Ho letto con attenzione il documento Quelli del Pd a cura di Marco Macciantelli. Con questo pezzo intendo commentarne delle parti, per chiarire le idee prima di tutti a me stesso, poi magari anche a chi mi leggerà.
II sezione
Con questo pezzo intendo commentarne delle
parti, per chiarire le idee prima di tutti a me stesso, poi magari
anche a chi mi leggerà.
Metto in
grassetto e tra virgolette le parole tratte dal documento di
Macciantelli. Segue il mio commento. Per ragioni di spazio ho
diviso questo mio intervento in due sezioni e ho scelto da ogni
capitolo del sindaco di San Lazzaro il paragrafo che ho trovato più
interessante e significativo.
Vediamo dunque
la seconda sezione
19. “L’attenzione al
mondo del lavoro
“Non solo green economy;
ma capacità di leggere tutto il mondo produttivo dal punto di vista
del carattere trasversale della questione ambientale, puntando su un
cambio di paradigma, senza chiusure dogmatiche”.
Sono d’accordo sulla necessità e
l’urgenza di uscire dai luoghi comuni, politicamente corretti o no,
soprattutto quando diventano dogmi.
Il lavoro significa la dignità dell’uomo,
la sua funzione nei confronti della società, la sua autonomia dalla
famiglia d’origine, la possibilità di formarsene una propria.
Senza lavoro l’uomo si avvilisce, si mortifica sentendosi degradato
a inutile fuco1.
La coltivazione dei campi va benissimo, ma
ci vuole anche la cultura dei cervelli.
Io personalmente incrementerei le
biblioteche che del resto già ora offrono servizi che al tempo del
mio primo apprendistato a Pesaro e a Bologna, non erano nemmeno
immaginabili. E sono frequentate da tanti giovani
Poi darei sempre più spazio alle
biciclette facendo costruire piste ciclabili, luoghi di ristoro e
riposo per chi vuole fare lunghi giri turistici o culturali con la
bici che non solo è il veicolo più democratico, come è stato detto
bene, ma anche il più salutare. Correlativamente, impiegherei un
maggior numero di lavoratori-guardiani per limitare la prepotenza
delle automobili e delle motociclette che in molte città scorrazzano
e rombano con licenza assoluta, sciolta da ogni freno, e con totale
disprezzo di pedoni e ciclisti i quali finiscono non poche volte
sotto le loro ruote micidiali.
IV. “Un progetto di popolo
“L’assolutismo antisistema.
L’ispirazione dell’Ulivo. Non solo sinistra. Per una democrazia
governante. Cittadinanza come politica. L’aggettivo più importante
del sostantivo. No alle correnti come centri di potere. Quello che
serve è l’elaborazione delle idee.
20. Novità, non solo lo
sviluppo di storie precedenti
Casaleggio ha ribadito uno stereotipo
piuttosto diffuso: “Il parlamentare o il presidente del Consiglio è
un dipendente dei cittadini”. Per la verità i cittadini, art. 1
della Costituzione, 2° comma, sono sovrani, non datori di lavoro.
Decidono, col loro voto, a chi affidare i compiti della democrazia:
governare o fare l'opposizione. Non stipendiano nessuno. Questa è
una distorsione indotta da una cattiva idea della democrazia di cui
il M5s è il principale interprete”.
E’ vero che “i cittadini sono sovrani,
non datori di lavoro”. Ma siccome sono sovrani, hanno diritto di
scegliere tra i candidati coloro i quali presentano programmi che si
confanno ai loro interessi. E credo che le promesse debbano essere
mantenute, nel politico come nel privato.
Platone nella Repubblica fa dire a
Socrate che un capo vero e genuino ("tw'/
o[nti ajlhqino;" a[rcwn", 347d) deve cercare non il
proprio utile, bensì quello dei governati.
