non vede lontano e perciò, spesso, finisce per cadere nella trappola che essa stessa ha teso. Olga era semplicemente intelligente: come aveva risolto con semplicità e chiarezza quello d’oggi, così avrebbe risolto qualunque altro problema. Ella vedeva subito il significato reale di un avvenimento e l’affrontava immediatamente per la via più breve”[5].
Leopardi avverte che la semplicità viene fraintesa dagli imbecilli: “E’ curioso vedere, che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito. (Firenze, 31 Maggio 1831)”[6].
Villa Fastiggi 21 agosto 2025 ore 10, 52 giovanni ghiselli.
p. s.
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[1] E’ frugalità, parsimonia, è il basso prezzo facile da pagare (eu\, tevloς) è la bellezza preferita dai veri signori, quelli antichi, e incompresa dagli arricchiti che sfoggiano volgarmente oggetti costosi.
[2]F. Nietzsche, Considerazioni inattuali III, Schopenhauer come educatore , 2. E’ del 1874.
[3]B. Snell, Eschilo e l'azione drammatica , p. 141.
[4] I miei ragazzi insidiati dal demone della Facilità, Marco Lodoli, in La Repubblica 6 novembre 2002, p. 14.
[5] I. Gončarov, Oblomov, p. 336.
[6] Zibaldone, p. 4523.
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