Non molto diversamente, Manzoni in I
Promessi Sposi afferma la persuasione "di ciò che nessuno
il quale professi cristianesimo può negar con la bocca, non ci esser
giusta superiorità d'uomo sopra gli uomini, se non in loro servizio
( XXII cap.).
Nelle Epistole a Lucilio, Seneca,
il maestro di Nerone già ripudiato dal discepolo imperiale, ricorda
che nell'età dell'oro governare era compiere un dovere e un
servizio, non esercitare un potere assoluto:" Officium erat
imperare, non regnum" (90, 5).
Parole analoghe si leggono in Psicanalisi
della società contemporanea di E. Fromm:"Il capo non è
soltanto la persona tecnicamente più qualificata, come deve essere
un dirigente, ma è anche l'uomo che è un esempio, che educa gli
altri, che li ama, che è altruista, che li serve. Obbedire a un
cosiddetto capo senza queste qualità sarebbe una viltà" (p.
299).
21. “Ritorno al futuro
dell’Ulivo
Le “u” dell’Ulivo: unità e
umiltà. Se dici solo “sinistra” rischi di escludere
una parte del campo. Quindi non la sinistra considerata nella sua
autosufficienza. Né posizioni divisive. Ciò che può
andare oltre la tradizione della sinistra, oltre ogni retaggio
identitario”.
Di certo alcune prese di posizione della
sinistra tradizionale possono essere messe in soffitta. La tendenza a
svalutare la vita privata, per esempio, o la pretesa di eliminare
l’irrazionale.
Alla
fine dell’Orestea
di Eschilo, le Erinni sopravvivono come Eumenidi: “ Dopo
l’intervento razionale di Atena, le Erinni-forze scatenate,
arcaiche, istintive, della natura-sopravvivono: e sono dee, sono
immortali. Non si possono eliminare, non si possono uccidere. Si
devono trasformare, lasciando intatta la loro sostanziale
irrazionalità: mutarle cioè da “Maledizioni” in “Benedizioni”.
I marxisti italiani non si sono posti, ripeto, questo problema”3.
I luoghi comuni dogmatici della sinistra
ottusa in una certa fase tendeva anche a misconoscere la potenza
della bellezza. Mi ricordo, ero nello studentato Morgagni di largo
Trombetti, quando, nel 1966, un compagno di collegio mi diede del
fascista perché avevo detto che la poesia dovrebbe creare bellezza.
Ho replicato con Platone: “Tra le idee
presenti nella Piana della realtà ( jAlhqeiva"
pedivon, Platone, Fedro, 248b) l'idea della bellezza è
la più vivamente riprodotta nel mondo sensibile ed è
particolarmente efficace nel risvegliare il ricordo del mondo
iperuranio.
Solo la bellezza ha ricevuto questa sorte
di essere l’idea che rimane più manifesta e amabile qua sulla
terra. Del resto nella pianura della realtà, met’
ejkeivnwn, tra quelle idee, e[lampen
o[n, la bellezza brillava come essere (Fedro, 250d)”.
Questo ho detto con tutta umiltà. Ma il
materialone non ha capito e ha continuato a considerarmi un nemico
della classe operaia, e, se non proprio un fascista, un revisionista
meritevole del suo sovrano disprezzo. Lui stava a sinistra di tutte
le sinistre italiane, faceva una vita marxista leninista e fumava
solo roba albanese.
Poi una maggiore apertura mentale c’è
stata. Però ci vuole da parte di tutti. L’identità è bene
averla, ma non è un retaggio, bensì una conquista. Il Pd deve
ancora trovare una sua identità chiara, bella e convincente.
22. “Visione matura
Ci rendiamo conto che la stagione
dell’Ulivo è alle nostre spalle e non vogliamo abusare di qualcosa
che è un patrimonio di tanti. Semplicemente veniamo da quella
storia, ci riconosciamo in quel messaggio, consapevoli che non basta
invocarlo, che occorre ripensarlo, renderlo nuovamente attuale,
perché il tempo nuovo chiede risposte nuove. Questo non toglie che
ciò di cui ci sarebbe bisogno è una ripresa, nel contesto dato, di
un nuovo spirito di ulivismo democratico”.
Per dare “risposte nuove” bisogna
dare spazio a domande nuove, oppure immaginarsele. La domanda, forse
nemmeno nuova, che immagino si pongano in molti è questa: “ che
cosa intendete fare per tirare fuori da questa crisi orrenda il
nostro paese?”
23. “Fare più cose insieme
Per esempio, in un momento di
fatica e disorientamento come quello attuale, è sorprendente
l’attrazione che esercitano le nostre feste, democratiche o
dell’Unità. E’ strano e deve far riflettere come
l’organizzazione del Pd appaia non di rado in affanno, e invece, in
questo caso, grazie all’esercito pacifico e operoso dei volontari,
risulti sostanzialmente adeguata alle necessità. Dove
c’è un popolo, lì c’è anche un maggiore capacità e
credibilità della nostra proposta”.
Le
feste dell’Unità sono feste di popolo. Feste sane di un popolo
sano e allegro. Sono educative. Educano alla socialità, alla
discussione e perfino al buon umore.
Potrebbero
costituire un modello per altre iniziative volte all’educazione del
popolo.
24. “Senza la base
scordatevi le altezze”
Come i volontari hanno scritto
sulla parete di un ristorante durante l’ultima festa alla Cicogna
di San Lazzaro: “Senza la base scordatevi le altezze”.
La
base è la ragion d’essere del partito, come la classe quella
dell’insegnante. Il lavoro che ho fatto con passione per tutta la
vita mi spinge e mi autorizza a questo paragone. Il docente che non è
seguito dalle classi dove insegna è un povero disgraziato, un
fallito.
Questo
vale anche per i dirigenti di un partito non apprezzati, non stimati
dalla base.
25. “ L’aggettivo più
importante del sostantivo
A noi deve stare a cuore ciò che serve
al paese. L’alternativa non è tra partito liquido o solido,
iscritti o elettori, tessere o web. Il tema è l’utilità
di un progetto politico per il paese”.
Tante cose ora servono al paese. Il
partito dovrebbe impiegare persone capaci di rendere questo servizio.
“Capaci” significa anche specializzate. Quindi diverse persone
per settori diversi. Bravi medici negli ospedali, bravi insegnanti
nelle scuole, e così via. Persone scelte con il criterio della
competenza, non con quelli tradizionalmente italici della
raccomandazione, della clientela, della cooptazione. Su questa piaga
italica tornerò subito sotto commentandone la menzione giustamente
detrattiva di Macciantelli.
26. “No alla logica
burocratica
In ogni caso le primarie
continuano ad essere un accento della proposta politica aperta nella
quale crediamo. Ciò comporta dei rischi, ma è comunque
meglio della vecchia logica burocratica, quella che si trascina da un
assetto all’altro, immutabile, se non per cooptazioni. Ma la lotta
politica interna, anche dura, aspra, non può mai essere disgiunta
dal senso di essere e di fare, insieme, comunità”.
Per quanto riguarda la cooptazione, si
tratta di una pratica clientelare risalente ai tempi dell’antica
Roma. Cicerone ricorda un tentativo fatto nel 145 a. C. dal tribuno
Licinio Crasso di trasferire all’elezione popolare il completamento
dei collegi sacerdotali che avveniva per cooptazione: “Cooptatio
enim collegiorum ad populi beneficium transferebatur” (XXV). Ma
per l’Arpinate il populi beneficium è un’empietà,
sicché la religio deorum immortalium ebbe facile vittoria
sull’ orazione da quattro soldi di quello, facile vincebat
illius vendibilem orationem.
Cicerone attribuisce con orgoglio a se
stesso, ponendosi al fianco degli dèi immortali, il merito del
ristabilimento della cooptatio, ripristinata “nobis
defendentibus”. Non mancano ancora oggi i fautori della
cooptazione, anzi sono tanti, e questa pratica antidemocratica è
tuttora vigente in Italia. Non ho dubbi sul fatto che vada soppressa
o per lo meno molto limitata.
V. “”L’etica della convinzione
Fare il congresso. Il territorio come
soggetto politico. Il governo che verrà e quello che c’è.
L’identificazione segretario-premier non ha funzionato.
Confrontarsi col consenso. Il cacciavite e il martello. Rinsaldare il
rapporto del Pd col paese, del paese col Pd.
27. Bologna, l’Ulivo
Questa volta vorremmo prendere sul
serio quando diciamo che occorre ripartire dai territori. Qualcuno
teme che lavorare sull’autonomia, o impostare una piattaforma per
il governo della comunità, sia un arretramento della politica: in
questa fase, secondo noi, al contrario, può costituire un rilancio
della buona politica. Sia chiaro: nessuna
rivendicazione di ruolo della periferia verso il centro. Più
semplicemente: fare davvero il partito a rete, rompere la logica
gerarchica e piramidale. E’ una fase ulteriore per l’evoluzione
dello stesso Partito democratico”.
La “buona politica” dipende dal buon
governo: la Eujnomivh di Solone.
“Rompere la logica gerarchica e piramidale” significa ascoltare e
capire le esigenze dei cittadini, talora prevedere, e, fin dove è
possibile, provvedere. Encomiabili sono le iniziative del sindaco
Macciantelli in favore dei pedoni e dei ciclisti, molto bella ricca e
frequentata la mediateca di San Lazzaro, da approvare la drastica
limitazione di agenti nocivi alla salute, come il fumo delle
sigarette e dei motori.
Il Buon governo, ha scritto Solone,
“mostra
ogni cosa ordinata e armonizzata
Eujnomivh d j
eu[kosma kai; a[rtia pavnt j ajpofaivnei
e
spesso mette i ceppi addosso agli ingiusti:
leviga
le asperità, fa cessare l'insolenza, oscura la prepotenza,
dissecca
i fiori nascenti dell'accecamento,
raddrizza
i giudizi tortuosi, mitiga le azioni
superbe,
e fa cessare le opere della discordia,
e fa
cessare la rabbia della contesa terribile, e sono sotto di lui
tutte
le cose tra gli uomini armonizzate e assennate" (pavnta
a[rtia kai; pinutav, vv.
32-39).
28. “La cultura della
compatibilità
Si parla di compatibilità per lo più
in termini meramente economicistici. Ma “compatibilità” vuole
dire anche altro. L’etimologia rimanda ad un cuore che sa porsi in
relazione con gli altri. Una comunità politica è fondata sul
rispetto di tutti, su un sentire comune. Noi ci sentiamo compatibili
con coloro che condividono il progetto del Pd e, proprio da questo
punto di vista, la lezione unitaria dell’Ulivo è ancora viva”.
Compatibilità rimanda al latino cum+
patior, al greco pavqo~, insomma
alla sfera emotiva che non è meno importante di quella logica, anzi
è più estesa nell’anima umana. Vediamone qualche esempio in
letteratura.
La parte emotiva può essere conflittuale
con la ragione come nella Medea di Euripide che dice
“Kai; manqavnw
me;n oi\\\a dra'n mevllw kakav, qumo;"
de; kreivsswn tw'n ejmw'n bouleumavtwn, o{sper megivstwn ai[tio"
kakw'n brotoi'""( Medea, vv. 1078-1080), E
capisco quale abominio sto per osare,/ma più forte dei miei
proponimenti è la passione/che è causa dei mali più grandi per i
mortali.
Tuttavia Hegel afferma che il pathos della
tragedia greca è un componente della ragione e della volontà: “il
sacro amore di sorella di Antigone è un pathos nel senso greco del
termine. Il
pathos in tal senso è una potenza in se stessa legittima dell'animo,
un contenuto essenziale della razionalità e della volontà libera"4.
Sentiamo altre testimonianze più recenti:
Svevo è esplicito
nell'affermare la precedenza e la prevalenza del sentimento
:"Nelle lunghe ore che egli passò là,
inerte, ragionò anche una volta sui motivi che l'avevano indotto a
lasciare Annetta, ma come sempre il suo ragionamento non era altro
che il suo sentimento travestito"5.
Secondo H. Hesse
i sentimenti devono avere la precedenza:"Di
nient'altro viviamo se non dei nostri sentimenti, poveri o belli o
splendidi che siano, e ognuno di essi a cui facciamo torto è una
stella che noi spengiamo"6.
Nel grande romanzo di Musil
leggiamo:"Tutto ciò che si pensa è simpatia o antipatia, si
disse Ulrich"7.
Luogo simile si trova anche in La
noia di Moravia:"Ma tutte le nostre
riflessioni, anche le più razionali, sono originate da un dato
oscuro del sentimento"8.
Infine un ottimo scrittore ungherese :“
Sa che cosa ha fatto? Ha cercato di cancellare il sentimento con la
ragione. Come se qualcuno, con i più svariati artifici, tentasse di
convincere un pezzo di dinamite a non esplodere”9.
In conclusione: fa bene Macciantelli a
suggerire di non trascurare il cuore
29. Preparare il futuro
Siamo in un momento di estrema
incertezza, in uno scenario di preoccupazioni internazionali molto
gravi, dall’Egitto alla Siria, dove è all’esame un possibile
intervento militare, a causa della situazione di guerra già in atto
da parte di Assad verso il suo popolo, mentre Papa Francesco non fa
mancare il suo messaggio di pace unito alla richiesta di una
soluzione politica. Come Letta ha spiegato in Senato, l’Italia non
intende partecipare a iniziative internazionali se non sotto l’egida
dell’Onu. E’ una posizione corretta”.
La questione siriana in questo momento è
cruciale per l’intero pianeta e certamente merita maggiore
attenzione delle vicende giudiziarie del signor Silvio Berlusconi.
In Siria è in atto una guerra civile, la
più terribile tra tutte le guerre . Lo afferma Tucidide a proposito
della stavsi"
di Corcira10,
quando ci fu una tranvalutazione generale e le stesse parole
cambiarono il loro significato originario:"Kai;
th;n eijwqui'an ajxivwsin tw`n ojnomavtwn ej" ta; e[rga
ajnthvllaxan th'/ dikaiwvsei. Tovlma me;n ga;r ajlovgisto"
ajndreiva filevtairo" ejnomivsqh"
(III, 82, 4), e cambiarono arbitrariamente l'usuale valore delle
parole in rapporto ai fatti. Infatti l'audacia irrazionale fu
considerata coraggio devoto ai compagni di partito.
"Un'audacia
" ajlovgisto""
prende il nome di coraggio, la prudenza si chiama pigrizia, la
moderazione viltà, il legame di setta viene prima di quello di
sangue, e il giuramento non viene prestato in nome delle leggi
divine, bensì per violare le umane.
Sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è necessario lottare
con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è ammessa.
Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più
feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82-84)"11.
Ho già
scritto parole di elogio per Papa Francesco che ha dato un grande
contributo valso a evitare il bombardamento sui Siriani da parte dei
non Siriani in aggiunta a quello dei Siriani su altri Siriani.
30. “Fare il congresso
Sul campo, alcuni candidati. Al
momento: Civati, Cuperlo, Pittella, Renzi, insieme a molti
protagonisti del dibattito. Per noi tutti meritevoli di rispetto. Con
speranze di successo, proporzioni e accenti diversi, ma anche con
l’evidenza di un tendenziale rinnovamento. A maggior ragione
adesso, in questo passaggio, non bisogna rinunciare a discutere e a
ragionare”.
Scrivevo in un pezzo precedente che prima
di decidere per quale di questi candidati voterò, aspetto una
maggiore chiarezza sui programmi e i propositi di ciascuno. Chiarezza
di parole significa anche lucidità mentale. Chiarezza e concretezza,
dunque trarre luce dal fumo12
e “realizzare”, ossia riempire di cose concrete il vuoto delle
chiacchiere che possono danneggiare13
seriamente il partito. Il vuoto è cavo~
14.
.
31. Un’energia utile al
paese
Per noi, in questa fase, occorre una
proposta politicamente forte, sul piano del consenso, per parlare ai
delusi del nostro campo e contestualmente ridurre l’astensione e
attrarre il voto in libera uscita dal centrodestra e dal M5s.
Esattamente ciò che ogni sindaco cerca di fare, nella sua comunità,
al momento del voto e anche dopo.
Io sono tra i delusi, anche se ho sempre
votato e continuerò a farlo. Sento comunque la mancanza di una
“proposta politicamente forte” e lessicalmente chiara, magari
anche bella, sul genere di quelle fatte da Papa Francesco. La
quintessenza di questa proposta è: “andare incontro alle necessità
dei meno abbienti, adoperarsi per aumentare il numero degli occupati,
smettere di oscurare i problemi reali della disoccupazione, della
povertà, della violenza sulle donne e sui bambini, e sugli uomini,
con i casi, gli umori del vecchio signore di Arcore, eventi
abbastanza meschini che riempiono e intasano i canali della
comunicazione, divenuto oramai tubi di scarico. A noi elettori le
vicende di Berlusconi, francamente, non interessano.
32. “Oltre la rottamazione
Ci piacerebbe sapere che cosa pensa
Matteo Renzi del comportamento di quei 101 parlamentari che - invece
di adempiere all’impegno che il Pd si era assunto col paese - hanno
preferito la tecnica del fuoco amico, con le conseguenze che si sono
viste.
E’
un chiarimento che può aiutarci ad assumere un orientamento. Quando
il congresso entrerà nel vivo, una volta definite le regole e si
conosceranno le piattaforme politico-programmatiche, ci riserviamo di
dire una parola definitiva sulle nostre scelte. Ma ci sentiamo in
buona compagnia: sono davvero tanti coloro che, in questo momento,
hanno bisogno di capire prima di agire, di coloro che si sentono del
Pd prima ancora che di una parte”.
Condivido in pieno queste parole del sindaco Macciantelli e per il commento relativo a Renzi, rimando al mio precedente intervento (13 settembre) Matteo Renzi e Odisseo.
33. Partito e governo
C’è un'altra questione. Deve esserci
un battere pari, pur nella reciproca autonomia e nella diversità dei
compiti e delle funzioni, tra partito e governo, tra il futuro
segretario e il presidente del consiglio del Pd.
Certamente non può e non deve proseguire
il deleterio contrasto tra il capo del Governo e il partito di
maggioranza, relativa o assoluta che sia.
Questa è una discrepanza, uno spread si
dice oggi, non meno rovinoso di quello monetario.
34. Nessuna paura di
vincere
Concludiamo.
Giustamente tutti lamentiamo il soverchiante ruolo delle correnti. E’
un tema da non sottovalutare, destinato a segnare la vicenda
congressuale. Ma sarebbe bene uscire dal generico, proponendo delle
soluzioni concrete, partendo, anche qui, dal basso, dal territorio.
Le mozioni hanno tutto il diritto di partecipare, con le loro
proposte, al congresso, ma questo non significa assumere dimensioni
strutturate.
Spesso
facciamo riferimento all’etica
della responsabilità,
principio da riaffermare, ma forse occorrono anche determinazione,
coraggio, una più salda etica
della convinzione.
“Uscire dal generico” è una delle
conseguenze di una “più salda etica della convinzione”. E non
può non essere convinto chi ha lavorato sudando15
le proverbiali sette camicie, o anche molte di più, chi sente la
stima dei cittadini, chi vede che la sua città funziona bene. Faccio
riferimento al lavoro di tanti sindaci tra i quali metto l’autore
del documento che sto commentando non senza qualche rilievo critico.
Io abito nel quartiere Fossolo di Bologna
che si trova a metà strada fra le due torri e la sede del comune di
San Lazzaro, per cui capito spesso nella cittadina amministrata dal
sindaco Macciantelli e ne apprezzo, la pulizia, l’ordine, la bella
e fornitissima mediateca piena di giovani e non giovani che studiano
e leggono, i parchi fioriti. Apprezzo molto, come ho già scritto, la
cura e il riguardo dell’amministrazione per i ciclisti e i pedoni,
attraverso la limitazione del traffico dei veicoli a motore, e la
tutela della salute con i divieti imposti ai fumatori. Di altri
settori della vita cittadina non ho fatto esperienza, ma se tanto mi
dà tanto, immagino che funzionino non meno bene. In conclusione
intendo porre la mia firma nel documento cui ho aggiunto questo mio
commento con alcune proposte, modeste ma chiare.
Giovanni Ghiselli
P. S.
Il blog
è
arrivato a 98839, 234 giorni dopo che è stato aperto.
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1
Nella letteratura greca oJ
khfhvn
, il “fuco”, è animale disutile per eccellenza e ad esso si
paragona Ecuba per descrivere il suo stato di inutilità,
desolazione e debolezza (cfr. Euripide, Troiane
192ss.; inoltre Esiodo, Teogonia
594).
10
427-425 a. C.
12
Cfr,
Orazio: “non fumum ex fulgore, sed ex fumodare lucem cogitat”,
(Omero) pensa di trarre luce dal fumo, non fumo dallo splendore (Ars
poetica, 143-144). L’ars poetica non è molto lontana dall’arte
politica se anche questa possiede i requisiti della chiarezza e
della bellezza
13
Cfr. Orazio, Satira, I, 9: “infatti incombe su me un
destino triste, che una vecchia Sabella predisse quando ero ragazzo,
dopo avere agitato l'urna profetica:
Questo né atroci veleni né spada nemica porterà via
né pleurite o tisi né la podagra che attarda;
un chiacchierone questo una volta o l'altra lo finirà: i ciarlieri
se ha giudizio, eviti, appena si sarà fatto adulto (vv. 29-34)
Questo né atroci veleni né spada nemica porterà via
né pleurite o tisi né la podagra che attarda;
un chiacchierone questo una volta o l'altra lo finirà: i ciarlieri
se ha giudizio, eviti, appena si sarà fatto adulto (vv. 29-34)
14
Che significa, appunto, “immenso spazio vuoto”. In origine,
secondo Esiodo, ci volteggiavano i mostri.
15
Esiodo
afferma che davanti al valore gli dei hanno posto il sudore: "th'"
d j ajreth'" iJdrw'ta qeoi; propavroiqen e[qhkan"
(Opere
e giorni,
v. 289)
Caro Gianni Ghiselli, hai nobilitato attraverso citazioni eloquenti un programma che manca di proposte politicamente chiare e lessicalmente forti, troppe mezze verità e luoghi comuni.
RispondiEliminaMargherita
RispondiEliminaCara Margherita pesarese,
I classici aggiungono sempre chiarezza e potenza.
Lessicale e non solo.
Anche i topoi o loci presentati da me sono luoghi comuni, argumenta quae transferri in multas causas possunt, li chiama Cicerone. Quanto alle "mezze verità", queste devono certamente trovare un completamento e una realizzazione nella prassi delle cose.
Da frequentatore assiduo di San Lazzaro di Savena,ti assicuro che la prassi da sindaco di Macciantelli, funziona bene
Vorrei e vorresti anche tu che il sindaco della nostra citttà fosse altrettanto bravo, cioè attento alla salutefisica e mentale dei cittadini
Saluti
gianni